MONDRAGONE ALLE ELEZIONI Oplà, l’avvocato Giosuè Barbato “prende” due incarichi dal Comune l’11 aprile e poi accetta la candidatura in una delle liste della coalizione messa in piedi da Giovanni Zannini

2 Maggio 2022 - 18:04

Seguite con attenzione il nostro ragionamento, magari tenendo aperti i due decreti sindacali che pubblichiamo in calce al nostro articolo nella loro versione integrale

 

MONDRAGONE (g.g) Stendiamo, ma solo per il momento, un velo pietoso sulla premessa dei due decreti sindacali con i quali Virgilio Pacifico ha assegnato due incarichi professionali intuitu personae all’avvocato Giosuè Barbato di Mondragone.

Un pietoso silenzio perché il riferimento alla sentenza della Corte europea, che ha distinto gli incarichi agli avvocati esterni attribuiti dalla pubblica amministrazione per la sua rappresentanza in giudizio, da tutti gli altri affidamenti sottoposti al regime del D. leg. 50/2016, nuovo Codice degli appalti, è puramente assertiva e non dettagliatamente declinata, così come sarebbe stato serio e giusto fare.

Perché ad essa, cioè alla sentenza europea, si arriva a conclusione  di una lunga querelle sulla natura di questi incarichi che, al contario di quello che ha sancito la corte di Strasburgo, la quale in pratica ha dato il via a questi decreti monocratici totalmente discrezionali dei vari sindaci, secondo l’Autority nazionale anticorruzione avrebbero dovuto, come detto, sottendere alle norme e ai criteri del D. leg.50/2016.

Leggendo la struttura della narrativa di premessa del decreto di Pacifico, evidentemente istruito dal dirigente degli Affari generali e del Contenzioso del Comune di Mondragone, si ha la sensazione di un copia e incolla, visto e considerato che nell’ultima parte viene scritto che, comunque, l’incarico all’avvocato Barbato sarà attribuito in base a criteri di economicità ma, soprattutto, rispettando la rotazione dei professionisti iscritti nella short list comunale. Esattamente la stessa formula utilizzata in un altro decreto sindacale, firmato da Virgilio Pacifico sempre il giorno 11 aprile, e che attribuisce un altro incarico a Giosuè Barbato, con buona pace della rotazione.

Ma, ripetiamo, su questo tema, più tecnico, magari ritorneremo nei prossimi giorni.

Ora, invece, va semplicemente registrato che il professionista mondragonese ha già in pratica annunciato la sua candidatura alle prossime elezioni comunali in una delle liste ispirate e in buona parte costruite dall’onnipresente consigliere regionale Giovanni Zannini.

Giosuè Barbato l’ha fatto sicuramente nei giorni successivi all’attribuzione dei due incarichi professionali. E’ un dato di fatto. E, come amiamo scrivere sempre in casi come questo, con questi elementi a disposizione non si possono esporre certezze tombali, lapidarie affermando che ci sia una connessione tra i due avvenimenti, cioè tra l’attribuzione degli incarichi professionali pagati, ovviamente, con soldi pubblici appartenenti ai cittadini-contribuenti di Mondragone, e la candidatura dello stesso Barbato alle elezioni comunali nella coalizione di Zannini, appoggiata anche dal sindaco uscente Pacifico, firmatario dei due decreti, e che ha lasciato, come è noto, spazio a Francesco Lavanga, pure lui avvocato, come avvocato è Giovanni Zannini, in una rotazione politicamente irrilevante e possibile solo perché a Mondragone il sindaco l’ha fatto Zannini durante la consiliatura di Pacifico e Zannini lo farà, come appare largamente probabile (e ci mancherebbe pure che non vincessero le elezioni con questo mostrutoso apparato clientelare apprestato all’obiettivo) con Francesco Lavanga, per altro da molti anni professionalmente legato allo Zannini.

Ma è anche vero che rappresenta un dato oggettivo e indiscutibile il fatto cronistico dell’esistenza di due eventi, cioè gli incarichi e la candidatura, dell’incardinamento in un contesto temporale di campagna elettorale che dà la possibilità di affermare senza mezzi termini che gli incarichi professionali sono stati dati l’11 aprile e la decisione di candidarsi è arrivata dopo l’11 aprile. Per cui deve necessariamente diventare oggetto di una notizia la quale va erogata in quanto tale. Noi siamo di scuola liberare e dunque aborriamo le cosiddette deduzioni logiche, che in un caso come questo non avrebbero certo rappresentato un abuso, nel momento in cui avessimo deciso di non affermare con nettezza che non esiste la prova tombale della connessione fattuale tra i due eventi. Dunque, ribadiamo che non possiamo affermare con certezza che i due incarichi siano una causa e la candidatura sia un effetto. Ma ammettere che questo fatto appartenga al novero delle possibilità, delle probabilità, non solo non è peccato, ma è un’informazione che va data senza se e senza ma.

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