TORTURE IN CARCERE, parla l’ispettore imputato: “Gesti dissuasivi, non punitivi”
4 Novembre 2025 - 15:53
L’imputato in aula ha ricostruito la sua versione dei fatti avvenuti nel carcere Francesco Uccella di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020, durante quella che la magistratura ha definito una vera e propria spedizione punitiva ai danni dei detenuti
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SANTA MARIA CAPUA VETERE – «Ho visto frizioni, anche degenerazioni, e una confusione totale. Ho cercato di intervenire dove ho avuto la chiara percezione che un detenuto stesse soccombendo».
Con queste parole, pronunciate oggi in aula, Salvatore Mezzarano, ex ispettore della Polizia Penitenziaria, ha ricostruito la sua versione dei fatti avvenuti nel carcere Francesco Uccella di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020, durante quella che la magistratura ha definito una vera e propria spedizione punitiva ai danni dei detenuti.
Mezzarano, che all’epoca dei fatti prestava servizio al Reparto Nilo, è uno dei principali imputati del maxiprocesso che vede alla sbarra 105 persone tra agenti penitenziari, funzionari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) e medici dell’istituto di pena.
L’ex ispettore ha trascorso oltre quattro mesi in carcere dopo il suo arresto, prima di essere rimesso in libertà. In aula ha confermato quanto già dichiarato agli inquirenti durante le indagini preliminari, ammettendo alcuni gesti di violenza, ma definendoli come azioni dissuasive e non punitive.
«Ho colpito sul gluteo un detenuto – ha spiegato – mentre per un secondo ho sbattuto il manganello a terra, vicino ai suoi piedi. Mi scuso per ciò che ho fatto, anche con lei, dottore, ma erano gesti dissuasivi, dovuti anche a una cattiva percezione della situazione. Ho difeso decine di persone, posso giurarlo: i miei gesti non erano tesi a fare del male».
Il procedimento, che prosegue davanti alla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere, punta ad accertare le singole responsabilità degli agenti e dei funzionari coinvolti, tra chi avrebbe partecipato attivamente alle violenze e chi, come Mezzarano sostiene, avrebbe invece cercato di limitare i danni e ristabilire l’ordine in un contesto di caos generale.
