MARCIANISE. Ora basta giochetti: lo Stato faccia un sopralluogo nella casa del sindaco per stabilire se abbia adempiuto o meno all’ordinanza di abbattimento

16 Febbraio 2022 - 14:01

Cominciamo a sentire storie strane: traccheggiamenti, rimbrotti, confronti totalmene inutili e oziosi che fanno solo il gioco di chi ha già presentato documenti formali, ufficiali con i quali dichiara di aver adempiuto ad un obbligo di legge

 

MARCIANISE(g.g.) Proviamo a semplicare ancor di più rispetto a quello che abbiamo già semplificato negli altri due articoli dedicati alla questione. Perchè, qui da noi, cioè in un posto dove il senso dello Stato, l’adesione totale e non emendabile ai contenuti delle norme che discendono dalle leggi, rappresenta sempre una modalità incerta. Come se le autorità, le istituzioni deputate all’attività di controllo e di repressione dei reati, si sentissero loro stessi un tribunale, una corte di Appello, una corte di Cassazione, un Consiglio di Stato, cioè l’istituzione requirente e non inquirente, quali invece sono, interpretando il dettato normativo, costruendosi una loro personalissima giurisprudenza.

Allora, rimettiamo le tessere del mosaico a posto: l’ingegnere Anacleto Fuschetti, lo scorso 17 novembre, dentro ad una procedura amministrativa, che corre parallelamente ad un’inchiesta penale, dentro alla quale il sindaco Antonello Velardi ha collezionato l’ennesimo avviso di garanzia, stavolta per abusi edilizi, ha firmato, come atto dovuto e ineludibile, una ordinanza di abbattimento relativa a pertinenze, illegalmente edificate, di quello che sulla carta, cioè secondo il titolo prodotto dalla legge, doveva essere un sottotetto, al servizio delle aree abitative della casa in cui il sindaco Velardi risiede in Viale Kennedy e che invece è divenuto un abitabilissimo e comodissimo appartamento di residenza.

Dal 17 novembre hanno cominciato a decorrere i 90 giorni del termine entro il quale questa ordinanza, che se si chiama così ci sarà anche un perchè, avrebbe dovuto essere adempiuta. Il giorno 14 febbraio, secondo i nostri calcoli, i 90 giorni sono scaduti. Abbiamo fatto dare un’occhiata all’interno dell’ufficio tecnico del Comune e abbiamo scoperto che Antonello Velardi, con i suoi tecnici di fiducia Roberto Rossano, cugino diretto del vicesindaco ed assessore ai lavori pubblici e all’Urbanistica, Tommaso Rossano, e l’architetto Di Bernardo, ha presentato istanza per ottenere l’autorizzazione al recupero abitativo del sottotetto.

Partendo da questo atto, è stato semplicissimo per noi, che a differenza di tanti altri che dovrebbero essere obbligati a farlo, la legge la consideriamo sacra, dedurre con sicurezza che l’ordinanza del 17 novembre fosse stata regolarmente adempiuta. Diversamente, stando dentro al perimetro definito dalle norme, non poteva essere.

Dunque, Velardi ha presentato una documentazione, corredata da fotografie e riteniamo dai formulari di avvenuto e regolare sversamento in una struttura abilitata degli scarti degli abbattimenti, che, secondo lui e secondo i suoi tecnici dimostrerebbero la regolare realizzazione delle opere di demolizione.

Siccome negli ultimi 3 mesi, attorno alla casa di Velardi non si è vista l’ombra di un mezzo meccanico, di un’attrezzatura edile, di un tubo che consente di precipitare i residui vari, calcinacci, cemento, frutto degli abbattimenti, abbiamo cominciato ad avanzare qualche perplessità, approfondendo ulteriormente il caso.

E allora, abbiamo scoperto che l’ingegnere Piccolo, componente dell’ufficio tecnico comunale, ci pare Area Urbanistica, ha attestato, in una sua relazione, il mancato adempimento di tutte le opere prescritte nell’ordinanza del 17 novembre. In poche parole, secondo quello che Piccolo ha scritto, il sindaco di Marcianise in carica, è stato inadempiente rispetto ad un’ordinanza che lo riguarda e che gli è stata notificata dal Comune di cui lui è legale rappresentante.

Roba veramente da fantascienza che a Marcianise, come ben sanno i nostri lettori che seguono gli articoli relativi a questa città negli ultimi 7 anni, è divenuta, invece, scienza del male.

Subito dopo, cioè dopo che Piccolo ha firmato la sua relazioni, sono cominciati certi giochetti. E chi fa i giochetti vuol dire che, a differenza nostra, ritiene che esistano delle subordinate, delle alternative al rispetto intransigente, senza se e senza ma, delle leggi vigenti. Ci risulta che il vigile urbano Lasco abbia protocollato una richiesta di sopralluogo. Inappuntabile, ineccepibile questa procedura, in quanto i vigili urbani possono, anzi devono svolgere funzioni di polizia giudiziaria, qualora ravvisino la possibilità che comportamenti illegali siano stati compiuti nel territorio del comune in cui operano.

E allora vorremmo capire poi, (e per il momento ci fermiamo qui, ci dispiacerebbe infatti ritornare a discutere su questioni, situazioni, persone di cui in passato ci siamo occupati e ai quali abbiamo mostrato forte solidarietà democratica in certi frangenti), ripetiamo, vorremmo capire se stamattina abbia subito un rallentamento, in impaludamento la procedura che deve andare spedita con l’obiettivo semplice, banale e soprattutto trasparente dell’accertamento della verità, attraverso un sopralluogo che il sindaco Velardi, in tutta evidenza, non vuole, altrimenti avrebbe aperto, come noi gli abbiamo chiesto con serenità, le porte della sua casa ai consiglieri comunali, a un qualsiasi cittadino che lo desiderasse, per dimostrare di aver correttamente adempiuto agli obblighi dell’ordinanza.

Se uno non ha nulla da nascondere, non ha nulla da temere. Se uno ritiene di aver detto la verità, non ha alcun problema a favorire che questa emerga in maniera palmare e indiscutibile.

Se infatti, le autorità che rappresentano lo stato anche per quel che riguarda la funzione di polizia giudiziaria, devono agire in concordia, insieme, ben coordinate e soprattutto con rapidità, perchè in questo caso c’è poco da discutere: o Velardi ha adempiuto oppure non ha adempiuto e allora occorrerà che siano altre autorità a procedere all’abbattimento.

Questa storia di convocare il vigile urbano Lasco e la comandante Guglielmina Foglia, è solamente una perdita di tempo rispetto ad un obiettivo che in maniera chiara è finalizzato alla difesa dell’ordine costituito sulla legge.

Facciamoci il segno della croce, perchè non siamo nati ieri e ci si conosce da 20 anni e più.