PROCESSO INQUIETO. Patto mafia-camorra. Il pentito Lanzafame “canta” i rapporti tra i clan siciliani e il gruppo Zagaria

13 Novembre 2018 - 18:56

CASAPESENNA (tp) – Tre i collaboratori di giustizia sono stati  ascoltati questa mattina al processo di Nicola Inquieto: Michele Barone, Attilio Pellegrino e un pentito vicino a Cosa Nostra, Fabio Lanzafame, imprenditore siracusano. Un’udienza importante quella  che si è svolta ad Aversa al Tribunale di Napoli Nord e che vede sotto accusa Nicola Inquieto, l’imprenditore che secondo la Dda di Napoli avrebbe riciclato in Romania i soldi del boss dei Casalesi Michele Zagaria, creando un vero e proprio impero immobiliare del valore di decine di milioni di euro. Lanzafame, che è ritenuto legato a soggetti vicini al clan catanese dei Santapaola e alle cosche siracusane,  ha fatto riferimento a delle attività societarie con Inquieto, a delle cessioni di crediti per il gioco delle scommesse e alcuni presunti rapporti con i clan siciliani da parte del gruppo di Zagaria. Secondo la difesa di Inquieto, Lanzafame avrebbe avuto un contenzioso economico con Inquieto e per questo motivo avrebbe tirato in ballo queste accuse. Il pentito ha fatto  riferimento ad alcuni investimenti in Romania, e dei contrasti sorti con l’imprenditore, che avrebbero portato uno stretto rappresentante del boss casertano a recarsi probabilmente a Pitesti, città rumena dove Inquieto vive. Il processo è stato aggiornato alla prossima settimana.