CLAN DEI CASALESI. La Cassazione dice “No” alla scarcerazione dell’imprenditore Antonio Piccolo

5 Gennaio 2019 - 18:30

SAN CIPRIANO D’AVERSA (red. cro.) – La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali di Antonio Piccolo, 43 anni, imprenditore di San Cipriano d’Aversa, condannato in primo grado a 10 anni di reclusione nel processo sugli appalti per la metanizzazione legati al clan di Michele Zagaria. Il ricorso è stato rigettato per l’assenza di una successiva condotta dissociativa come dato che avvalora la persistenza nell’attualità delle esigenze cautelari

Piccolo si era rivolto alla Suprema Corte impugnando l’ordinanza del Tribunale della Libertà di Napoli che aveva rigettato l’istanza di scarcerazione o di sostituzione della custodia in carcere con una meno afflittiva. Il provvedimento impugnato ha richiamato i dati probatori su cui era stato fondato il giudizio di colpevolezza, a partire dalla vicenda relativa alla così detta metanizzazione e quindi dando rilievo al diretto collegamento del Piccolo con i vertici del clan, affermato da diversi collaboratori di giustizia, anche in epoca successiva all’arresto di Zagaria Michele, avvenuto nel dicembre 2011. Nella sentenza di primo grado Antonio Piccolo è stato ritenuto partecipe al sodalizio e con un significativo grado di inserimento.