MARCIANISE. Siccome c’è aria di spy story e di “bacchettismo” Gennaro Spasiano dica se ha messo o no la firma digitale sull’incarico Siad a Colella

5 Aprile 2019 - 19:16

MARCIANISE – Vista l’aria che tira a Marcianise non è da escludere al 100% che nella guerra guerreggiata, nella faida la cui paternità, la cui primogenitura non può non essere addebitata al sindaco Velardi, quelli che lo avversano o che sono stati messi nell’angolo possono aver fabbricato un pezzotto per screditare il sindaco e il suo fedelissimo segretario comunale Onofrio Tartaglione.

Il documento uscito fuori è uno standard ad uso interno. Se guardate bene il documento che pubblichiamo, vi accorgerete che è frutto di una sovrapposizione di più documenti.

Il problema che abbiamo noi nel raccontare la vicenda è di un solo tipo: per la prima volta abbiamo a che fare con questo sistema che racconta dietro alle quinte di un atto amministrativo pubblico, le attività compiute all’interno di esso con tanto di descrizione cronologica dei vari interventi di quella che tecnicamente, secondo ciò che significa questa parola, è una manipolazione a scopo di revisione.

Siccome siamo ignoranti della materia, non sputiamo certo sentenze.

La questione è quella dell’affidamento controverso, molto criticato, a Luigino Colella del piano Siad.

L’atto amministrativo, cioè la determina recante la firma digitale dell’unica autorità competente titolare del potere di nomina, cioè il dirigente dell’ufficio tecnico Gennaro Spasiano, è datata 10 agosto ed è evidenziata in giallo nel documento.

Successivamente, almeno stando a questo documento, sullo stesso procedimento si sarebbero verificate attività da parte del segretario comunale Onofrio Tartaglione.

Nel dettaglio, il 13 agosto del 2018, cioè 3 giorni dopo, sempre evidenziato in giallo, Tartaglione avrebbe aperto la procedura.

Non siamo in grado, ripetiamo, per difetto di cognizione, di dirvi cosa significhi che la procedura è stata aperta rispetto a una procedura chiusa e sigillata da una firma digitale.

Una certezza però esiste. Il 13 agosto Spasiano in Comune non c’era, perché per i postumi di un piccolo intervento chirurgico è stato in ferie da quel giorno fino al 19.

Per onor di cronaca va infine sottolineato che il 14 agosto, come pure si legge dal documento “Apertura fase – Presa in carico – Firma originale”.

Ora, invece di mandarci al manicomio a ricostruire geroglifici e diavolerie burocratiche, basterebbe che l’ingegnere Spasiano dicesse chiaramente se lui il giorno 10 agosto 2018 ha messo oppure non ha messo quella firma digitale.

Nel primo caso potremmo parlare tranquillamente di veleni immeritati nei confronti del segretario comunale.

Nel secondo caso, nulla di eccezionale per ora, ma cavolo, anche in uno slancio di garantismo e di fede nella bontà del genere umano, qualche leggerissimo interrogativo sul fatto che qualcosa di strano possa essersi verificato intorno a quella nomina sarebbe pure lecito porselo.