MARCIANISE. Ma quanto sono costate (in disponibilità morali) a Blucar le concessioni del nuovo autosalone e del piazzale? Tutti i punti di illegalità e di irregolarità, uno per uno. E se poi qualche Bmw e Mercedes…
23 Marzo 2025 - 10:07

70 cm emersi dal suolo non sono sufficienti nemmeno per un’autorimessa privata, figuriamoci per un garage commerciale, definito tale illegalmente affinché, come si può leggere nella concessione edilizia che pubblichiamo in calce, vi si potesse agganciare il nuovo autosalone sopraelevato. L’elenco impressionante delle norme infrante
MARCIANISE (Gianluigi Guarino) – Le concessioni edilizie, oggi definite “permessi di costruire”, attribuite alla società Blucar Srl, concessionaria d’auto di via Santella, titolare Tommaso Tartaglione, hanno rappresentato per Casertace una sorta di obiettivo.
Naturalmente, il diretto interessato, cioè il beneficiario delle concessioni, si è arrabbiato, come fanno le centinaia, forse migliaia, di soggetti colpiti dagli articoli di Casertace, perché, a nostro avviso, le citate concessioni – o permessi, che dir si voglia – fanno acqua da tutte le parti. Quindi, si arrabbiano loro, ma non possiamo arrabbiarci noi o i cittadini di Marcianise quando constatiamo che le leggi, pilastro di uno Stato di diritto e di una vera democrazia, vengono fatte a pezzi, trasformate in polpette da chi, pur di fare un favore, più o meno interessato o disinteressato, prende una norma e la riduce a carta igienica, buttandola via in un water o, nel migliore dei casi, ignorandola del tutto.
Si arrabbia lui, Blucar, perché vorrebbe, come tanti altri, fare gli “inguacchi” senza che nessuno osi denunciarlo o anche solo parlarne. Arroganza allo stato puro, che è esattamente ciò per cui questo giornale attinge alla sua stiva – fortunatamente ancora piena – di corpose motivazioni professionali.
Nel dicembre del 2023 (CLICCA E LEGGI), mentre cercavamo disperatamente di esprimere la nostra esecrazione nei confronti dell’allora responsabile del SUE, Angelo Piccolo, il quale, in coppia con il suo sodale Pasquale Salzillo, aveva deciso di trasformare l’albo pretorio del sito istituzionale del Comune in un deserto, ci imbattemmo, per pura fortuna, in un cartello di cantiere: lavori di abbattimento a scopo di ricostruzione di manufatti in via Santella di proprietà Blucar, dell’imprenditore che, non per colpa nostra ma per gli insondabili percorsi dell’amore, era diventato cognato del consigliere comunale Giovanni Pratillo, al tempo ancora più centrale grazie al suo ribaltone, con cui aveva tradito la coalizione in cui era stato eletto per salire sul carro del sindaco Trombetta.
Ecco i soliti talebani di Casertace, qualcuno disse. Ecco serviti quelli che, con la scusa dei talebani, “si mangiano” le norme e le leggi a colazione, pranzo e cena.
In quel cartello, che oggi vi riproponiamo, c’era Pino Riccio dappertutto. L’uomo a cui Giovanni Pratillo si riferiva politicamente, l’uomo per il quale Giovanni Pratillo aveva fatto il ribaltone, si era accaparrato un bel malloppo di quattrini come progettista, direttore dei lavori e forse anche coordinatore della sicurezza del cantiere.
Tutto a posto. Finalmente scoprivamo una concessione edilizia tenuta nascosta illegalmente nell’albo pretorio, solo grazie alla fortuna di aver incrociato visivamente quel cartello.
Erano i giorni in cui un diretto congiunto di Angelo Piccolo – parliamo sempre di chi comandava l’ufficio delle concessioni edilizie – girava con una fiammante BMW da 50 o 60mila euro, che dimostrammo indiscutibilmente, con prove inconfutabili, essere di proprietà di Blucar.
Sono trascorsi circa 15 mesi. Chi pratica l’illegalità ha altissime probabilità di farla franca. Le Procure della Repubblica hanno poco personale, pochi mezzi. Per cui, nel 95% dei casi, gli abusi edilizi rimangono impuniti. Ma se il buongiorno si vede dal mattino, in quei mesi del 2023 possiamo ritenere che il signor Blucar abbia penato ancora tanto.
E ci verrebbe da dire: ma quanto gli è costata la conclusione di questa partita? Nei primi giorni di marzo, il neo responsabile del SUE, Andrea De Caprio, che sembra essere capitato lì per caso, è arrivato il momento di metterlo di fronte alle sue responsabilità. Ha infatti firmato, lo scorso 27 febbraio, il rilascio di un permesso di costruire per la realizzazione di un autosalone sopraelevato su un garage a uso commerciale e la sistemazione esterna di un lotto destinato all’esposizione di autoveicoli.
Si tratta della quadratura del cerchio, della chiusura di una procedura che, a nostro avviso, è stata illegale dall’inizio alla fine. E naturalmente vi spieghiamo il perché.
Una storia che, in qualche modo, somiglia a quella della baracca di Pasquale Salzillo, che – come la zucca di fiabesca memoria – si trasforma in un bel castelluccio abitativo.
In via Santella, la demolizione e ricostruzione della struttura interrata di Blucar, attraverso le opere del cantiere di quel cartello monopolizzato da Pino Riccio, con un fuori terra di soli 70 cm, implica che quel tipo di struttura non può in nessun modo essere definito “garage commerciale”. Questo già di per sé vizia e compromette l’intero procedimento amministrativo, poiché l’autosalone sopraelevato esiste solo in quanto pertinenza obbligatoria del garage commerciale.
Tuttavia, 70 cm non consentono l’agibilità per l’uso descritto, essendo inferiori alla soglia minima di 1,20 m prescritta dalla legge. Mezzo metro di differenza, non un centimetro o due: l’irregolarità è dunque evidente.
Al massimo, ciò che viene illegalmente definito un garage commerciale è un deposito, sia prima della demolizione targata Pino Riccio che dopo la ricostruzione. Chiamarlo garage commerciale è un errore.
I garage, infatti, non possono essere destinati alla vendita di autoveicoli, in quanto devono rispettare requisiti ineludibili relativi alla visitabilità, all’areazione e al rapporto aeroilluminante. Senza contare le uscite di emergenza e le prescrizioni di salubrità imposte dall’ASL per le strutture interrate a stretto contatto con il terreno circostante.
Anche volendo forzare la mano, come nei condoni, si potrebbe al massimo ipotizzare un’attività commerciale per prodotti sanitari, visto che l’intervento sull’area dove sorgono gli immobili di Blucar rientra, secondo il PRG vigente a Marcianise, in una zona destinata a tali usi.
Il progetto, evidentemente, ha suscitato grande interesse nell’Ufficio Tecnico Comunale, tanto che l’ex dirigente Iuliano, ignorando le previsioni del PUC stabilite dal professor Colombo, ha rilasciato un titolo edilizio per la realizzazione di una struttura commerciale sopraelevata su un garage a uso commerciale, contraddicendo la classificazione urbanistica dell’area.
Doppia violazione: sia del vecchio PRG sia del nuovo PUC.
E a Marcianise, dove l’UTC sembra più un Ufficio “Trastole” Comunali, le leggi urbanistiche vengono applicate a discrezione. Ma questo è.