S.MARIA C.V. LE FOTO DELLO SCONCIO. Minacciati da una pariglia di fratelli, gli operai del Comune se la svignano. Rifiuti solo smossi, in via Napoli ora comandano ratti e serpenti

4 Settembre 2022 - 19:07

Ce ne occupammo già un anno fa, quello che è successo è anche peggio

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) – Ci sono storie che non finiscono mai: la parafrasi di una famosa canzone di Antonello Venditti non si adatta solamente alle vicende personali di marca sentimentale, alle complesse trame degli amori di coppia, ma anche a vicende decisamente più prosaiche, ma che comunque incidono sulla vita, sulla tranquillità di delle persone intese in questo caso come comunità di individui riuniti in una area urbanizzata quali residenti della stessa. ai tempi biblici E allora, certe storie non finiscono mai: perfetto e adatto ai tempi con cui la pubblica amministrazione affronta e risolve i problemi, anche quando questi appaiono di facilissima soluzione.
I tanti. I tantissimi che seguono con una certa assiduità questo giornale, sanno bene che per motivi di economia editoriale, leggi una diversa collocazione delle risorse in modo da renderle maggiormente efficaci e produttivi in quella che purtroppo è la necessità di una piccola azienda editoriale cioè quella di catturare tic e interesse anche in termini quantitativi, non siamo più in condizione di occuparci delle vicende della città di Santa Maria Capua Vetere, così come facevamo un tempo.
Però, in qualche circostanza, riusciamo ancora a guardare alla città del foro, ad un luogo che ha assorbito moltissime energie personali del sottoscritto sin dai tempi della sua direzione del Corriere di Caserta, con un certo affetto, con una certa attenzione, quasi come se fossimo calamitati da un richiamo della foresta.
Un

anno fa, forse qualcosa in più, vi abbiamo raccontato, con ampia profusione di materiale fotografico, della vergognosa discarica a cielo aperto, accumulatasi in via Napoli nel popoloso quartiere di Sant’Andrea, zona sud della città. Non una piccola discarica, ma una montagna di rifiuti in una zona densamente urbanizzata, in una zona diffusamente antropizzata.
Al tempo individuammo le ovvie responsabilità nella inerzia e nella disorganizzazione del comune di Santa Maria Capua Vetere, registrammo il provvedimento di sequestro del sito, avvenuto dopo tante sollecitazioni da parte dei cittadini residenti e passammo appresso.
Mai avremmo creduto, pur conoscendo i tempi elefantiaci delle nostre amministrazioni locali, che, ancora oggi quel problema fosse vivo e vegeto. Anzi, non solo vivo e vegeto, ma anche peggiorato. Indignati, scandalizzati i residenti, di fronte a questo spettacolo vergognoso, di cui, ovviamente, forniamo dettagliatissima testimonianza fotografica.
Nei giorni più caldi, più torridi e più afosi delle scorse settimane, si sono visti girare enormi ratti e anche qualche serpente. Ciò perché i cumuli di rifiuti sono stati mossi, spostati, con l’obiettivo di rimuoverli, di ripulire il tutto e di riqualificare il sito Era stato il Comune di Santa Maria Capua Vetere a decidersi dopo un bel po’ di tempo, a incaricare un’impresa affinché quell’area fosse completamente liberatola. stando a ciò che raccontano alcuni di questi residenti, il lavoro di rimozione sarebbe stato bloccato dopo alcuni incontri non certo tranquillissimi e civilissimi tra il personale di questa ditta esterna, alla quale, a quanto pare, il lavoro avrebbe consentito di intascare ventimila euro, e i due figlioli del vecchio rigattiere che per anni ha dettato legge, letteralmente legge, in quella zona e che ora, dopo essere passato a miglior vita, ha lasciato in eredità ai suoi raffinatissimi figli la gestione di quell’area, come si trattasse di proprietà privata o di una gestione resa regolare da una convenzione con il Comune. Questi due personaggi uno dei quali titolare anche di un parcheggio, ricavato in quell’aria e rigorosamente abusivo, illegale avrebbero più volte avvicinato gli operai, dicendo loro di fermarsi, di arrestare la loro opera, in quanto mischiati a quei, rifiuti, ci sarebbero stati anche dei mobili antichi e di valore, ma soprattutto appartenenti alla loro proprietà privata
Una due, tre volte e alla fine gli operai hanno cominciato a nutrire qualche fondato timore, al punto da piantare letteralmente baracche e burattini. Tutti quei rifiuti mossi hanno determinato ovviamente una condizione igienica ancora peggiore di quella già molto seria esistente in tutto il periodo del loro stazionamento nell’area di via Napoli, con ovvia, conseguente e ampia diffusione di animali variamente connotati, in una condizione indegna anche per una città del “Ventesimo mondo”
Armatisi ancora una volta di pazienza, i residenti,, rappresentati da una delegazione di alcuni di loro ,si sono recati al Comune. Lì, hanno incassato l’ennesima rassicurazione: i lavori di bonifica, di rimozione continueranno. Naturalmente, è stato impossibile acquisire, invece, un impegno preciso e dirimente sui tempi in cui tutto ciò avverrà.