MARCIANISE. Nella casa della sorella del pupillo di Giorgio Magliocca, la riunione tra il neo “confiscato” per 60 milioni di euro, Paolo Siciliano, e gli imprenditori chiamati per nascondere l’assegno negoziato da Camillo Belforte

12 Dicembre 2024 - 17:05

La notizia di stamattina della confisca eseguita dalla guardia di finanza, ci offre un destro per un collegamento che può significare poco o nulla ma che a nostro avviso va comunque pubblicato visto che si tratta di una diretta congiunta di uno dei protagonisti dell’inchiesta dell’anno, quella che ha portato alle dimissioni di Magliocca da presidente della provincia e da sindaco di Pignataro

MARCIANISE – (g.g.) A noi piace trovare delle associazioni tra contenuti che possono, in qualche modo, dare un ulteriore elemento di interesse a notizia pubblicate da questo giornale e che sono frutto di atti ufficiali come può essere un ordinanza firmata da un giudice per le indagini preliminari e come può essere una richiesta di applicazione di misure cautelari, firmata da uno o più pubblici ministeri, atto giudiziario, quest’ultimo divenuto sostanzialmente pubblico rispetto al passato con l’avvento del cosiddetto decreto Nordio che, in senso garantista, da la possibilità a un gip di attivare la procedura dei cosiddetti interrogatori di garanzia prima della decisione sull’applicazione totale o parziale o sulla non applicazione di misure cautelari, in conformità, sempre totale o parziale, o anche attraverso il rigetto dell’istanza dei pubblici ministeri.

In poche parole, mentre prima del decreto Nordio l’interrogatorio di garanzia avveniva dopo l’esecuzione della misura cautelare limitativa della libertà personale, ora può avvenire anche prima se il gip decide di muoversi in questa direzione

Noi che abbiamo letto tantissime ordinanze, veramente di ogni tipo, siamo in grado di mettere insieme dei fatti che possono solamente costituire una curiosità ma, possono anche diventare elementi interessanti per completare l’informazione di una o più notizia già date.

E’ recente la realizzazione di un decreto di perquisizione nei confronti dell’ormai ex presidente della provincia ed ex sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca indagato per il reato di corruzione e di falso compiuto in concorso con altri. Tra questi altri ci sono due soggetti che ci conducono nel perimetro della città di Marcianise. Il primo è il costruttore Cosimo Rosato il secondo è suo cugino Alfonso Valente. Quest’ultimo è un personaggio cruciale nell’inchiesta su Magliocca. Il presidente della provincia, infatti, lo tratta come un vero e proprio pupillo, Si prodiga, promettendo e concedendo in cambio lavori pubblici della provincia anche nel comune Pignataro assegnato proprio a Rosato con gare d’appalto chiaramente taroccate, per trovare soldi a titolo di sponsorizzazioni, prima per il Gladiator. Poi per il Vitulazio calcio squadre che, in entrambi i casi, Gladiator settore giovanile e poi Vitulazio campionato di promozione sono guidate, da Alfonso Valente che esercita la funzione di allenatore. Un allenatore per modo di dire perché, soprattutto a Vitulazio, dove trasferisce il cartellino del figlio di Giorgio Magliocca dimostra di non capirci proprio nulla di calcio al punto che, nonostante il sistema creato, i dirigenti sono costretti ad allontanarlo dalla guida tecnica (si fa per dire) della squadra. Insomma Alfonso Valente sembra svolgere più una funzione di sollecitatore di sponsorizzazioni provenienti da imprenditori che vengono ristorati con appalti della provincia, che di vero allenatore di una squadra di calcio. Valente muove i soldi, così come li muove Magliocca. Insomma i due sembrano intendersi a meraviglia. Questa è la premessa che costituisce una storia già nota ai lettori di questo giornale che hanno seguito i nostri articoli sui contenuti del decreto di perquisizione firmato dai pubblici ministeri della Procura di Santa Maria Capua Vetere

Sapete cos’ è successo stamattina? 60 milioni di euro costituenti il patrimonio dell’imprenditore di Marcianise Paolo Siciliano a partire dalle diverse sedi dei supermercati Pellicano sono stati confiscati e sono passati alla proprietà dello Stato

Quando abbiamo letto il nome di Paolo Siciliano ci è venuto in mente un passaggio di un’ordinanza di qualche tempo fa che abbiamo realmente spulciato riga per riga trattandosi di una storia di accuse rivolte a Siciliano dalla Dda in merito ad una attività di usura che questi avrebbe svolto anche in nome per conto della famiglia Belforte, nello specifico di Camillo Belforte. Si tratta dell’ordinanza imperniata sulle accuse degli imprenditori marcianisani Giuliano Angioletto e Nazaro Bellopede i quali rivelarono  alla guardia di finanza della compagnia di Marcianise del piano di Paolo Siciliano di addomesticare le loro eventuali dichiarazioni in modo da far passare come verità il fatto che un assegno da 12mila euro fosse stato consegnato proprio a Bellopede e non invece com’era nella realtà e come Giuliano Angioletto immediatamente denunciò alla guardia di di finanza che il titolo fosse andato in altre direzioni. In quel frangente Nazaro Bellopede, che in un primo tempo sembrava d’accordo ad avallare la bugia di Siciliano, non solo allineò, al cospetto dei finanzieri di Marcianise, che lo avevano convocato appositamente, il racconto di Giuliano Angioletto, ma svelò come scrivemmo noi di CasertaCe in un articolo da noi pubblicato in data 2 febbraio del 2022, cabalisticamente una data particolarissima ossi 2/2/22 che il commerciante che, nei suoi vari passaggi, quell’assegno da 12 mila euro, che preoccupava fortemente paolo Siciliano era stato negoziato anche da Camillo Belforte.

Quell’incontro delicatissimo che Paolo Siciliano riteneva cruciale per evitare di finire nei guai in cui poi effettivamente è finito, al di la di una sentenza che non sappiamo se sia stata emessa e se sia stata di assoluzione o di colpevolezza, si svolse nell’abitazione di Mariangela Valente, in via Calcara, così come era espressamente scritto nell’ordinanza citata, ossia della sorella del pupillo di Giorgio Magliocca, ossia di Alfonso Valente

Questa donna, dunque, dipendente dei supermercati di Paolo Siciliano era così stretta nel rapporto di fiducia massima, anche di tipo personale, al punto che quest’ultimo considerava la sua casa un luogo arci sicuro per incontrare persone e per affrontare ragionamenti da cui emergevano notizie di reato

Ora, può anche darsi che Alfonso Valente e il gruppo imprenditoriale a questi connesso in qualche modo non abbiano mai avuto rapporti con Paolo Siciliano, “neo confiscato” per 60 milioni di euro ma è chiaro che questa relazione tra due contenuti di due atti giudiziari diversi andava, a nostro avviso, segnalata ai lettori di CasertaCe.