Truffa sui migranti. 23 a processo tra sindaci, imprenditori e commercialisti
27 Novembre 2020 - 12:50

CASERTA – 23 persone sono state rinviate a giudizio dal gup Sodano del tribunale di Cassino. Si tratta dell’inchiesta Welcome to Italy.
Il processo comincerà ad aprile per Francesco Mosillo, 37 anni di Cassino; Lucio Secondino, 43 anni di Cassino; Dino Secondino, 45 anni di Cassino; Michele De Rosa, 36 anni di Cassino; Luca Imondi, 38 anni di Cassino, Paolo Aristide Aristipini, 48 anni di Cervaro; Katia Risi, 44 anni di Cervaro; Bruno Vincenzo Scittarelli, 70 anni di Cassino, di cui è stato anche Sindaco; Lucia Risi, 37 anni, nata a Sora ma residente a Cassino; Daniele Scittarelli, 37 anni di Cassino; Daniele Quadrini, 48 anni di Sora; Michele Murante, 70 anni di Poggio Moiano (Rieti); Massimiliano Murante, 34 anni di Rieti; Alessandro Pieroncini, 36 anni di Roma; Modesto Mario Della Rosa, ex deputato, 60 anni di San Giorgio a Liri, di cui è stato anche Sindaco; Angelo Marrocco, 69 anni, ex sindaco di Rocca D’Evandro; Ornella Romanelli, 63 anni di Mignano Monte Lungo ma residente a Rocca D’Evandro; Simone Di Nallo, 42 anni di Cervaro; Giuseppe Di Pilla, 67 anni di Isernia; Salvatore Maddonni, 63 anni di Isernia; Giuseppe D’Errico, 40 anni di Caserta ma residente a Casagiove; Martino Valiante, 58 anni di Santa Maria Capua Vetere; Valentina Tomassi, 35 anni di Cassino.
L’ex vicesindaco di San Giorgio a Liri Massimo Terrezza ha scelto l’abbreviato ed è stato assolto, mentre per Salvatore Secondino è stato disposto il non luogo a procedere.
L’INDAGINE
Gli accertamenti investigativi svolti su delega della Procura di Cassino, sotto la direzione del Procuratore Capo Luciano d’Emmanuele e del Sostituto Procuratore Alfredo Mattei, hanno coinvolto numerosi Comuni delle provincie di Frosinone, Caserta, Isernia, Latina e Rieti. Nell’ambito delle indagini esperite, è stata acquisita copiosa documentazione contabile ed extracontabile che ha consentito di individuare numerosi comportamenti illeciti nella gestione dell’accoglienza dei rifugiati sia nel Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) che in quello dei Centri di Accoglienza Straordinari (CAS) gestiti dagli uffici delle Prefetture. Sulla scorta della delega emessa dalla Procura di Cassino sono state qualificate le condotte criminose poste in essere dagli indagati, quali l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e relative all’ottenimento di rimborsi non dovuti, frode nella fornitura di servizi ai rifugiati e richiesta di rimborso rette per rifugiati non più presenti sul territorio nazionale, e individuati ulteriori soggetti ad essi collegati.
Veniva inoltre rilevato un caso di corruzione di un funzionario addetto alla rendicontazione del servizio S.P.R.A.R. per la percezione di contributi per costi mai sostenuti. Nell’ambito dei controlli documentali emergeva, in alcuni casi, la doppia annotazione nei registri di rendicontazione di costi sostenuti da Cooperative per il servizio S.P.R.A.R. e la doppia percezione di contributi per il pagamento di personale dipendente delle Cooperative sia dello S.P.R.A.R., nonché un doppio utilizzo dell’IVA, portata sia in detrazione che rimborsata. Sono state acclarate precise responsabilità a carico dei legali rappresentanti e soci di n.3 cooperative dalle quali è emerso un vero e proprio sistema basato sull’illecito e indebito rapporto tra il responsabile dell’ufficio rendicontazione del servizio S.P.R.A.R. e i responsabili di due cooperative ramificate nei territori delle province di Frosinone, Caserta e Isernia. In un caso, è stato rilevato che a fronte dell’intervento di un pubblico ufficiale era stata prospettata, quale compenso, l’assunzione del figlio, cosa che poi è regolarmente avvenuta.
E’ stato riscontrato che, nel tempo, il sistema di rendicontazione dei costi comprendeva anche spese che con gli immigrati non avevano nulla a che fare, come nel caso di quelle sostenute per l’organizzazione della festa per il diciottesimo compleanno del figlio di un responsabile e confluite nella contabilità del servizio S.P.R.A.R. quale costo sostenuto per la realizzazione di una manifestazione finalizzata all’integrazione dei migranti ospiti. Sempre a carico del servizio S.P.R.A.R. sono state poste anche delle spese di ristrutturazione della villa, con annesso campo da tennis, di proprietà di un responsabile della cooperativa coinvolta.
Per quanto concerne il servizio di affidamento dei servizi da parte di alcuni Comuni siti nelle province di Isernia, Caserta e Frosinone, è stato rilevato che questo avveniva senza alcuna procedura ad evidenza pubblica ed emergeva, altresì, che il sindaco di un comune coinvolto era riuscito ad ottenere quale “compenso” l’assunzione di familiari e conoscenti, pretendendo, in alcune circostanze, anche un aumento di stipendio per una persona di suo interesse. Le indagini svolte, hanno permesso di appurare che le cooperative erano giunte a una sorta di patto “di non concorrenza” con il quale si erano spartite il territorio ove operavano. Illuminante in tal caso è la circostanza in cui, innanzi al tentativo di “infiltrazione” da parte di un’altra cooperativa, veniva rilevato l’intervento del sindaco che, con minacce più o meno velate, costringeva la proprietaria dell’immobile che doveva essere adibito a residenza degli immigrati a rescindere il contratto di locazione già stipulato e registrato.
Nel corso delle indagini venivano accertati casi di pagamento di rette per migranti non più presenti sul territorio italiano e il subappalto di vitto e alloggio a un centro fatiscente ad un prezzo risultato essere inferiore a 1/3 di quello versato dalla Prefettura, ottenendo in tal modo un indebito guadagno. Nell’ambito delle perquisizioni veniva rilevato lo stato dei luoghi altamente fatiscente con ambienti sporchi e blatte all’interno delle cucine, ma la mala gestione di questi centri di accoglienza aveva invece consentito ai responsabili di questi, di utilizzare automobili di lusso, quali due SUV della BMW modello X1 e X3, acquistati in leasing dalla cooperativa stessa.