MARCIANISE. “Uccidiamo te e tua moglie”, colpito alla testa con una pistola e massacrato dai fratelli Letizia

26 Dicembre 2018 - 15:45

MARCIANISE – Ebbe una lezione il neo pentito Giuseppe Grillo, il quale nell’interrogatorio reso il 19 novembre, svela ciò che accadde nella primavera del 2015 a Marcianise, nei gruppi dediti allo spaccio di droga. Grillo e Pontillo punirono Generoso Di Sivo, che non aveva voluto pagare la droga. I due dovettero però subire la reazione di Primo e Salvatore Letizia.

Ecco il testuale racconto di Grillo:Pontillo si recò a casa di Salvatore Letizia. Io rimasi al bar ad apettare il ritorno di Giovanni Pontillo per circa un’ora ma non vedendolo arrivare, preoccupato di cosa gli fosse successo, con la mia Fiat Uno mi recai a casa di Salvatore Letizia sita nei pressi della stazione di Marcianise.” 

“Una volta giunti a casa di Salvatore Letizia vidi che erano presenti il fratello Primo, lo stesso Salvatore e Generoso De Sivo. Io andai abbastanza tranquillo a casa di Letizia in quanto ritenevo che Pontillo avesse agito con l’accordo dei fratelli Letizia nei confronti di Generoso De Sivo ed anche per quel motivo io ero intervenuto.”

“Io mi ero fatto accompagnare a casa di Salvatore Letizia da un mio amico che rimase ad aspettarmi in macchina e fu questa, forse, la ragione per cui i fratelli Letizia non esplosero contro di me colpi di pistola per paura che il mio amico potesse denunciarli.”

“Tuttavia quando arrivai a casa di Salvatore Letizia mi resi conto che i fratelli avevano considerato l’aggressione a Generoso De Sivo, loro uomo di fiducia, come uno sgarbo nei loro confronti e quindi; appena entrato fui colpito alla testa col calcio della pistola, da Salvatore Letizia e fui condotto nello scantinato dai fratelli Letizia i quali continuarono a picchiarmi e mi minacciarono di morte.”

“I fratelli Letizia mentre mi piacchiavano mi dissero che da quel momento non avrei più potuto vendere nemmeno più un grammo di droga a Marcianise ed anzi sarei dovuto andarmene da Marcianise e che se mi avessero scoperto a spacciare avrebbero ucciso me e mia moglie. Io uscito di casa mi recai a casa di Giovanni Pontillo: ero sanguinante in testa e sul volto. Mi medicarono lui e mia moglie”