MARCIANISE Tutor, ma perché il sindaco Velardi lo vuole per forza? Qui i soldi li ha fatti solo il privato. Per il Comune, subissato dalle sentenze, è stato un disastro

30 Novembre 2021 - 19:33

E’ una domanda che è lecito porsi, soprattutto se formulata da chi, come noi, ha raccontato e racconta da mesi questi scabrosissima vicenda densa di illegalità e di paradossi, a partire da quello rappresentato dal supergettito delle multe, frutto di un meccanismo che il tribunale e la Prefettura hanno stroncato come illegale ed illegittimo

 

MARCIANISE (g.g.) Quando si tratta di argomenti seri, siamo ancora più attenti, a volte anche preoccupati, di scontare certe promesse che formuliamo ai nostri lettori.

Sicuramente a questa categoria di fatti appartiene la vicenda complicatissima e di certo opaca del tutor, prima installato dal Comune di Marcianise, poi disinstallato dallo stesso Comune nei giorni in cui questo era amministrato da un alto dirigente dello Stato, cioè dal viceprefetto vicario Michele Lastella. Senza andare a raccontare le puntate precedenti, altrimenti facciamo notte, vi diciamo che la nostra promessa formulata qualche mese fa, al tempo in cui questo giornale ha dedicato un paio di articoli corposi ed importanti all’argomento tutor, siamo in grado di scontarla ai nostri lettori ai quali a suo tempo garantimmo che saremmo tornati sull’argomento avendo la necessità di studiarlo più approfonditamente.

Oltre a questo articolo ne pubblicheremo almeno altri due, in cui opereremo una narrazione ricca di dettagli tecnici in cui andremo a raccontare tutti i passaggi che hanno creato in noi una convinzione granitica e che per una volta vogliamo far diventare il punto di partenza e non il punto di arrivo di una nostra inchiesta giornalistica. Questi tesi è la seguente: l’operazione dei tutor installati su una strada a quattro corsie, la parte della Provinciale 335 che insiste nel territorio di Marcianise, è stata una vera e propria cuccagna per l’azienda che, a suo tempo, cioè nei mesi iniziali della prima consiliatura di Antonello Velardi, si è aggiudicata la gara. Cuccagna per questa associazione temporanea di imprese di cui fa parte, come riferimento principale la Securtek della

famiglia De Gennaro, o Di Gennaro non ricordiamo bene il cognome, residente a Casagiove e che noi dopo aver studiato bene tanti documenti collegandoli ad un contestuale approfondimento delle normative vigenti e anche di qualche repertorio giurisprudenziale, non possiamo più permetterci il lusso di far rimanere un cognome qualsiasi, un’identità importante come lo può essere un qualsiasi nominativo contenuto nell’elenco telefonico.

Alla montagna di quattrini introitata dal privato che in nome e per conto del Comune ha impiantato i dispositivi, occupandosi anche della parte amministrativa per quanto riguarda la registrazione delle contravvenzioni e di tante altre cose ancora che poi andremo ad approfondire, ha fatto riscontro l’ennesimo disastro finanziario subito dal Comune e che i marcianisani dovranno pagare con le proprie tasche.

Da un lato l’azienda ha intascato più di 2 milioni e mezzo di euro, nella prossima puntata vi diremo come, dall’altro lato c’è un’amministrazione comunale sommersa da una montagna di procedimenti persi davanti al giudice di pace e anche amministrativamente in sede di ricorsi in Prefettura. Ma una montagna sul serio. Tutti coloro che hanno presentato ricorso hanno avuto ragione. Un 100% che esprime un’unica evidenza: ogni pezzo della struttura tutor, a partire dall’impianto, proseguendo col funzionamento è stata illegittima se non illegale. A partire da cose banali come la segnaletica che avrebbe dovuto indicare la tipologia del dispositivo di controllo che è tutt’altra cosa rispetto ad un autovelox.

Riflettete un attimo su questo punto: uno dei cavalli di battaglia delle centinaia, forse migliaia di ricorsi presentati, è stato costituito dalla contestazione netta sul fatto che le caratteristiche di quella strada provinciale hanno sempre implicato l’adozione, vigente un minuto prima della partenza del tutor e dal minuto immediatamente successivo al suo spegnimento, dei limiti di velocità pari a 110 km orari.

Ora è anche vero che negli ultimi anni se ne sono viste di tutti i colori in Italia con i comuni che hanno invaso anche le strade statali, riempiendoli soprattutto di autovelox. Ma se ci fate caso, il limite di velocità è stato sempre stabilito attorno a quello istituzionale, definito per la strada in base alle sue caratteristiche, in certi casi si è passati ad esempio da 80 ordinari ai 60 frutto delle forzature dei Comuni e questo ha generato tantissime critiche e anche tantissimi ricorsi.

Nel momento in cui, invece, il signor Velardi e la sua amministrazione hanno fissato di propria sponte un limite di velocità di 60 km orari in una strada a 4 corsie suddivise in due sensi di marcia, strutturata dunque come un’autostrada, hanno dimezzato gratuitamente, ingiustificatamente, proditoriamente un limite stabilito in base alle norme del Codice della strada.

Seguite ancora il ragionamento: nei mesi scorsi, quando abbiamo scritto i nostri articoli sul tutor, ci siamo soffermati molto sullo sfasamento tra i massimali previsti dal bando e dal capitolato d’appalto e ciò che è stato effettivamente riconosciuto all’impresa privata. Quasi impazzivamo nel momento in cui andavamo a confrontare i due milioni e mezzo incassati con quel massimo non superabile di circa 700mila euro decretato in sede di bando e capitolato.

Studiando, abbiamo capito che il Comune di Marcianise ha dovuto rivedere quei calcoli perché il gettito, incasso delle contravvenzioni è stato nettamente, esponenzialmente superiore alla più rosea delle previsioni: più di 5 milioni di euro nel giro, ci sembra, di un anno. Ma perché si è verificato questo fenomeno? Ve lo diciamo subito: se tu metti un limite di velocità di 60 km orari lungo una strada a quattro corsie suddivise in due sensi di marcia, se non indichi che si tratta di un tutor e non di un autovelox, se impianti le strutture elettroniche in maniera contraria alle regole, va da sé che il gettito delle multe aumenterà in maniera clamorosa oltre a rendere quel pezzo di strada pericoloso, perché vi si andranno a incrociare automobilisti che non hanno percepito l’esistenza di un tutor, che procedono secondo il limite di velocità istituzione di cica 100 all’ora, con automobilisti che sanno e che vanno a 60 all’ora, ma soprattutto con quelli che capiscono all’ultimo momento, veri e propri pericoli pubblici, gente che inchioda il freno trasformando la propria auto in una sorta di birillo al gioco del bowling. Ma non perché gli automobilisti sono scavezzacollo e indisciplinati, ma perché tu hai  messo in campo un sistema che non a caso il giudice di pace e la Prefettura hanno bocciato senza remissioni, accogliendo, il 20% dei ricorsi? il 40%? Il 50? il 70? No, il 100%. E allora tutti questi atti esecutivi che si stanno abbattendo sul Comune di Marcianise porteranno alla necessità di dover votare in Consiglio una valanga di debiti fuori bilancio perché si dovrà restituire un botto di euro, ottemperando a sentenze esecutive. Al contrario, l’impresa privata resta del tutto impermeabile rispetto a questa situazione. L’impresa che quantomeno è corresponsabile, non ci mette un euro. Al contrario, riempie le sue tasche di banconote che sono diventate tante, ben 4-5 volte in più della più ottimistica delle previsioni e più del triplo del massimale indicato nel bando e nel capitolato grazie ad un sistema illegale considerato tale non da Casertace, ma, nell’ordine dal giudice di pace, dunque dal tribunale, dall’ufficio ricorsi della Prefettura di Caserta e dal vice prefetto vicario della stessa che dopo essersi insediato al Comune di Marcianise ha dovuto immediatamente chiudere, abolire quel tutor. Al contrario decine di migliaia di fessi, cioè quelli che non hanno fatto ricorso, hanno pagato ben 5 milioni di euro.

Finita qui? No. Il signor Velardi in sede di messa a punto degli strumenti di programmazione, nella fattispecie il Piano triennale delle opere pubbliche, ha destinato facendola votare in consiglio comunale, la parte sopravvissuta a quella che dovrà essere decurtata per pagare le cause perse, ai lavori di riqualificazione di quell’area stradale. Negli ultimi mesi Velardi è letteralmente tarantolato su questa vicenda. Vuole fortissimamente che il tutor venga ripristinato. Ha scritto anche una lettera di rimprovero alla segretaria comunale Mariantonietta Iacobellis, che poi, diciamocela tutta, secondo noi questo è uno dei motivi veri della lite e della frattura definitiva nei rapporti tra il sindaco e la citata segretaria. La Iacobellis, una che non si fa passare la mosca sotto al naso, ha risposto per le rime sottolineando tutti gli aspetti critici delle procedure con dovizia di particolari e con ampia citazione di leggi e norme. Sempre secondo noi, tifare per il tutor non significa tifare per gli interessi dei marcianisani, visto com’è andata, ma per quelli del privato il quale si è letteralmente arricchito perché gli sono entrati in tasca tutti i soldi prodotti da un sistema illegale, assolutamente determinante per la quadruplicazione e per la quintuplicazione degli incassi rispetto a quelli previsti anche in chiave più ottimistica. Quella, la 335, è una strada provinciale, e tutti gli atti convenzionali ed interistituzionali costituiti per impiantare a suo tempo il tutor sono stati formalizzati tra il Comune di Marcianise e l’amministrazione provinciale. Diventa, dunque, piuttosto acrobatica l’idea che oggi quella strada possa non essere più provinciale ma regionale, così come sembra sia stato scritto in un parere legale pro veritate, pagato ovviamente dal Comune di Marcianise, e che dunque essendo regionale implicherebbe la decadenza dell’obbligo a cui il Comune di Marcianise deve adempiere ai sensi di quel Codice della strada su cui ci siamo molto soffermati negli articoli di qualche mese fa. Codice che prevede una partecipazione definita anche nelle percentuali del proprietario della strada, cioè delle amministrazioni provinciali, alla suddivisione del gettito delle contravvenzioni. Velardi, che le leggi se le fa a modo suo, ora dice che è regionale la 335 e da qui salta fuori quella provvista di qualche centinaia di migliaia di euro appostata, secondo il segretario comunale ed anche secondo noi, in maniera non legittima nel Piano triennale delle opere pubbliche, in quanto esiste una delibera di giunta datata 2016 che ha attivato formalmente la procedura individuando l’amministrazione provinciale come unico interlocutore, in quanto proprietaria della strada.