Trovati 493 milioni di lire nella cassapanca di una casa casertana: non si possono cambiare in euro, ma il proprietario non ci sta

6 Settembre 2025 - 13:32

I soldi erano dei genitori

CASERTA – Una scoperta inaspettata tra le mura di una casa casertana rischia di aprire un caso giudiziario di risonanza nazionale. Stefano Baldi, 50 anni, fiorentino d’origine ma ormai da anni residente a Caserta, ha ritrovato in una vecchia cassapanca appartenuta ai suoi genitori l’equivalente di 493 milioni di lire in banconote di vario taglio. Un patrimonio dimenticato, tornato alla luce per caso.

Convinto di poter convertire la somma in euro, Baldi si è rivolto alla sede locale della Banca d’Italia, ma la risposta ricevuta è stata tutt’altro che incoraggiante: le lire, secondo l’istituto, non sono più convertibili da tempo. L’ultima finestra utile per il cambio – spiegano – si è chiusa il 28 febbraio 2012, e ogni possibilità si sarebbe estinta con quella data.

Baldi, però, non si è dato per vinto. Ritenendo “ingiusta e burocraticamente assurda” la posizione della Banca d’Italia, si è affidato a uno studio legale specializzato in contenziosi relativi alla conversione lira-euro. I legali hanno così avviato una procedura formale presso il Tribunale Ordinario di Roma, sostenendo che il diritto al cambio debba partire dal momento del ritrovamento, e non da scadenze stabilite anni fa di cui il cittadino medio non poteva essere pienamente a conoscenza.

La questione si inserisce in un quadro normativo controverso. Le lire sono uscite definitivamente dalla circolazione nel 2002, ma per anni è stato possibile cambiarle. Un decreto del 2011 anticipò la scadenza al 6 dicembre, ma la Corte Costituzionale, nel 2015, dichiarò illegittima quella modifica, riportando la data limite al 28 febbraio 2012. Tuttavia, il Ministero dell’Economia impose poi che chi chiedeva la conversione dimostrasse di aver fatto richiesta proprio in quel lasso di tempo compreso tra dicembre 2011 e febbraio 2012.