TUTTI I NOMI. Auto rubate, fari puntati su un’officina capuana: in 30 a rischio processo

31 Marzo 2025 - 10:10

Per la Procura il capuano avrebbe occultato auto e pezzi meccanici derivati da furto

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CAPUA – Una base per le auto rubate: è ciò in cui sarebbe stata trasformata, sostiene la Procura
di Santa Maria Capua Vetere, l’autofficina in via Martiri di Nassiriya a Capua di proprietà di Angelo Lillo, 54enne del posto. E’ quanto emerso nell’indagine, che rischia di portare a processo il 54enne e altre 30 persone, tesa a far luce su un presunto giro di vendita di macchine rubate o incidentate e intestate fittiziamente a teste di legno.

Il meccanismo su cui ha indagato il pm Daniela Pannone ruotava inizialmente intorno alla figura
di un rivenditore di queste macchine, poi deceduto. Secondo l’accusa, Lillo (da ritenere innocente fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile) con Carmine

Iorio, Massimo Iorio e Francesco Iorio, meccanici (anche loro rischiano il processo) di un’altra officina a Santa Maria Capua Vetere, si sarebbero preoccupati di occultare la provenienza illecita dei veicoli rubati o di alcuni dei loro pezzi.
Al capuano, oltre ai reati di partecipazione all’associazione a delinquere, di ricettazione e riciclaggio, viene contestato anche quello di falso perché, al fine di evadere l’Iva relativa a delle auto di provenienza comunitaria, forniva a un’agenzia di pratiche auto la fattura, dice l’accusa, falsamente intestata alla Auto- park Braunau per ottenere la loro immatricolazione. Le condotte contestate dall’accusa risalgono al 2019. Gli imputati affronteranno a
novembre l’udienza preliminare che deciderà se rinviarli o meno a giudizio