Neonazisti, 26 INDAGATI. Addestramento paramilitare nel Casertano. Riti hitleriani e armi “softair” modificate

19 Ottobre 2021 - 12:26

CASERTANO – Gruppi organizzati di matrice neonazista impegnati in campagne di apologia del fascismo, negazionismo della Shoah, incitazione all’odio razziale e all’antisemitismo, anche attraverso chat e canali su Telegram e Whatsapp, e capaci di svolgere anche attività di addestramento paramilitare in alcuni campi tra Casertano e Napoletano. Su questo si concentrano le indagini della procura di Napoli, impegnata a sgominare un’associazione sovversiva neonazista e suprematista, diffusa su tutto il territorio nazionale e in collegamento con analoghe organizzazioni in Ucraina.

Nell’ambito dell’inchiesta, questa mattina sono stati eseguiti da personale di polizia di Stato, Digos di Napoli e della polizia postale decreti di perquisizione a Napoli e provincia, Caserta, Avellino, Siena, Roma, Torino, Ragusa, Lecce e Ferrara nei confronti di 26 persone. Sono emersi stretti contatti e frequenti rapporti tra gli indagati e formazioni ultranazionaliste ucraine, apertamente neonaziste, come il Battaglione Azov, la Misantrophic Division, il Pravi Sector e Centuria, anche in vista di reclutamenti nelle fila di tali gruppi militari combattenti. Le perquisizioni di oggi seguono altre operazioni disposte nel maggio scorso nei confronti di alcune delle persone indagate.

In quell’occasione erano state recuperate munizioni, numerose armi softair, fra cui anche un lanciagranate, abbigliamento tattico militare e numerosi devices oggetto di successivi accertamenti tecnici. L’analisi dei dati acquisiti ha confermato l’ipotesi che “l’associazione neonazista – si legge in una nota a firma del procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Melillo – è organizzata all’ombra di un costituito Ordine di Hagal, in maniera caratterizzata da una rigida compartimentazione informativa in base al livello gerarchico raggiunto e volta a realizzare un avanzato addestramento militare dei suoi adepti, alcuni dei quali risultano aver frequentato, anche all’estero, corsi per l’utilizzo di armi da sparo corte e lunghe e per l’addestramento in tecniche di combattimento corpo a corpo”. Le perquisizioni hanno riguardato anche persone non sottoposte ad indagini, ma in stretto contatto con loro. Le investigazioni si sono svolte in collaborazione con la direzione centrale della polizia di prevenzione Ucigos – servizio per il contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno.