S. MARIA C.V. Che diciamo, vergogna per la milionesima volta? Cade anche il vincolo per la valorizzazione dell’ospedale Melorio. Amministrazione funzionale alla speculazione edilizia
31 Ottobre 2018 - 20:10
SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – E con questo, il rosario delle aree vincolate e virtualmente svincolate per chiara responsabilità (involontaria?) del Comune di Santa Maria Capua Vetere, si esaurisce in un giudizio che non può che essere di piena condanna per i metodi che l’amministrazione comunale di Antonio Mirra, con tutto il rispetto per le persone che le danno forma, sta utilizzando, creando un’ipoteca di fatto sul nuovo Puc, nel quale queste aree che, dai tempi del Prg ancora vigente contenevano un vincolo di destinazione funzionale agli interessi collettivi dell’intera città, vengono messi a disposizione dei proprietari che potranno utilizzarle come meglio ritengono opportuno, ovviamente con una chiara predilezione per destinazioni residenziali o commerciali, comunque di tipo speculativo e comunque fondate sulle iniezioni di altri centinaia di migliaia di metri cubi di cemento.
Degli altri vincoli abbiamo già scritto in diversi articoli pubblicati tra fine estate e inizio settembre. L’ultimo di cui ci occupiamo rappresenta una sorta di staffa, di coronamento di un percorso rispetto al quale nessuno più seriamente obiettare che il Comune, che l’ufficio tecnico, giratisi letteralmente dall’altra parte rispetto alle scadenze temporali dei vincoli, siano diventati dei potenti promotori della appena citata speculazione.
L’area è quella retrostante all’ospedale Melorio. Il vincolo di destinazione, da chi in tempi significativamente remoti ha dimostrato di badare all’interesse collettivo molto di più di quanto non si faccia nel presente, erano strettamente legati alla valorizzazione, al rafforzamento, all’allargamento dell’offerta sanitaria pubblica nella città di Santa Maria Capua Vetere. In quell’area che abbiamo individuato nelle particelle n. 6017, 6018, 6019, 6020, 6021, 6022, 6023, 2974 si sarebbe potuto intervenire per dotarle di “attrezzature sanitarie e ospedaliere”.
Giusto per non farvi mancare nulla nel dettaglio di questa informazione, aggiungiamo anche che il numero di vincolo di piano era il 111.
Tra poco tempo, la proprietaria, signora o signorina Palma Romano che di fronte al silenzio del Comune di Santa Maria Capua Vetere che avrebbe potuto e avrebbe dovuto reiterare questo vincolo, s’è rivolta alla Provincia dando la stura alla solita procedura della nomina di un commissario ad acta, altro modo attraverso cui la stessa Provincia e i Comuni, nel caso specifico quello di Santa Maria Capua Vetere, mettono in moto un meccanismo attraverso il quale si mettono in circolo molti quattrini attraverso nomine di periti, di consulenti, tutti ovviamente di origine pubblica.
Per cui, il cittadino, le busca due volte: perde il vincolo che una politica sicuramente più lungimirante di questa aveva costituito rendendo rigida la questione pubblica e inoltre il suo portafogli si svuota sempre di più perché tutti quelli che devono intascar quattrini vengono pagati con i soldi sborsati dai contribuenti locali.
Veramente desolante.