REGIONALI. Stefano Graziano, l’anaffettivo, se ne frega del Pd. Fa cacciare a calci Schiavone dopo averlo utilizzato 5 anni fa. Il suo obiettivo nominare e non far eleggere Marco Villano
24 Ottobre 2025 - 13:34
Da stamattina alle 8 sono aperti gli uffici che dovranno accogliere le liste per le elezioni regionali. Il Pd sta costruendo una compagine debolissima, da 4 soldi, fatta ad uso e consumo dell’ex vice sindaco assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica di Aversa che siccome forte non è più di tanto deve essere protetto da eventuali rivali. Ovviamente siccome ciò metterebbe finanche a rischio il seggio a Caserta, Graziano deve sperare nella vittoria di Roberto Fico e in un discreto contributo del voto di opinione alla Schlein, che sta facendo fare una figura di … dietro l’altra a Susanna Camusso e alla sua storia
NON DIMENTICARTI DI SEGUIRE CASERTACE NELLA COMMUNITY WHASTAPP
CLICCA QUI -> https://chat.whatsapp.com/DAgb4AcxtG8EPlKwcTpX20
CASERTA (g.g.) Dalle 8:00 di stamattina sono aperti gli uffici dei tribunali per la presentazione delle liste dei candidati che intendono partecipare alle elezioni regionali della Campania fissate per i giorni 23 e 24 novembre con spoglio delle schede che inizierà subito dopo le 15:00 del giorno 24. La questione, che diventa una vera e propria fenomenologia antropologica, la quale, però, non stupisce noi di dato che CasertaCe che a certe sintesi e a certe conclusioni siamo giunti già da tempo, è costituita dagli eventi che attraversano, proprio in questi minuti, il Pd casertano.
Stavolta, a differenza di ciò che facciamo di solito, cominciamo dalle conclusioni del ragionamento che andremo a fare: il deputato dei Democratici Stefano Graziano è tecnicamente – quando diciamo tecnicamente ci riferiamo a un ambito più ampio che contiene in se anche la psicologia ed altre scienze umane – un anaffettivo.
Lui ha sviluppato, infatti, già da giovanissimo una speciale, peculiare qualità intellettiva che gli consente di ridurre tutto ciò che attiene alle sue azioni realizzate, all’interno della politica, ai suoi personali interessi, che lui coltiva come facevano certi personaggi di Molière della relazione esistente tra l’essere sociale ed effettivamente socevole e l’essere ripiegato quasi in maniera ossessiva, sulla propria “roba”, facendoci aiutare, con l’uso di quest’ultimo termine anche da un altro campione della letteratura di ogni tempo di nome Giovanni e di cognome Verga
A questo punto è facile immaginare l’obiezione: embè, qual è la novità? Stefano Graziano è semplicemente un politico come tutti gli altri appartenente alla razza degli italians nella quale risalta, a differenza di ciò che capita nella maggior parte del mondo civile, come entità strutturale, l’esercizio più o meno pronunciato del paraculismo.
LA PECULIARITA’ DI STEFANO GRAZIANO: PARACULO D’ORO E NON NORMALE
Se ci fosse un premio Nobel relativo al paraculo del secolo, l’Accademia di Stoccolma, per il rosso di Teverola, dovrebbe modificare il suo regolamento e consegnarglielo ogni anno un po’ com’è successo a Messi e Ronaldo per il Pallone D’Oro.
Ma con ciò che c’azzecca l’anaffettività? C’ azzecca e c’azzecca pure tanto. Perché, è l’anaffettività che traccia la linea di discrimine tra un politico paraculo ordinario, categoria a cui appartengono quasi tutti quelli che in politica stanno ad alto, medio e basso livello, e un paraculo d’oro caratteristica che riguarda e arride solo a pochi. Stefano Graziano, bisogna dargliene atto, appartiene a questa seconda categoria. Lui, dunque, non è un politico eccellente ma un paraculo eccellentissimo che ha utilizzato ed utilizza questa sua caratteristica, che ab origine, nel suo caso è innata, umana, per vincere addirittura la battaglia contro la forza di gravità. Se fosse vivo Isaac Newton la mela cadrebbe, la testa di Graziano no.
Non andando troppo indietro nella sua biografia basta citare quello che è successo negli ultimi due anni e mezzo. Da novembre 2022, giorno più giorno meno, si schiera con Stefano Bonaccini alle elezioni primarie con ampia profusione di fotografie. Già a gennaio, quando legge i primi sondaggi, la sua bulimia da fotocamera smartphone abbassa la propria cifra. Meno scatti, meno selfie, zero dichiarazioni. Forse ritiene ancora che Bonaccini possa farcela e quindi vota e fa votare per lui il 27 febbraio del 2023 giorno in cui Elly Schlein, conquista, però, la carica di segretaria nazionale del Partito Democratico. Ma mentre faceva ancora qualche voto per Bonaccini, il prode fratellone Graziano aveva già il piano B nella testa. Sapeva bene che quel furbone di Francesco Boccia, coniugato con Nunzia De Girolamo una della pasionarie di Silvio Berlusconi, avrebbe potuto accoglierlo tra le fila del gruppo Schlein senza neanche passare sotto alle Forche Caudine di una platealità da figliol prodigo. Puntualmente è successo e abbiamo visto addirittura Graziano ritornato ad utilizzare il registro presenzialista, – lo dimostra il selfie da lui scattato e che rappresentiamo nella foto di apertura di questo articolo – trasformarsi in “compagno fratellone” con tanto di mano sinistra poggiata sullo stesso striscione molto arcobaleno mantenuto dalla Schlein e da Giuseppe Conte in una manifestazione a cui certo non hanno partecipato i riformisti del Pd, coloro che in queste ore si stanno riunendo a Milano e ai quali appartiene una molto più coerente Pina Picierno di cui in passato abbiamo scritto peste e corna ma di cui oggi dobbiamo riconoscere la correttezza di un posizionamento non comodissimo, nel senso che se il partito anche in futuro dovesse rimanere nelle mani della Schlein, al massimo potrà dilatare il tempo di residenza a Bruxelles e Strasburgo che a quel punto diventerebbero, per la sidicina, una sorta di cimitero degli elefanti.
GRAZIANO DISTRUGGE IL PD CASERTANO. IL TRISTE DESTINO DI MASSIMO SCHIAVONE
Ricordatevi l’anaffettività. Quello che ha fatto Graziano dal giorno in cui la Schlein, due anni fa – anzi a questo punto, ci avviamo verso la scadenza del terzo anno – non è nulla rispetto a quello che sta combinando, per le elezioni regionali, e che gli viene consentito di combinare dalla segretaria nazionale e dalla sua pallida e pavida plenipotenziaria commissariale Susanna Camusso nella costruzione della lista del Pd, in provincia di Caserta.
Ragioniamo bene: il 20 settembre del 2020 il Partito Democratico ottiene più di 65mila voti in provincia di Caserta. Questo dato è determinato anche dalla forte concorrenza, sviluppatasi senza esclusione di colpi tra Gennaro Oliviero e Stefano Graziano con il primo che prevale sul secondo per circa 3mila voti di scarto. In quelle elezioni si candida anche Massimo Schiavone di Sessa Aurunca per un solo motivo: lo vogliono Graziano e la Picierno, a quel tempo alleati, per arginare a Sessa Aurunca e dintorni, Gennaro Oliviero in modo che questi perda la battaglia delle preferenze contro Graziano. Se guardate bene l’elenco di tutte le preferenze 2020 vi accorgerete che siamo ampiamente sopra le 50mila. E’ ovvio che il calcolo non si fa proprio così in quanto l’esistenza della possibilità di attribuire una seconda preferenza di genere non rende aritmeticamente corretto l’addizione di tutti i voti personali dati all’interno di una lista relazionandoli a quelli dati secchi sulla lista senza esprimere preferenze. Però diciamo che di quei 65mila voti, tanti, ma proprio tanti son frutto della concorrenza tra i candidati. Graziano questo lo sa bene, sa anche però che il Pd del 2025 qualche cosa in più rispetto a quello del 2020 può mettere in campo sul fronte del voto di opinione in quanto Elly Schlein, da molta parte dell’elettorato di questo partito, viene avvertita e viene considerata come una vera e propria leader di antitesi e di alternativa a Giorgia Meloni.
L’unico obiettivo che Grazino ha in queste elezioni regionali è quello di far eleggere il suo pupillo di Aversa, Marco Villano già chiacchieratissimo vice sindaco assessore ai lavori pubblici e all’urbanistica della città normanna entrato trionfalmente in giunta comunale dopo il ribaltone, ordito e orchestrato tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, dallo stesso Graziano insieme al suo grande sodale del tempo, Giovanni Zannini.
I 17mila e passa voti conquistati dal rosso di Teverola alle regionali di 5 anni fa sono frutto di molte alchimie, di molti abili collegamenti con candidature al femminile. Ma più di tutto sono la risultante di un suo forte attivismo che lo portò a venire a contatto con molti mondi dell’agro aversano e soprattutto a stipulare un accordo con il sindaco di Caserta, Carlo Marino, caratterialmente affine a lui.
Non si potrà muovere alla stessa maniera in queste elezioni e ha calcolato che Marco Villano potrà al massimo lambire la soglia delle 10mila preferenze. Per cui, quel Massimo Schiavone che nel 2020 era stato cinicamente arruolato come stopper di Gennaro Oliviero, oggi viene epurato a calci nel sedere dalla lista del Pd con la complicità della Schlein e di Susanna Camusso soprattutto di quest’ultima che, almeno per ciò che abbiamo visto negli ultimi 30 anni dovrebbe essere una persona molto diversa rispetto ad uno come Stefano Graziano per cultura, per mentalità, per struttura morale, per saldezza politica e per coerenza.
Questo giornale è stato mai clemente nei confronti di Massimo Schiavone e di suo padre che abbiamo sicuramente contribuito a far inquisire nella famosa indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Aversa-Napoli Nord sulle presunte mazzette e su tanti altri presunti reati compiuti dentro ed attorno al Dipartimento di Psichiatria dell’Asl di Caserta? No, evidentemente no. Però, come si suol dire, quando è giusto è giusto. ‘Sto povero ragazzo è oggetto di ogni tipo di nefandezza da parte di Graziano: nel 2020 lo fa candidare per fottere Oliviero, nel 2025 gli consente di arrivare fino a 7 giorni prima della presentazione delle candidature e poi lo fa cacciare dalla lista del Pd in quanto è un competitor pericoloso per il suo pupillo Marco Villano.
Ricordatevi sempre il dato dell’anaffettività
Che lista sta nascendo in queste ore nel Pd? Debolissima, fragilissima. Ancora stamattina non sono chiari in nomi di tutti gli 8 candidati, per cui, per l’appunto anaffettivamente, Graziano distrugge il Pd a Caserta perché lui del Pd in realtà se ne fotte, come se ne fotteva dei Popolari, della Margherita, dell’UDC, delle sorti complessive di tutti questi soggetti politici di cui ha fatto parte perché a gli interessa solo e solamente il proprio tornaconto. Lui non vuol fare eleggere Marco Villano, lui lo vuol nominare consigliere regionale. E tutto ciò sta avvenendo con la sconcertante complicità di fatto di Susanna Camusso e di Elly Schlein, la quale fa tanto la “massiccia” dell’etica, della legalità, della repulsa per una politica fatta di una cifra compromissoria, consociativa, politicante e poi prima stringe un accordo con De Luca, già un anno fa, per far eleggere in un congresso o assemblea che dir si voglia, ma comunque in una rappresentazione da barzelletta del tutto antidemocratica, il figlio di questi, ossia Piero De Luca, a segretario regionale e successivamente proprio in questi giorni, consente a Graziano, solo perché questi è il pupillo di Nunzia De Girolamo e di Francesco Boccia, di distruggere letteralmente il Pd in provincia di Caserta asservendolo ad una ragione esclusivamente personale e personalistica ossia quella di spedire a Napoli il chiacchieratissimo Marco Villano.
Questo è lo stato attuale del Pd di Caserta e ciò è dovuto solo e solamente al fatto che una come la Schlein, intrisa di una mentalità, di una cultura che, in via strettamente teorica, dovrebbe portarla a tenere la barra dritta rispetto a queste porcherie, è costretta a operare fuori, molto fuori, dalla zona di comfort dei circoletti radical-chic da cui arriva, che hanno rappresentato al di la di questa aura movimentista che le si vuole attribuire, la bussola del proprio impegno politico, è costretta a confrontarsi con una mentalità alla Graziano degna dei peggiori bar di Caracas. E in quel territorio non c’è partita: gente come Boccia e il suo pupillo “se la fanno” alla grandissima come sta dimostrando la vicenda della lista di Caserta per la quale Graziano ritiene che saranno proprio i voti di opinione dati alla Schlein senza preferenze a far scattare quel seggio di nomina a favore di Marco Villano.
