Raptus di follia nel carcere minorile: detenuto aggredisce poliziotti

10 Agosto 2021 - 17:59

REGIONALE – “Ancora una volta una grave aggressione di un detenuto verso il personale di Polizia Penitenziaria del carcere minorile di Nisida”. Lo riferisce Federico Costigliola, Coordinatore regionale per il settore minorile del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “Il grave evento critico è stato causato da un giovane ristretto proveniente da altra Regione, che al termine di una chiamata avuta con i propri genitori si è lasciato andare inspiegabilmente ad un vero e proprio raptus di follia, distruggendo alcuni suppellettili, per poi scagliarsi violentemente contro gli Agenti di Polizia Penitenziaria in servizio, intervenuti prontamente per provare a calmarlo e capire le reali ragioni di tanta rabbia. La reazione del ristretto è stata inaspettata quanto spropositata; un gesto compiuto senza alcuna remora delle eventuali conseguenze disciplinari e penali che ne sarebbero potute derivare”. Costigliola sottolinea che “gli Agenti in servizio, investiti da cotanta veemenza rabbiosa, non appena riportata a fatica la calma, benchè fortemente provati, hanno voluto evitare di recarsi al Pronto Soccorso del vicino Ospedale, dato il piano ferie estivo in corso. Pare che il motivo della esagitazione del detenuto, sia stata originata dalla mancata notizia ai suoi genitori del suo arrivo a Nisida. Quanto accaduto, pone l’esigenza, ad avviso del SAPPE, di rivedere urgentemente il piano ferie predisposto, (come del resto già segnalato, con apposita Nota, allo stato ancora senza riscontro) che non contempla stranamente, in questo periodo particolare, il supporto del personale adibito a mansioni d’ufficio”.

Il sindacalista riferisce inoltre che “diversi colleghi non stanno usufruendo dei riposi settimanali da circa 15 gg.; ma ciò che desta più perplessità è il fatto che a Nisida, il personale in organico c’è, per cui evidentemente, le varie disfunzioni che si registrano scaturiscono da una organizzazione del lavoro non adeguata e funzionale a garantire la dovuta serenità lavorativa. A ogni modo, il plauso del SAPPE va ovviamente al personale in servizio, per le encomiabili capacità dimostrate nel gestire tale evento critico”.

Aggiunge Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “ormai è un bollettino di guerra: servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, afferma. “La quotidianità professionale del Corpo di Polizia Penitenziaria non si contraddistingue affatto per violenza ma per operatori della sicurezza che sanno conciliare invece le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo. Ogni giorno giungono notizie di eventi critici tra le sbarre ed aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. E’ ora che al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ci si attivi per introdurre anche a favore del personale della Polizia Penitenziaria idonei strumenti per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, ad esempio pistola “taser” e spray al peperoncino”.