MAZZETTE & PRESTANOME. Vi rinfreschiamo la memoria sulle manovre di Biagio Lusini, Gennaro Pitocchi, Nicola Morra & co. (indagati loro ed altri 10) sulla lottizzazione Schiavone

23 Febbraio 2023 - 20:25

Stamattina c’è mancato il tempo materiale per farlo, ma abbiamo impiegato un po’ di ore del nostro preserale per recuperare i contenuti della nostra inchiesta giornalistica, una delle tante, con cui a suo tempo svelammmo tutte le porcherie consumate con l’obiettivo di effettuare una mega speculazione nel comparto 2 Sud Est di Teverola.

TEVEROLA (g.g.) Abbiamo impiegato qualche ora, a causa degli impegni gravosi che il lavoro in questo giornale comportano, per sottolineare, doverosamente, che la rivelazione sull’esistenza di un’indagine sulla lottizzazione Schiavone di Teverola, da un lato è un peccato, perché dà troppi vantaggi agli indagati, dall’altra parte rappresenta l’ennesima certificazione di qualità del nostro lavoro.

Lo sforzo compiuto, nell’anno 2021, per raccontare questa vicenda che noi consideriamo di malaffare, non avendo il problema della procedura penale da assolvere, è stato enorme. L’articolo pubblicato il 7 maggio di quell’anno e che, relativamente alla parte riguardante la lottizzazione Schiavone, pubblichiamo in calce a questo, rappresenta una ricostruzione meticolosa, puntuale, documentata, costellata di riferimenti normativi. Un lavoro con il quale vivisezionammo ogni virgola degli atti amministrativi, a partire dalla determina firmata dall’allora dirigente dell’Ufficio tecnico Davide Vargas, un architetto di design che di tutto si era occupato nella sua vita, eccetto che di legislazione urbanistica e che era del tutto evidente fosse arrivato a Teverola per operare in simbiosi amministrativa con il suo superamico e stabile riferimento professionale Gennaro

Pitocchi.

Due le direttrici di quella inchiesta giornalistica: la lunga storia, il lungo conto sospeso che Biagio Lusini aveva con il desiderio inappagato di costruire o di far costruire centinaia di appartamenti nel comparto 2 Sud-Est nei terreni di proprietà di Pasquale Schiavone, di cui Lusini o i suoi amici avevano già il controllo di fatto, attraverso un documento di comprosesso alla vendita. Un conto in sospeso di cui l’ex sindaco, abituato a comandare tutto e tutti a Teverola, “non si faceva capace”, come si dice in espressione dialettale. Nel 2015, da sindaco, aveva fatto approvare dalla giunta una delibera ad hoc con la quale calava un vestito su misura, attraverso il via libera al Progetto esecutivo delle urbanizzazioni primarie. Siccome teneva in mano il pallino, gli andava che le opere di urbanizzazione del comparto 2 Sud Est fossero realizzate direttamente dal Comune. Nel 2021, quando è tornato a comandare, pur essendo, almeno sulla carta, solo un consigliere di minoranza, ha assistito plaudente alla stesura della determina, firmata dal citato Davide Vargas e ispirata, probabilmente, da Gennaro Pitocchi, grazie alla quale, in una sorta di assalto alla diligenza, venivano scomputati gli oneri di urbanizzazione per circa mezzo milione di euro, con l’impegno dei proprietari a realizzare di tasca propria fognature, illuminazione e strade, evidentemente con i metodi tipici adottati attraverso le contabilità di certi cantieri.

Casertace ha cercato di interferire e qualche condizione di disagio alla procedura l’ha creata. Ma comunque Lusini è andato avanti e qualche tempo dopo la pubblicazione dell’articolo del 7 maggio, ne abbiamo redatto un altro in cui raccontavamo una notizia incredibile: proprio il 7 maggio 2021, manco a dirlo contemporaneamente alla pubblicazione di quel nostro primo articolo, veniva costituita, a un mese di distanza dalla firma della determina che garantiva, per effetto dello scomputo, a Lusini e ai suoi amici l’esenzione dal versamento degli oneri di urbanizzazione, la Delfi srl, soci Giovanna e Salvatore Lusini, cioè i figli di Biagio Lusini. Come dire: voi scrivete quello che vi pare, a Teverola comando io e nessuno mi può toccare.

Oddio, una velocità maggiore si poteva anche sperare da parte dell’autorità inquirente. Sappiamo che Cesare Sirignano, ottimo magistrato con lunghi trascorsi nella Dda e nella Procura nazionale antimafia, ha assunto da poco la titolarità di questo fascicolo. Forse un po’ di tempo è stato perso prima e dunque, giocoforza, Sirignano non ha potuto far altro che procedere ad una richiesta di proroga delle indagini, per effetto della quale si sono saputi tutti i nomi degli indagati, cioè quelli dell’attuale sindaco di Teverola Tommaso Barbato, del già citato Biagio Lusini, dell’ugualmente citato supercostruttore e iperlottizzatore Angelo Morra, in pratica un corpo e un’anima con Lusini, dell’ugualmente già citato architetto Davide Vargas, di Gennaro Pitocchi, per il quale magari certe fortune stanno finendo, visto e considerato che nel giro di pochi giorni è finito per due volte nel registro degli indagati della Procura di Aversa-Napoli Nord, la prima volta per il permesso a costruire e per l’edificazione degli appartamenti peraltro già venduti dal costruttore Jari Ceceri, in via Linguiti. Tra gli indagati, ancora, l’assessore ai Lavori pubblici Pasquale Buonpane, anche lui un fedelissimo di Lusini; il trentolese Emilio Chianese, suocero dell’attuale sindaco di aversa Alfonso Golia e coinvolto anche in un’altra famosa indagine, quella partita dopo il suicidio di un imprenditore di Giugliano, vittima di usura. E ancora Pasquale Schiavone, Carlo Verde di Parete e Pasquale De Floris, 41enne nato a Caserta. Tutti questi sono indagati per il reato di corruzione in concorso. Sono 10 persone a cui vanno aggiunti altri tre nomi, quelli di Carmela, Gennaro e Carmine Verde, indagati per intestazione fittizia di beni, ai sensi dell’articolo 512 bis del Codice penale. Il che fa capire che questa storia non è stata solo popolata da mazzette, come era apparrso del tutto evidente fin dall’inizio, ma anche da un significativo uso di prestanomi.

famosa insdagine quella partita dopo il suicidio di un imprenditore di Giugliano, vittima di usura. E ancora Carlo Verde di Parete e Pasquale De Floris, 41enne nato a Caserta. Tutti questi sono indagati per il reato di corruzione in concorso. Sono 10 persone a cui vanno aggiunti altri tre nomi, quello di Carmela, Gennaro e Carmine Verde, indagati per intestazione fittizia di beni ai sensi dell’articolo 512 bis del Codice penale. Il che fa capire che questa storia non è stata solo popolata da mazzette, come era apparrso del tutto evidente fin dall’inizio, ma anche da un significativo uso di prestanomi.

Il resto, cioè tutta la ricostruzione precisa della vicenda della lottizzazione Schivane ve lo leggete nell’articolo del 7 maggio 2021 che pubblichiamo qui sotto e nel link che lo segue immediatamente, contenente un altro articolo con cui rivelammo la notizia della costituzione della società con i due figli di Biagio Lusini.

LOTTIZZAZIONE SCHIAVONE, LA STORIA

(Articolo pubblicato da CasertaCe il 7 maggio 2021)

Gli obiettivi che si propone la delibera numero 24 del 6 aprile 2021, sono ambiziosissimi, come mai lo sono stati a Teverola, negli ultimi anni 5 o 6 anni. Sembra essere tornati veramente ai tempi in cui Biagio Lusini faceva il sindaco, mostrando, contemporaneamente e contestualmente, tutti quanti i suoi estri, le sue competenze, le sue attitudini nel settore delle imprese di costruzioni, suo mestiere originario.

Di tre cose si occupa questo atto amministrativo: redige in pratica il cosiddetto piano di recupero per la zona A che, giusto masticando pochi rudimenti di legislazione urbanistica, è sempre quella ricadente nei cosiddetti centri storici o centri fortemente urbanizzati ed antropizzati.

Seconda parte della delibera: piano attuativo del comparto 2 Sud-Est. Il metodo Pitocchi consiste nell’attribuire una protezione di riserbo agli obiettivi reali perseguiti attraverso una delibera. Dunque, con queste definizioni tecniche, che risultano assolutamente criptiche per chi non conosce la materia, si può procedere più tranquillamente, senza drizzare troppe antenne.

Ma allora, che ci stiamo a fare noi? Dunque, comparto 2 Sud-Est, manzonianamente, “Chi era e chi è costui”? La lottizzazione Schiavone è stata ripresentata nel 2019. Lusini non si è mai arreso. Il diniego dell’ufficio tecnico era basato sul fatto che tutti gli appartamenti da realizzare nella lottizzazione Schiavone avrebbero dovuto essere preceduti dalla presentazione, dall’approvazione di un piano di infrastrutturazione primaria, ma soprattutto dalla costruzione di opere fondamentali, cioè fogne, strade, eccetera, ad opera del comune di Teverola, unico garante del pubblico interesse di quegli interventi, da finanziare, come prevede la legge, attraverso l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione versati dal titolare del permesso a costruire. Leggendo la delibera dello scorso 6 aprile, sempre quella il cui oggetto è scritto a penna, risulta evidente che l’autorizzazione al cosiddetto scomputo degli oneri di urbanizzazione che in questo caso ammonterebbero a oltre mezzo milione di euro, rappresenta lo strumento con cui gli imprenditori della filiera di Lusini vogliono superare il problema serio dell’infrastrutturazione primaria. Il ragionamento è semplice: se io devo pagare gli oneri di urbanizzazione in modo che il comune, com’è serio e giusto che sia, realizzi le fognature, le strade, che essendo cose pubbliche direttamente attinenti alla qualità dei servizi forniti a tutti i cittadini, è sempre meglio non delegare ai privati e alle loro estrose contabilità di cantiere. 

D’altronde, Teverola non è che non vanti precedenti “illustri”, al riguardo: basti ricordare quello che è successo anni fa, nella famosa zona PEEP, già legge 167, dove il comune incassò zero euro come oneri di urbanizzazione, a fronte della realizzazione di circa 500 appartamenti. Angelo Morra, altro nome noto dell’imprenditoria locale e a sua volta amicone di Biagio Lusini e compagnia, “se la vide tutto lui”. Lo schema dunque è lo stesso: scomputare perchè gli appartamenti, le case, l’obiettivo speculativo, diventino la prima motivazione, se non l’unica, dell’intervento, con buona pace della qualità delle infrastrutture che essendo un problema di popolo, di bene pubblico non può certo interessare a chi, per mentalità e cultura, non sa neppure dove stia di casa il bene comune: “La quota di contributo relativa gli oneri di urbanizzazione va corrisposta al comune all’atto del rilascio del permesso di costruire e, su richiesta dell’interessato, può essere rateizzata. A scomputo totale o parziale della quota dovuta, il titolare del permesso può obbligarsi a realizzare direttamente le opere di urbanizzazione…“.

Insomma, prima ti enuncio la norma sull’obbligo di pagamento degli oneri di urbanizzazione, subito dopo stabilisco la deroga attraverso lo scomputo. Lo faccio, giusto per far capire a tutti, ma proprio a tutti, chi comanda veramente oggi a Teverola. Va citato un altro passaggio della delibera, sempre relativo al via libera allo scomputo: “l’amministrazione Comunale di Teverola ebbe a provvedere in merito, per il solo “Comparto 2 Sud-Est” con Deliberazione della Giunta Comunale n.8 del 30/01/2015 con cui approvava l progetto esecutivo delle urbanizzazioni primarie“.

Della serie: sono tornato e, rispetto alla questione di alto business dello scomputo sostitutivo del pagamento degli oneri di urbanizzazione, reinstallo la mia legge. Perchè quella delibera numero 8 del 30 gennaio 2015, stabiliva la “legge di Lusini”. Peraltro, quella delibera, cioè la numero 8, fu approvata, non come struttura normativa generale, ma solo come chiavistello apprestata alla questione per scardinare la blindatura giuridica riguardante il permesso a costruire del comparto 2 Sud-Est, cioè della lottizzazione Schiavone.

LA SOCIETA’ DEI FIGLI DI BIAGIO LUSINI

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