OSPEDALE DI CASERTA. Occhio ai cialtroni che per ottenere una posizione organizzativa imbrogliano i lavoratori
29 Novembre 2024 - 17:16
Nursing Up, Fials e Nursind con la schiena dritta rispetto ai “ricatti” del Dg Gaetano Gubitosa: “Prima contratto integrativo e Dep e poi si discute delle posizioni”
CASERTA (g.g.) – Il 4 ottobre scorso si è consumato l’ennesimo strappo tra la direzione generale dell’azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta e le maggiori sigle sindacali, dove per maggiori ci riferiamo a quelle che veramente agiscono da controparte rispetto al datore di lavoro in ossequio al segno costituzionale della funzione sindacale.
Inutile girarci intorno: la Cisl, la Uil e la Cgil sono interpreti di un meccanismo consociativo che crea accordi finalizzati sempre e comunque a favorire pochi amici dei vertici di questi sindacati e non quella che si definisce piattaforma, ossia un meccanismo di equità che permette di riconoscere i diritti in base ai valori quantitativi e qualitativi, così come questi sono maturati sul campo di battaglia del lavoro quotidiano. E se lo strappo, operato dai cosiddetti sindacati autonomi a partire dal Nursing Up (che ci sarà anche un perché se era, è ed è destinato a rimanere quello ampiamente più rappresentativo nell’ospedale civile di Caserta, nel cosiddetto comparto sanitario degli infermieri, degli Oss, dei tecnici di laboratorio e radiologici e delle ostetriche), proseguendo con un finalmente più responsabile e non più consociativa – come un tempo – Fials di Salvatore Stabile, infine il Nursind, blocca di fatto alcune importanti dinamiche organizzative interne, vuol dire che i cosiddetti sindacati confederali non hanno forza. Non hanno forza perché non hanno credibilità; non hanno credibilità perché non difendono, in linea generale, i diritti dei lavoratori e quindi anche dei loro iscritti, ma solo di parenti e amici e di alcuni iscritti particolarmente fedeli e utili.
La decisione di rompere il tavolo della trattativa è, a nostro avviso, è obiettivamente fondata. Nursing Up, Fials e Nursind non hanno potuto fare altrimenti, perché l’azienda attraverso il suo direttore generale, l’ormai sempre più agitato Gaetano Gubitosa, che francamente se De Luca non sarà più presidente della Regione, nessun suo successore sarà tanto pazzo da tenerlo al vertice del maggior nosocomio casertano, ha ancora una volta confuso il normale, ortodosso alfabeto di una seria relazione tra datore di lavoro e rappresentanze dei lavoratori. C’era stata, infatti, una pre-intesa a settembre, faticosamente raggiunta dopo ben un anno di contrattazione.
Questa pre-intesa, firmata dall’azienda e da tutte le sigle sindacali, prevedeva un modello e dei criteri validi per tutti in base al CCNL, che avrebbero reso certo e aderente alle previsioni del CCNL vigente, tutto il meccanismo di attribuzione delle cosiddette indennità di premio per la professionalità attribuite ogni tre anni, nonché altre certezze, quelle della trasparenza, per arrivare a riempire gli incarichi di funzione, ex posizioni organizzative e coordinamenti delle Uoc o capisala che dir si voglia.
A un mese di distanza il direttore generale Gubitosa ha portato al tavolo sindacale un regolamento che ha sorpreso non poco le sigle più importanti, che dal Dg si aspettavano altro. E invece Gubitosa ha messo insieme, con un gioco di abilità che però ripetiamo non ha a che fare con la serietà di una vera trattativa tra sindacato e azienda, collegando in maniera impropria la firma di quella che è la diretta conseguenza di una lunga fase dialettica, così come si era svolta fino ad allora, ovvero il contratto integrativo aziendale, ma ha in pratica sequestrato lo stesso chiedendo una sorta di riscatto ai sindacati, facendo pressappoco questo ragionamento: io vi do il contratto integrativo se voi non mi date carta bianca per chiudere rapidamente la questione delle posizioni organizzative e del coordinamento, che poi è l’area delicata in cui si sviluppano i desideri e gli obiettivi clientelari della politica, meglio ancora sarebbe dire dei politici che appartengono alla maggioranza di De Luca, e di quei sindacati di cui prima, che devono piazzare qualche parente o qualche iscritto particolarmente caro ai segretari provinciali o alle Rsu.
Siccome i sindacati autonomi sono tali anche rispetto alle appartenenze politiche, non hanno voluto perdere la dignità facendosi ricattare. Per questo motivo si sono alzati, lo scorso 4 ottobre, e al momento non sono ancora ritornati al tavolo, dato che Gubitosa non ha cambiato posizione.
Puerile, come abbiamo scritto qualche settimana fa, è stato poi il tentativo, puramente mistificatorio, di far sembrare all’esterno, in un verbale-barzelletta, che le tre sigle confederali Cgil, Cisl e Uil gli avevano detto di andare avanti.
Operazione assolutamente impossibile, dato che Nursing Up, Fials e Nursind assorbono circa il 70% del personale del comparto ospedaliero, il 70%% delle Rsu e conseguentemente anche il 70% della struttura aritmetica che dà corpo al numero legal di una riunione tra sindacato e azienda.
Ovviamente Gubitosa si è dovuto dare una calmata dopo che le tre sigle maggiori sindacali di fronte a quel verbale, hanno messo pena su carta scrivendo una lettera all’Aran (Agenzia Rappresentanza Negoziale Pubbliche Amministrazioni), ente che scaturisce dal governo che, a sua volta, è stato informato da Nursing Up, Fials e Nursind, unitamente agli uffici preposti della Regione Campania. In questa lettera veniva spiegato che qualora Gubitosa avesse deciso di forzare la mano insieme a Cisl, Cgil e Uil, sarebbe stato sicuramente denunciato all’autorità giudiziaria per comportamento antisindacale.
Naturalmente questi sindacati restano disponibili qualora il direttore generale decidesse di staccare la questione, seria e riguardante i diritti di tutti i lavoratori del comparto ospedaliero di Caserta, della firma del contratto integrativo aziendale da quella, ripetiamo di interesse soprattutto politico-clientelare, delle posizioni organizzative e dei coordinamenti sui quali, però, sempre previa firma del contratto, i sindacati più forti sarebbero pronti comunque a discutere. Chi fa casino in questi giorni, anche da battitore libero, si muove in questa maniera, attaccando con motivazioni generiche e non esplicitate nel merito i tre sindacati della protesta, solo perché nutre l’obiettivo personale di ottenere un incarico di posizione organizzativa e dunque 500-600 euro al mese in più.
Dunque, attenzione a questi cialtroni che cercano di strumentalizzare i lavoratori per coltivare interessi solo e solamente personali.