Ergastolo per il killer di Vincenzo Ruggiero. Le reazioni del padre della vittima e della criminologa
27 Settembre 2018 - 15:56
AVERSA/PARETE(l.d.a.) – “Ergastolo per l’assassino di Vincenzo Ruggiero“. Queste le parole che da più di un anno attendevano tutti i parenti e gli amici del ragazzo, dopo aver scoperto che il 25enne, non era scomparso, come all’inizio si credeva, ma era stato brutalmente ucciso e il corpo nascosto in un garage.
Dallo scorso 7 luglio 2017 abbiamo seguito passo passo tutta la vicenda, le indagini e l’evoluzione della tragedia, sino alla confessione dell’assassino Ciro Guarente, un ex militare, cuoco, arrivato a vendere il proprio corpo su siti online specializzati,
Per invidia, gelosia di Vincenzo, amico e coinquilino della protagonista della sua ossessione, Heven Grimaldi, lo ha ucciso senza pietà e scrupoli, occultandone il corpo, fatto a pezzi in un garage di Ponticelli.
Domani, venerdì, si terrà l’ultima udienza del processo a carico del presunto complice dell’assassino, Francesco De Turris, che avrebbe venduto la pistola, una Beretta, con la quale l’omicida ha ucciso a sangue freddo Vincenzo
Quella attribuita a Guarente ieri, mercoledì, è stata una pena esemplare, attesa da tutti. Vedremo, se questa tragedia rivelerà ulteriori sorprese. Intanto interessante e commovente il commento del padre di Vincenzo, il signor Francesco Ruggiero che racconta la giornata dell’udienza e le sue sensazioni: “Oggi si conclude il primo step del processo contro Ciro Guarente. Il Giudice Finamore ha interrotto il dibattito per chiudersi in camera di consiglio. Abbiamo aspettato fino alle 17.30, quando il giudice è rientrato in aula e senza mezzi termini ha letto il verdetto: ergastolo. Il Guarente aspettava tutt’altra pena. Si è visto perso voleva essere punito con una pena meno inflittiva. Infatti in aula ha letto una lettera che, successivamente, è stata assunta come prova, dove chiedeva perdono e clemenza. Ma lui per Vincenzo ha avuto clemenza? Certamente abbiamo ottenuto un risultato ma Vincenzo avrà pace solo quando tutti i componenti della banda abbiano la stessa pena. Nessuno può togliere la vita ad un altro essere umano. Il lavoro di tutte le forse dell’ ordine partendo dal comandante dei carabinieri Policano (persona che ha visto pure l’aspetto umanitario, infatti quando venne a dare la notizia è stato insieme alla mia famiglia). Ringrazio tutti .
Oggi in aula ho intravisto anche il maresciallo dei carabinieri Forte, persona che anche se presente, umile, non si è fatto notare.-Principalmente ringrazio l’avv.Luca Cerchia e la criminologa Alessandra Sansone che ci a dato forza e ci a inculcato fiducia due figure professionali oneste e umane”.
La criminologa Alessandra Sansone ha così commentato la sentenza: “Ho sempre creduto fermamente che il “gioco di squadra” fosse un’arma vincente. Ed infatti, quando tutti lavorano coesi ed uniti verso lo stesso obiettivo i risultati poi arrivano sempre! Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato e contribuito affinché fosse fatta Giustizia! Ringrazio tutta la squadra, l’avvocato Luca Cerchia e la dottoressa Angela Mona”
Per il momento sembra che giustizia sia fatta.