SEQUESTRO DA 30 MILIONI, 7 ARRESTI e decine di perquisizioni: fatture false e prestanomi tra carni pregiate ed edilizia. E i soldi finivano a clan di camorra

28 Gennaio 2025 - 13:29

CASERTA – La procura della repubblica di Firenze annuncia l’esecuzione di un’importante operazione investigativa da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, in collaborazione con i Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Firenze, Modena, Napoli, e altri reparti di polizia, tra cui la Polizia di Stato di Siena.

L’operazione riguarda un’inchiesta che ha coinvolto 17 indagati, per i quali sono state disposte misure cautelari personali, tra cui arresti domiciliari, arresti in carcere e interdizioni dai ruoli direttivi in aziende (6 custodie cautelari in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 1 interdizioni con divieto di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese).

Inoltre, sono stati sequestrati beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 30 milioni di euro. I reati contestati vanno dall’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti al riciclaggio, fino all’associazione per delinquere.

Le indagini, condotte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Firenze e dalla Squadra Mobile della Questura di Siena, hanno portato alla luce l’esistenza di una consorteria criminale che operava in Toscana, Lazio, Emilia-Romagna, Veneto, Campania e Calabria. Il gruppo criminale ha messo in atto un sistema di frodi fiscali e riciclaggio, basato principalmente su false fatturazioni e indebite compensazioni fiscali.

Il caso ha avuto inizio con un’indagine su un commercialista campano, che operava in Toscana e Campania, e che aveva instaurato rapporti con pregiudicati, anche legati a organizzazioni mafiose. L’attività criminosa riguardava principalmente il settore della lavorazione delle carni, attraverso l’uso di prestanomi e l’emissione di fatture false da parte di società “cartiere” create ad hoc per evadere il fisco.

Oltre alla frode fiscale, il denaro ricavato dalle false fatturazioni veniva riciclato, e parte dei proventi illeciti finivano nelle mani di affiliati a clan camorristici, in particolare quelli del quartiere Ponticelli di Napoli, detenuti nel carcere di Poggioreale, nonché a loro parenti, affini e conoscenti, e a membri di altri clan operanti nel casertano. Le indagini hanno anche rivelato la creazione di crediti inesistenti, che venivano utilizzati per compensare debiti tributari.

L’operazione ha visto l’esecuzione di 50 perquisizioni e il sequestro di ingenti somme di denaro, con una particolare attenzione ai flussi finanziari sospetti. Il caso, ancora in fase di sviluppo, proseguirà con l’analisi degli elementi acquisiti durante le perquisizioni.

Le autorità ricordano che la responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo in seguito a una sentenza definitiva.