OMICIDIO CAIAZZO. La Cassazione confisca l’azienda del Killer: fu il luogo del delitto
11 Settembre 2024 - 11:08
Il cadavere di Luigi Caiazzo non è mai stato trovato. Il padre, Giuseppe, fu ucciso il giorno dopo. I due erano appartenenti alla Nco di Raffaele Cutolo e furono eliminati per l’offensiva che il clan dei casalesi stava mettendo in atto, al fine di ostacolare la riorganizzazione della Nco nel suo territorio di “competenza”
VILLA LITERNO – La quinta sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Maria Vessichelli ha confermato la confisca dell’azienda bufalina di Villa Literno, di proprietà di Giuseppe Terracciano e di sua moglie Mariella Attili, teatro dell’omicidio di Luigi Caiazzo.
Il cadavere di Luigi Caiazzo non è mai stato trovato. Il padre, Giuseppe, fu ucciso il giorno dopo. I due erano appartenenti alla Nco di Raffaele Cutolo e furono eliminati per l’offensiva che il clan dei casalesi stava mettendo in atto, al fine di ostacolare la riorganizzazione della Nco nel suo territorio di “competenza”.
Giuseppe Terracciano, condannato all’ergastolo, insieme al fratello Bernardo, alias Zì
Fu Giuseppe Terracciano ad attirare in trappola Luigi Caiazzo, conducendolo con uno stratagemma nella masseria di Villa Literno di proprietà di sua moglie. Lì Raffaele Cantone, gli sparò in pieno volto da distanza ravvicinata. Il cadavere, mai ritrovato, sarebbe stato occultato in un pozzo.
Avverso la pronuncia di secondo grado di rinvio dalla Suprema Corte, i coniugi per mezzo dei loro legali hanno presentato ricorso inammissibile per la Cassazione poicè “la bassa redditività dell’azienda ereditata dal padre Luigi Terracciano non avrebbe consentito gli accertamenti nell’azienda bufalina di Giuseppe Terracciano. Il collaboratore di giustizia Domenico Bidognetti riferiva degli investimenti dei figli di Luigi Terracciano che facevano evolvere l’azienda a riprova dell’esistenza di fonti di reddito diverse rispetto a quella originaria paterna che aveva una struttura rudimentale”.