MONNEZZA&CAMORRA. Carlo Savoia ritrova il suo vecchio amico Carlo Marino, il bando rivisitato e poi scomparso e la delibera sparita nel nulla

15 Novembre 2018 - 11:45

CASERTA – Carlo Savoia non ha avuto bisogno di presentazioni o di una lettera di referenze per entrare dalla porta principale al Comune di Caserta.

Lui sapeva perfettamente, ma proprio perfettamente, chi fosse Carlo Marino, chi fosse Franco De Michele e chi fosse Marcello Iovino.

Al tempo di Nicola Cosentino, Carlo Savoia era uno dei sottosegretari del Ministero della Monnezza nel governo reale della Provincia di Caserta, mentre Carlo Marino, da super assessore, era il Ministro dei Lavori Pubblici.

Franco De Michele era un attendente di campo e dunque sicuramente Carlo Savoia lo ha salutato con una distratta pacca sulla spalla.

Quello che è successo nelle stanze di Palazzo Castropignano abbiamo provato ad immaginarlo dal giorno in cui scrivemmo il primo articolo sulla gara di appalto-monstre dei rifiuti, 116 milioni di euro per 7 anni.

Ci illudemmo, a un certo punto, che quelle nostre denunce avessero provocato una riflessione da parte del sindaco di Caserta.

Avvenne quando della gara furono prorogati i termini di scadenza. Ci sbagliavamo. L’unica esigenza che aveva determinato quell’atto sorprendente atteneva alla necessità di ricalibrarne i contenuti in modo che una delle imprese partecipanti potesse trovare, diciamo così, terreno fertile e una strada spalancata davanti a sé.

Erano i giorni in cui Carlo Savoia spendeva la maggior parte del suo tempo nelle stanze del Comune di Caserta e il restante tempo per inseguire inutilmente il sottoscritto in modo da poterci parlare e poterlo convincere ad allentare la presa sul Consorzio Cite e sull’inquietante gruppo di soci che lo componevano.

Dopo qualche settimana, capito che quel tempo era sprecato, si dedicò in full immersion alle relazioni casertane.

Fatto sta che, a giugno, viene pubblicato il bando rivisitato che contiene poche modifiche, ma una importante: chi avrebbe vinto la gara si impegnava a occuparsi anche dello smaltimento dei rifiuti raccolti.

Grande furbata, perché detta così sembra una cosa buona e giusta, visto quello che è capitato con le piattaforme di stoccaggio degli anni scorsi.

Quel bando fissava la sua scadenza e dunque il tempo in cui le offerte tecnica ed economica sarebbero state presentate, al giorno 9 agosto. Insomma, tirava aria di pastetta, perché, come ormai sanno anche i bambini, quando chiudi la partita più importante di una gara prima di Ferragosto, in modo da spedire le carte all’Asmel (nuova centrale appaltante del Comune di Caserta, sulla cui identità sarà importante ritornare in seguito) proprio nel periodo della minima attenzione e della distrazione vacanziera collettiva, il più delle volte c’è qualche imbroglio sotto.

Qui si verifica, però, una sorta di cortocircuito.

A inizio settembre Caserta spedisce i documenti all’Asmel e da quel giorno la gara di appalto dei rifiuti diventa una roba da “Chi l’ha visto”.

In queste ore abbiamo consultato il sito Asmel: nessuna traccia di questa procedura.

In quei giorni si consumava un altro atto inquietante: la conferma di fatto, al di là del pensionamento avvenuto, del dirigente all’Ambiente e ai Servizi Sociali Marcello Iovino, al quale viene fatto firmare un contratto di consulenza gratuita.

Attenzione, Iovino era il Rup della gara prima del pensionamento e non c’è alcun atto del Comune che ne revoca la funzione.

Noi siamo dei creduloni: nonostante gli anni vissuti in questa terra di corrotti, siamo risucchiati da una biologia che ci induce, facendoci sbagliare, a pensare sempre al meglio o, quantomeno, al meno peggio.

Abbiamo armato un casino dei nostri per denunciare l’assunzione di Iovino come consulente, collegandola ai meccanismi perversi, ma assolutamente meno importanti dal punto di vista del quattrino circolante, dell’area dei Servizi Sociali.

Invece, Iovino rimaneva per terminare “il lavoro” iniziato nei primi mesi dell’anno sull’appalto dei rifiuti, dove gli interessi economici erano veramente stratosferici.

Tutto fermo e tutto grasso che colava a favore dell’impresa scaduta e interdetta da tempo, cioè Ecocar, che collezionava una proroga milionaria dietro l’altra.

Finale: cosa è successo dall’inizio di settembre a oggi?

Questo cercheremo di comprendere. Si è trattato di uno stop legato al fatto che i protagonisti siano venuti in qualche modo a conoscenza della pesante indagine della Dda? Può essere, ma la nomina a consulente di Marcello Iovino rende questa ipotesi più lontana.

Qualche altro concorrente nella gara ha fatto la voce grossa e avendo capito che la pastetta era pronta ha alzato la voce? Può darsi, e allora dobbiamo capire chi sono gli altri concorrenti a partire da Energetikambiente, con sede a Rozzano in provincia di Milano.

Chi è? Abbiate fede e ve lo diremo.

A proposito. C’è una delibera di giunta, la 223 di quest’anno, letteralmente scomparsa dall’Albo Pretorio del Comune di Caserta, com’è sempre capitato in un esercizio di arrogante sfrontatezza per quegli atti amministrativi che devono rimanere segreti e conosciuti solo dal sindaco e dagli assessori (o meglio da qualcuno di loro), dal segretario comunale Martino e dai dirigenti.

Nell’albo sono presenti le delibere 222 e la 224, presumibilmente approvate nella stessa seduta della 223.

Con tutto il garantismo possibile e immaginabile, di fronte a evidenze che vanno al di là dell’inchiesta giudiziaria e che investono ancora una volta la grande emergenza morale, acuitasi con Carlo Marino, del Comune di Caserta, ci sarebbero tutte le condizioni per chiedere, politicamente, le dimissioni del primo cittadino.