S.MARIA C.V. Via libera (con qualche mistero) alla nuova pompa di benzina della famiglia Cosentino

29 Novembre 2019 - 19:10

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Ci riprova la Ip Service di Giovanni Cosentino, fratello del più noto Nicola. E’ di ieri l’atto, oggettivamente scarno di contenuti e di riferimenti, con cui il dirigente del comune di Santa Maria Capua Vetere Giancarlo D’Aco rilascia l’autorizzazione di installare una pompa di benzina in città, in via Dei Romani alla ditta di Cosentino. Se avete avuto una strana sensazione di deja vu, non siete i soli. Noi di CasertaCe abbiamo fatto un lungo excursus nel nostro archivio, per cercare tutti quegli articoli datati 2013, in cui vi raccontavamo come al tempo stesse per avvenire la stessa cosa che poi è successa ieri, cioè l’autorizzazione alla Ip Service. La querelle si era chiusa, dopo una lunga scia di polemiche, con il diniego dell’okay a Cosentino da parte dell’amministrazione, certificato dalla sentenza del Tar del 2015 (LEGGI QUI L’ARTICOLO). Una decisione dei giudici che, in seguito, la Ip Service ha contestato, facendo ricorso al Consiglio di Stato. Caso forse unico nel suo genere, l’ente vincitore della diatriba, il comune di Santa Maria Capua Vetere, non si è costituito in questo secondo grado di giudizio. Se la decisione di non costituirsi viene collegata al fatto che ieri, 28 novembre, D’Aco ha rilasciato il permesso alla Ip, quest’associazione di scelte prese al palazzo comunale rendono facile il pensiero maligno. Perché mai il comune non ha voluto difendersi davanti al Consiglio di Stato su un ricorso su cui ha avuto pienamente ragione, lasciando campo libero alla Ip Service? Supponiamo che il dirigente del comune di Santa Maria Capua Vetere sia stato quantomeno avvertito della sentenza del Tar e della decisione presa dalla precedente amministrazione, perché, allora, ha dato il via libera alla pompa di benzina dei Cosentino, in un’area che neanche quattro anni fa il Tar nella sentenza definiva come zona adibita a verde

pubblico, gioco e sport“, zona, inoltre, compresa nella fascia territoriale retrostante l’anfiteatro campano di Santa Maria Capua Vetere, sotto vincolo archeologico?

Ma le particelle sono diverse!“, potrebbe dire qualcuno. Sì, forse no. Pare che i numero identificativi delle particelle catastali siano diversi perché quelli della determina del 2019, rispetto a ciò che potete leggere nella sentenza del Tar, sono stati definiti attraverso una differente metodologia di classificazione. Tutto questo rende la fotografia dell’attuale situazione molto sfocata e ci porta a criticare il modo in cui il comune di santa Maria Capua Vetere garantisce la trasparenza.

LA DETERMINA DEL 28 NOVEMBRE CHE DA’ IL VIA LIBERA ALLA IP SERVICE DI GIOVANNI COSENTINO