TORTURE IN CARCERE. La procura ci riprova contro i due agenti della polizia penitenziaria assolti

27 Marzo 2025 - 21:58

SANTA MARIA CAPUA VETERE – È iniziato il processo in corte d’Appello, a Napoli, nato dal ricorso della procura di Santa Maria Capua Vetere nei confronti dell’assoluzione del giugno 2023 emessa in rito abbreviato nei confronti di due agenti della polizia penitenziaria.

Si tratta Angelo Di Costanzo e Vittorio Vinciguerra, quest’ultimo difeso dagli avvocati Gerardo Marrocco e Massimiliano Di Fuccia

I due agenti erano stati coinvolti nell’inchiesta per le violenze consumate il sei aprile del 2020 nell’Istituto penitenziario Uccella di Santa Maria Capua Vetere.

Nell’udienza di oggi non ci sono stati particolari passi avanti perché la corte ha riscontrato l’omessa notifica del procedimento a ben 59 parti civili, ovvero alcuni dei detenuti picchiati nel carcere di Santa Maria Capua Vetere che si sentono danneggiati dai comportamenti dei due poliziotti. La costituzione di parte civile viene operata con l’obiettivo, in caso di condanna, di poter chiedere un risarcimento danni.

Vinciguerra e Di Costanzo erano accusati di tortura, di abuso di autorità su arrestati o detenuti e lesioni aggravate dall’uso dell’arma.

Nella sentenza emessa dal Gup D’Angelo del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, non furono accolte le richiesta dei pubblici ministeri Daniela Pannone e Maria Alessandra Pinto che avevano chiesto la condanna a sei anni per Di Costanzo e a tre anni e otto mesi per Vinciguerra.