MARCIANISE. Velardi ordina: niente cibo ai randagi o multe salate. Ma ecco perchè è una disposizione contro la legge

21 Settembre 2018 - 18:39

MARCIANISE (m.c.v.) – L’ultima ordinanza sindacale emanata da Antonello Velardi, ovvero quella che vieta – pena una sanzione da 25 a 150 euro – di somministrare cibo agli animali randagi della città, ha spaccato in due l’opinione pubblica.

Alta si è levata la voce contrariata degli animalisti, che già stanno allargando a tutta la provincia la partecipazione alla protesta e preparando un ricorso al Tar della Campania. 

Casi di giurisprudenza similari, infatti, si sono risolti a favore degli animalisti: nutrire i randagi non può essere vietato. Qualche anno fa il Tar di Lecce, interpellato dalle associazioni animaliste, censurò l’ordinanza dell’allora sindaco di San Vito dei Normanni Alberto Magli, che vietava di sfamare gli animali che giravano per la città.

Il divieto sindacale di offrire alimenti agli animali randagi appare in contrasto con la legge regionale 16/01, con la legge nazionale 281/90, con le norme europee in tema di tutela degli animali d’affezione, già considerati come esseri senzienti, nonchè con gli articoli del Codice Penale in tema di maltrattamento di animali.

La legge italiana promuove la tutela dei cani che vivono in stato di libertà: è vietato maltrattarli e spostarli dal loro habitat. L’unico intervento ammesso per la prevenzione dal randagismo è la profilassi attraverso atti di censimento (tramite apposizione del microchip) e controllo delle nascite (tramite sterilizzazione).

Sarebbe di questo che il sindaco Velardi dovrebbe occuparsi. Non è impedendo ai cittadini di sfamare i randagi, i cosiddetti “cani di quartiere”, che questi smetteranno di rappresentare un problema, nell’accezione limitata in cui lo sono. Cosa si augura il sindaco, che muoiano di fame e quindi cessino di riprodursi?

In più, manca lo studio scientifico che permetta all’Asl di comprovare l’effettiva correlazione tra la presenza di cani randagi in città e il reale pericolo igienico-sanitario per i cittadini.

Non va dimenticato, inoltre, che il Comune di Marcianise spende circa 300mila euro all’anno per il mantenimento dei cani randagi presso il rifugio sanitario di via Casa del Bene. E’ questa, dunque, la soluzione proposta dal sindaco? Smettere di nutrire i cani e basta?