Sta per andare in onda il “Peppe ‘a Lota Show”. Via all’udienza preliminare per il racket capeggiato da Raffaele Venosa

14 Settembre 2018 - 18:55

SAN CIPRIANO D’AVERSA (t.p.) – Tre persone finiscono nei guai per aver chiesto il pizzo a nome del clan dei Casalesi. Ieri i carabinieri hanno notificato, a quelli che ormai sono imputati a tutti gli effetti, la richiesta di rinvio a giudizio della Dda, con contestuale fissazione della data per l’udienza preliminare dinanzi al tribunale di Napoli, per il 16 ottobre, a carico di Juri La Manna, 38 anni, collaboratore di giustizia, Giuseppe Verrone che i nostri lettori hanno imparato a conoscere come “Peppe ‘a Lota“, 34 anni e Raffaele Venosa, 49 anni, collaboratore di giustizia, nonché capo del Clan dei Casalesi in un periodo ben definito, soprattutto nel 2016, e fino al giorno del suo ultimo arresto.

Compare Ciccio, mi avete riconosciuto? Voi dovete darci 2000 euro in prestito. Sono il genero di Raffaele Venosa, mio suocero ti vuole parlare. Per ogni macchinetta che installi mi devi dare 80 euro, sto facendo così con tutti, devo mantenere le famiglie dei carcerati. Non mi mettere in condizioni di prenderti a mazzate“.

Sono queste le frasi intimidatorie utilizzate dai tre imputati per intimorire Franco Puocci e Giuseppe Caterino dal già citato Perrone, in nome e per conto di colui che al tempo era un suo “semi-suocero”, in considerazione del fatto che conviveva con la figlia di Venosa. In particolare Caterino è stato un installatore di macchinette nell’area di Casal di Principe ed era stato costretto a consegnare grosse somme di denaro per poter continuare la sua attività. Nel collegio difensivo gli avvocati Elena Schiavone, Antonio De Micco e Giuseppe Tessitore.