PORTICO. Il maresciallo dei carabinieri ricostruisce una per una le accuse di associazione a delinquere, falso e abuso d’ufficio per l’ex sindaco Gerardo Massaro. Il pm insiste: “La pompa di benzina e il complesso residenziale vanno sequestrati”

24 Maggio 2022 - 18:50

PORTICO DI CASERTA – Entra nel vivo il processo penale dinanzi alla prima sezione penale del Tribunale Sammaritano (presidente dott. Sergio Enea) a carico dell’ex sindaco Gerardo Massaro e di esponenti politici della vecchia amministrazione del Comune di Portico di Caserta, di due vigili urbani, di un geometra, di una dirigente comunale e altre persone (in tutto gli imputati sono 17) che avrebbero deviato la loro funzione pubblica “al perseguimento di interessi privati consistenti in vantaggi politico-elettorali, mantenimento delle posizioni di potere, vantaggi economici per se stessi e per soggetti a loro legati da vicinanza politica”, danneggiando chi li ostacolava, compresi i dipendenti comunali, che sarebbero stati, così scrisse la Procura al tempo in cui chiese e ottenne il rinvio a giudizio, “stabilmente posti in condizione di emarginazione, sfavoriti, danneggiati ed ingiustamente penalizzati”. Prima di entrare nel vivo dell’informazione, specificamente relativa all’udienza di stamattina, vogliamo affermare un concetto. Mettiamo, e difficilmente sarà così, che l’ex sindaco Gerardo Massaro, gli altri politici e tutti gli imputati risultassero non colpevoli dei reati a loro ascritti di associazione a delinquere finalizzata a compiere abusi d’ufficio, falsi ideologici, rivelazione di segreti d’ufficio e rifiuto d’atti d’ufficio. Consideriamo dunque l’ipotesi più favorevole, e ripetiamo, a nostro avviso altamente improbabile per Massaro e gli altri. Trasferiamo dunque la valutazione sul piano politico: ma vi sembra accettabile, cittadini di Portico, che nelle dinamiche e la potestà amministrativa di un sindaco entrino permessi e prima ancora trasformazioni urbanistiche dallo status di aree commerciali a quello di aree residenziali, per terreni direttamente collegati alla proprietà dell’allora primo cittadino Gerardo Massaro e della sua famiglia? Il punto non consiste tanto, dunque, nella prospettiva di una condanna o di un’assoluzione. Il problema invece è prima di tutto politico. Noi non sappiamo se Massaro, i suoi e ognuno di questi imputati stiano partecipando, come del resto è nel loro diritto fare, alla campagna elettorale in corso per le comunali di Portico di Caserta, fissate per il prossimo 12 Giugno. Non lo sappiamo perché non la stiamo seguendo. Però, nel caso in cui ci fosse un’attività, ripetiamo legittima,  dell’ex sindaco e della sua famiglia, il cittadino di Portico se proprio non è diventato un fesso con l’anello al naso, non può non capire, ripetiamo, al di là di quello che sarà l’esito di questo processo, che il modello di gestione, il modello amministrativo di Massaro era prima di tutto finalizzato ad un’attenzione pronunciata e ad un’ampia mobilitazione degli uffici, legati alle sorti di una  proprietà  sua o della sua famiglia. Questo è assodato, al di là del verdetto. Poi, figuriamoci, a Caserta e provincia abbiamo visto questo ed altro e se questo territorio è combinato come sta combinato, è perché il valore (si fa per dire, dato che si fa di un disvalore) che funziona è quello della furbizia. Della serie, io vado sul Comune, sul e non nel Comune, per farmi i cazzi miei. Una roba simile al personaggio, ormai proverbiale, interpretato dal grande Antonio Albanese, al secolo Cetto La Qualunque.

E ora possiamo passare anche alla breve trattazione dei contenuti dell’udienza, tenutasi stamane davanti al collegio della prima sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presidente Sergio Enea. Sul banco dei testimoni è salito il Comandante della Stazione Carabinieri di Macerata Campania, il maresciallo Sparaco che ha riferito delle attività di polizia giudiziaria eseguite. I fatti risalgono al 2014-2015 quando era in carica l’amministrazione Massaro. Dalle parole del maresciallo Sparaco, si è compreso che tutte queste attività di indagine sono state compiute nel rispetto di ogni procedura e che dunque hanno fornito alla Procura della Repubblica materiale preziosissimo  probante per la formulazione di un’accusa, che un giudice, precisamente il gup, ha già ritenuto sufficientemente fondata per produrre il rinvio a giudizio dei 17 imputati. Come già abbiamo accennato tutto verte intorno ad un cambio di destinazione d’uso (da commerciale a civile abitazioni) di un mega complesso edilizio costruito nel Comune di Portico di Caserta dall’imprenditore di Marcianise Felice Letizia. Secondo la ricostruzione del Pubblico Ministero il provvedimento sarebbe illegittimo e sarebbe stato emesso al sol fine di favorire il costruttore. Quel provvedimento, sempre secondo il Pm,  sarebbe stato  mancate dei  presupposti della concessione. Ecco perché, oltre alla parte politica, sono finiti sotto processo  il responsabile dell’area tecnica dell’epoca e la sua diretta collaboratrice e poi sarebbero stati commessi una serie di falsi nei vari sopralluoghi eseguiti sia presso il complesso edilizio che presso il campo sportivo.
Per questa vicenda,  come pure abbiamo già scritto prima, il Pubblico Ministero – che vede nel comportamento degli indagati le mosse di un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei  reati di abuso in atto di ufficio, di falso ideologico, di rivelazione di segreti d’ufficio e rifiuto di atti d’ufficio.  Sempre il Pm ha impugnato anche il provvedimento di rigetto della sua richiesta di sequestro del distributore di carburante dell’ex Sindaco Massaro nonchè l’intero complesso edilizio dell’ imprenditore Felice Letizia. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Enzo Domenico Spina, Renato Jappelli, Francesco Piccirillo, Mauro Iodice, Stefano Vaiano e Raffaele Crisileo. Il Comune di Portico di Caserta si è costituito parte civile con l’avvocato Massimiliano Di Fuccia.