TUTTI I NOMI. ESTORSIONI AI CASEIFICI. In 19 sotto processo. Imputati Mario De Luca, Achille Piccolo, Camillo Belforte e…
23 Maggio 2024 - 12:32
SAN CIPRIANO D’AVERSA – Sono 19 su 22 indagati i soggetti rinviati a giudizio per l’inchiesta sulle estorsioni e i recuperi di crediti da parte del clan dei Casalesi che si sarebbe avvalso anche della collaborazione di esponenti del clan Belforte di Marcianise.
I pubblici ministeri della Dda, Luigi Landolfi e Vincenzo Ranieri, hanno notificato agli indagati gli avvisi ed ora si preparano a chiedere il rinvio a giudizio. Nel mirino degli inquirenti figurano: Antonio Barbato, 47 anni di Cesa (di recente arrestato per un’estorsione ai danni di un cantiere edile ad Aversa); Antonio De Luca, 46 anni di San Cipriano d’Aversa; Mario De Luca, 54 anni di San Cipriano d’Aversa; Mario Raffaele De Luca, 42 anni di Casal di Principe; Antonio Chiacchio, 52 anni di Teverola; Carmine Lucca, 53 anni di San Marcellino; Antonio Palumbo, 36 anni di Cancello ed Arnone; Alessandro Pavone, 36 anni di Casal di Principe; Nicola Di Bona, 54 anni di Castel Volturno; Carlo Del Vecchio, 56 anni di Falciano del Massico; Giacomo Terracciano,62 anni di Afragola; Umberto Loreto, 54 anni di Afragola; Mario Curtiello, 41 anni di Sant’Antimo; Gennaro Celentano, 39 anni di Sant’Antimo; Camillo Belforte, 28 anni di Marcianise figlio di Benito; Achielle Piccolo, 48 anni di Marcianise; Daniele Coronella, 50 anni di Casal di Principe; Sergio Iannicelli, 31 anni di Sant’Antimo; Nunzio Chiariello, 77 anni di Sant’Antimo.
Di questi soggetti diversi gli avvocati difensori, tra cui Alessandro Diana, Carlo De Stavola, Angelo Raucci e Mirella Baldascino.
L’attività investigativa, che ha coperto un periodo tra agosto 2017 a gennaio 2018, ha rivelato l’operatività di un sodalizio criminale guidato da Mario De Luca, suo fratello Antonio, ed il cugino Mario Raffaele De Luca, figlio di Giancarlo, esponente storico della fazione Bidognetti. Erano loro a chiedere soldi alle attività commerciali come regalo per i carcerati. Nel mirino del gruppo erano finiti anche minimarket e caseifici dell’agro aversano.
Oltre all’attività estorsiva, il gruppo si occupava anche di recupero crediti, come nel caso del titolare di una rimessa di barche a Castel Volturno al quale il gruppo chiese soldi per conto di un fornitore che avanzava un credito da 80mila euro.