TANGENTOPOLI DI S. MARIA A VICO. Questo scrivevamo il 17/11/ ’23. Alè, quando il sindaco Andrea Pirozzi promette due appalti “riparatori” ai fratelli Corvino dopo la fregatura dei Caprio
23 Ottobre 2025 - 19:22

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Come avete potuto capire dagli arresti di ieri mattina, CasertaCe, che ha subito insulti, contumelie e querele da questi soggetti, aveva totalmente ragione dato che le cose dell’ordinanza le scriveva due anni fa. Al tempo, quando era ancora lecito farlo, pubblicammo anche le prove palmare con le pagine delle intercettazioni, inserite negli atti della difesa di Pasquale Crisci, già vice sindaco di S. Maria a Vico e vice presidente della Provincia, l’ unico che fino ad ora ha pagato dazio. Oggi, in questo revival del nostro lavoro su politica e camorra a Santa Maria a Vico, dobbiamo limitarci in una sintesi, modificando il testo di allora, pubblicato il 17 novembre 2023
SANTA MARIA A VICO – Prima di farvi leggere un approfondimento dedicato alla vicenda del giorno, ricordiamo che ai sei arrestati, – cui il sindaco Andrea Pirozzi, la vicesindaca Veronica Biondo, l’ex assessore Marcantonio Ferrara e il consigliere comunale Giuseppe Nuzzo, oltra a 2 esponenti del clan Massaro – sono contestati i delitti di scambio elettorale politico-mafioso e induzione indebita.
L’accusa centrale è un patto voto-favori: il clan avrebbe assicurato il sostegno nelle elezioni comunali del 2020 in cambio della promessa di appalti pubblici (come l’ampliamento del cimitero e la realizzazione di un forno crematorio), assunzioni pilotate e la riassegnazione di concessioni commerciali. Completano il quadro le accuse di rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale. Qui sotto, l’articolo del novembre 2023. Le intercettazioni, al tempo pubblicabili, sono state sintetizzate, riassunte, rispettando quanto previsto dal decreto Costa, discutibilissima legge sulla pubblicazione delle intercettazioni.
Si tratta della seconda parte dell’articolo ripubblicato questa mattina, la cui prima parte è relativa al pacco dono consegnato a Gennaro Iannone, coinvolto nella prima tranche dell’inchiesta, dalla vicesindaca Veronica Biondo, candidata in Forza Italia a queste elezioni regionali da Giovanni Zannini, su spinta del sindaco di San Felice a Cancello, Emilio Nuzzo.
class="wp-block-heading has-text-align-center">IL NOSTRO ARTICOLO DEL 17 NOVEMBRE 2023
Sono occorsi tre articoli per dedicare lo spazio giusto, lo spazio che merita l’estrema delicatezza e l’estrema gravità di questo documento giudiziario, per illustrare, con il corredo degli stralci integrali, le intercettazioni (al tempo di questo articolo risalente al novembre del 2023, era consentito pubblicare gli stralci integrali n.d.d.) tra il sindaco di allora che, clamorosamente, è ancora il sindaco di oggi (seppur sospeso dopo l’arresto n.d.d.) in quel di Santa Maria a Vico e i costruttori di Casal di Principe Emilio e Pasquale Corvino, fratelli e, rispettivamente, titolari della “Corvino Costruzioni sas di Corvino Emilio” e, il secondo, titolare della ditta individuale, con sede alla via Ruggiero, a Caserta, “Socea di Corvino Pasquale“, ambedue presenti nel registro delle imprese di fiducia del già citato comune di Santa Maria a Vico. Chi vuol leggere i due articoli precedenti può farlo CLIKKANDO QUI per il primo e CLIKKANDO QUI, per il secondo.
L’ultimo stralcio, quello odierno, ospita ancora una volta, il rammarico, che costantemente si trasforma in rabbia, dei due fratelli di Casal di Principe, i quali continuano a sentirsi scippati di un appalto che ritenevano matematicamente conquistato, grazie all’aggiustamento, grazie a una gara truccata per ordine de sindaco Andrea Pirozzi, che glielo aveva promesso. Questo scrivevamo il 17 novembre 2023 ed è logico che oggi 23 ottobre 2025 non possiamo collocare la cronaca sugli stralci integrali delle intercettazioni. Per cui, pur senza attualizzare questo articolo del 2023 elimineremo le parti virgolettate limitandoci a realizzare una sintesi concisa delle stesse così come il già citato decreto Costa consente. Dunque, la rabbia dei fratelli Emilio e Pasquale Corvino monta nel momento in cui si sentono sicuri che quella gara, riguardante la riqualificazione del tratto della statale Appia ricadente all’interno del Comune di Santa Maria a Vico, sia stata truccata lo stesso, ma a favore di altri imprenditori di Casal di Principe, quelli appartenenti alla famiglia Caprio, con tanto di fiocco legato dal dirigente dell’Ufficio tecnico, Valentino Ferrara, e con tanto di blindatura. in poche parole le prime due o addirittura tre imprese classificate erano tutte amiche e in caso di necessità il fatto che una subentrasse ad un’altra non spostava assolutamente la sostanza dell’aggiudicazione.
Il sindaco Pirozzi cerca di guardare oltre e assume degli impegni riparatori concreti, espliciti, affinché i Corvino possano conquistare un’altra gara, quella riguardante le opere di messa in sicurezza rispetto al rischio idrogeologico, con importo da due milioni e mezzo di euro. Questo stralcio dell’intercettazione evidenzia quanto, in quel periodo, il dirigente Valentino Ferrara contasse all’interno della struttura comunale sammaritana. I Corvino lo minacciano, dicono al sindaco che se non fosse per lui, passerebbero a vie di fatto. Pirozzi cerca di calmarli. Ammette che ogni accordo per aggiustare una gara vada preso insieme al dirigente. Per cui, vuole organizzare assolutamente un incontro tra Ferrara e gli stessi Corvino, in modo che, inerentemente alla gara per il dissesto idrogeologico, non si registri nessuna sorpresa. I due di Casal di Principe sono un po’ stupiti e anche un po’ increduli, perché ritengono che tutto sommato un sindaco, nel momento in cui un dirigente disobbedisce ad un’indicazione del primo cittadino, debba rimuoverlo e lo dicono esplicitamente in un discorso tra di loro intercettato dalla guardia di finanza della Compagnia di Marcianise. Andrea Pirozzi, organizza una sorta di scena madre per giustificarsi al cospetto dei fratelli Corvino affermando che Valentino Ferrara è una sorta di super dirigente. Il più bravo, il più capace di tutti di intercettare finanziamenti regionali ed europei, Addirittura afferma che sui plessi scolastici è riuscito a intercettare il 100% dei fondi.
Attenzione, Andrea Pirozzi, è un sindaco che ha indossato la fascia per diversi anni. Ma niente rispetto al tempo lunghissimo in cui ha svolto a S. Maria a Vico la funzione di assessore ai lavori pubblici. Se non siamo alla carica a avita poco ci manca. Pirozzi è il sindaco della provincia di Caserta che meno ha bisogno di essere portato per mano da un dirigente capace. lui ha bisogno solo di un dirigente che sapeva aggiustare le carte nel momento in cui lui indirizzava gli appalti nella direzione di questo o di quell’altro imprenditore.
Ritornando alla narrazione, Pirozzi ha un piano ben preciso: l’incontro con Ferrara dovrà avvenire dopo che i due Corvino avranno incontrato il progettista, un non meglio precisato professore universitario che, ovviamente, dovrà manipolare il suo lavoro, adattandolo a quella che poi dovrà essere l’offerta migliorativa che i due casalesi formuleranno in una procedura che, aggiungiamo noi, presumibilmente sarà quella della “offerta economicamente più vantaggiosa”. In poche Parole, Pirozzi turba una gara d’appalto a monte perchè ha l’esigenza di far calmare i fratelli Corvino dopo averli fregati con l’appalto dell’Appia. E se ha questa esigenza evidentemente i Corvino hanno accumulato dei crediti nei suoi confronti.
C’è poi anche la possibilità di mettere in lizza Emilio e Pasquale Corvino in un altro appalto, quello relativo alla ristrutturazione del Complesso Aragonese.
Bisogna calmarli i Corvino che veramente se la prendono con Pirozzi. E se la prendono con Pirozzi perchè lo conoscono bene. Sanno che è lui il dominus di certe cose. Spassosa ma altamente esplicativa è l’uso da parte dei due fratelli di Casal di Principe della metafora della scorza di melone. Anche di questa Pirozzi li avrebbe privati. Ci chiediamo e ce lo chiediamo noi di CasertaCe: perché Andrea Pirozzi doveva restituire almeno una scorza di melone ai fratelli Corvino? Restituire significa che uno ha avuto qualcosa. E diciamocela tutta, l’analisi attenta del testo di queste lunghissime intercettazioni tra il Pirozzi e i due fratelli costruttori di Casal di Principe, che noi ci stiamo limitando solamente a riassumere in forma molto, ma molto sintetica, lascia una traccia evidente, determina il sospetto non lieve che questi Corvino abbiano in passato dato qualcosa ad Andrea Pirozzi. Cosa? Non lo possiamo dire. Perché questa costituirebbe una deduzione fondata sul nulla e non su una cognizione acquisita da una lettura di migliaia e migliaia di parole messe in fila.