S.MARIA A VICO. Un milione e 600 mila euro di appalti ad una ditta di Ottaviano. Carabinieri in comune e Pirozzi (che non dovrebbe fare più il sindaco) prepara la candidatura alle Regionali

30 Dicembre 2024 - 16:51

Dopo aver letto le intercettazioni compiute dalla guardia di finanza di Marcianise, su delega della DDA di Napoli, sull’inchiesta nella città della Valle di Suessola, pare una follia che non sia stata mai attivata dalla prefettura di Caserta una commissione d’accesso che potesse indagare sulla possibile infiltrazione criminale. Ora c’è una nuova indagine sui lavori di Santa Maria a Vico, mai consiglieri comunali che hanno chiesto le carte, il responsabile dell’Area tecnica Normino ha risposto “mandandoli a comprare il sale”

SANTA MARIA A VICO (g.g) – Sarà un virus, ma quando uno diventa dirigente oppure, nei comuni di dimensioni minori, responsabile di una ripartizione di un’area amministrativa, si sente padrone della propria attività e diventa un parigrado rispetto agli organismi politici che gli hanno consentito di diventare dirigente o responsabile.

Di quello che è successo nell’Ufficio tecnico del comune di Santa Maria a Vico abbiamo scritto di tutto e di più. E tanto torneremo a scrivere nelle dovute repliche di quegli articoli che urlano ad un’espressione di impunità come mai si è verificato nella nostra provincia.

Abbiamo scritto di Valentino Ferrara soprattutto, scappato a gambe levate perché riteneva per logica spicciola che gli articoli di CasertaCe, i quali riproducevano incredibili intercettazioni telefoniche e ambientali, carpite dalla guardia di finanza della Compagnia di Marcianise, in un’indagine seria e puntigliosa, potessero far crollare tutto.

Ferrara ha pensato che 1+1 facesse due. E invece nulla è successo in un momento complicatissimo vissuto dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ma soprattutto nell’ambito della Prefettura di Caserta, la quale – incredibilmente – non ha valutato quelle intercettazioni, peraltro versate formalmente in processi in atti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere, almeno sufficienti per spedire uno straccio di commissione d’accesso al comune di Santa Maria a Vico.

Noi non ci siamo rassegnati a questo vero e proprio sperpetuo di illegalità e quindi torneremo su quei fatti.

A Ferrara è succeduto un tale Gennaro Normino, che ha un cognome che suona come un diminutivo e fa pensare ad una persona prudente, attenta. Non è così. Ed ecco perché diciamo che quando uno diventa capo di un Ufficio Tecnico, quando uno diventa capo di un’area Urbanistica e di quella gallina dalle uova d’oro che all’interno di questa si chiama Sue, ossia Sportello unico per l’edilizia, luogo in cui si erogano o non erogano i permessi di costruire richiesti, oppure le Scia, viene attraversato da un senso di onnipotenza.

Capita sempre, puntualmente, che quando arriva un nuovo capo dell’Ufficio tecnico in un comune, nello stesso facciano irruzione imprese fino ad allora sconosciute.

Con Normino è successo quello che è successo con altri dirigenti in passato. Ha fatto incetta di appalti e di quattrini la Cofrat srl, legale rappresentante Enrico Tuccillo, con sede ad Ottaviano, comune che evoca ricordi sinistri di una camorra dominante e sanguinaria.

Questa impresa ha messo a segno una doppietta. Circa un milione di euro per l’appalto, 985 mila euro per la rigenerazione urbana di via Libertà, e 559 mila euro per la rigenerazione urbana di via dell’Agricoltura.

Alla prima procedura ha partecipato la menzionata Cofrat, con il 34% di ribasso, che ha battuto la Cooperativa Edilcap e il suo 25%, non sappiamo se in un match di cartello o in una partita amichevole. Attenzione, ‘sto cazzo di CasertaCe ha messo sull’attenti in molti con i mini-ribassi, che ancora oggi furoreggiano nei dintorni di Nola, con la locale CUC. Però, il 30% di ribasso non significa assolutamente nulla. Perché la concordia tra un impresa appaltatrice e un Ufficio Tecnico che controlla i lavori ha determinato in tantissime occasioni delle amichevolissime richieste di varianti in corso d’opera, di aggiornamento dei costi, attraverso i quali i ribassi del 30/35% sono stati assorbiti quasi completamente.

Per quanto riguarda, invece, la seconda gara, quella di via dell’Agricoltura, è stata fatta una cosa cotta-e-bollita. L’8% di ribasso che, per una gara da 600 mila euro, è qualcosa di nocivo per la tutela del pubblico danaro, che Cofrat ha presentato, battendo la Dodo Carlo srl, dell’omonimo imprenditore, con sede operativa a Ercolano, quindi casa e bottega rispetto alla sede di Cofrat, ad Ottaviano.

Ora, qualcuno potrebbe dire: ma come fate a ragionare su Normino, ipotizzando una stima reciproca tra lui, acerrano trapiantato a Santa Maria a Vico, e la Cofrat?

Lo ipotizziamo noi perché lo hanno ipotizzato anche i carabinieri e dunque la procura di Santa Maria Capua Vetere, oppure la DDA di Napoli, non sappiamo dire chi abbia spedito i militari nell’ufficio di Normino per acquisire in copia i documenti di queste gare.

Rispetto ad una situazione del genere, tu sei portato a pensare che l’opposizione, a poco più di un anno dalle elezioni, faccia fuoco e fiamme e quantomeno ottenga in visione tutti gli atti amministrativi. E invece niente, solo un qualche timido tentativo di un consigliere comunale, mandato rapidamente a comprare il sale da Gennaro Normino, il quale ha spiegato che quei documenti sono stati presi dai carabinieri. Un fatto, questo, assolutamente impossibile, visto che in questi casi, la polizia giudiziaria – come scritto prima – si limita ad assumere documentazioni in copia, senza privare il comune dell’originale, almeno fino a quando l’indagine non assuma delle caratteristiche che la portino a muoversi e soddisfare cogenti necessità.

Di fronte a questa risposta, il consigliere comunale non è andato a battere i pugni sul tavolo, non ha segnalato la cosa alla prefettura. Stessa cosa vale per coloro che si sono associati al consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alfonso Piscitelli, il quale, ingenuamente, per un periodo ha provato ad entrare in maggioranza, non sapendo quello che tutti sapevano, ossia che il sindaco Andrea Pirozzi – una cosa davvero incommentabile – vuole candidarsi alle elezioni regionali, in concorrenza con Piscitelli, anche lui di Santa Maria a Vico, nonché consigliere uscente.

Insomma, Santa Maria a Vico continua ad essere un luogo inquietante.

Noi faremo il nostro nei prossimi giorni. Poi, figuriamoci, siamo un giornale, non una procura della repubblica e neppure una prefettura.

Se Pirozzi dovesse rimanere impunito e addirittura gli si dovesse consentire, nonostante comunque il fatto che lui sia indagato dalla DDA, di candidarsi alla regione, potremmo solamente allargare le braccia, prendendone atto, ma mai rassegnandoci perché chi crede in un’idea o ancor di più in un ideale, non si pone il problema di scatenare necessariamente delle bufere giudiziarie.

Porta avanti le proprie battaglie e poi, se lo Stato di diritto vuole fare il proprio mestiere siamo contenti, altrimenti pazienza.