Rapinati, picchiati e sequestrati. Il titolare del bar Scalzone di CASAL DI PRINCIPE legato al letto. Bottino ingente con gioielli, argenteria, pellicce e borse firmate

16 Gennaio 2024 - 14:15

Abbiamo approfondito un episodio che riteniamo molto importante, su cui torneremo domani ragionando, e non poco, sulle sue implicazioni sociologiche

CASAL DI PRINCIPE – Tre interminabili ore di puro terrore: tanto è durata la rapina con sequestro di persona che ha coinvolto una nota famiglia di Casal di Principe, quella di Adolfo Scalzone, proprietario dello storico “Bar Scalzone” di piazza Barone, in pieno centro a Casal di Principe.

Erano le 3 di notte di venerdì 10 gennaio in via Johann Strauss.

A raccontarcelo è Adolfo Scalzone stesso, ancora provato dall’esperienza ma intenzionato ad andare fino in fondo alla vicenda: “La banda era composta da 4-5 persone di chiara nazionalità albanese. Avevano programmato tutto”.

Conoscevano le abitudini della mia famiglia” – continua Scalzone. “Sapevano che mia moglie è un’insegnante e che mia figlia era rientrata solo il giorno prima da un ricovero di quattro giorni per un problema di salute. Era un colpo studiato nel dettaglio”.

Gli Scalzone, malmenati e costretti a rivelare dove si trovassero i preziosi e tutti gli oggetti di valore presenti in casa, sono rimasti sotto sequestro per più di tre ore: “Io ero legato al letto – ricorda l’uomo – mia figlia era legata in camera sua, piantonata da uno dei banditi. Era terrorizzata”.

La banda ha ripulito ogni centimetro quadrato dei tre piani su cui si estende la casa degli Scalzone: “Hanno preso letteralmente tutto: i gioielli di famiglia, l’argenteria, tutte le borse e le scarpe firmate di proprietà di mia moglie e mia figlia. Hanno rubato addirittura dei capi di abbigliamento, tra i quali alcune pellicce”.

Ci hanno derubato di ogni cosa – conclude Adolfo Scalzone – e tutto questo nelle vicinanze del commissariato di Polizia di Casal di Principe. Siamo l’ennesima famiglia vittima di queste barbarie”.