TUTTI I NOMI. La camorra dei SALE E TABACCHI. Chiesto il processo per un ras e una famiglia di noti commercianti
1 Agosto 2025 - 11:45

Sono giorni in cui vanno di moda i reati attorno ai prodotti del monopolio. Ieri il comunicato della Procura di Santa Maria Capua Vetere con un sequestro da 54 milioni di euro
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SANTA MARIA CAPUA VETRE – Un’indagine di diversi anni fa giunta alla richiesta di rinvio a giudizio di 7 persone da parte dei magistrati della Dda. I nomi non sono certo sconosciuti, dato che si tratta di soggetti storicamente presenti nelle attività criminali sulle piazze di Santa Maria Capua Vetere e dintorni
La DDA ha chiesto il rinvio a giudizio per sette persone coinvolte a vario titolo nel presunto meccanismo di intestazioni fittizie con l’aggravante mafiosa: Simmaco Maio, 56 anni di Santa Maria Capua Vetere; Luigi Maisto, 54 anni originario di Santa Maria, residente ad Assisi; Giuseppe Papale, 56 anni, Luigi Papale, 36 anni; Giovanna Enza Fiano, 41 anni; Caterina Maisto, 38 anni di Caserta e Franca Raucci, 51 anni di Capua
Al centro dell’indagine c’è Simmaco Maio, 56 anni, originario di Santa Maria Capua Vetere, ritenuto figura di rilievo nell’organizzazione e indicato come il vero dominus di tre tabaccherie, acquisite e gestite tramite una rete di prestanome e operazioni societarie tra il 2016 e il 2022, finalizzate, secondo gli inquirenti, a eludere misure patrimoniali e riciclare denaro riconducibile a circuiti criminali.
Tra le attività sospette figura innanzitutto il tabacchi di via Regina Elena a Bellona. Secondo l’accusa, Caterina Maisto avrebbe costituito una ditta individuale e, con l’aiuto di Giuseppe Papale e Luigi Maisto, gestito il locale tra il 2018 e il 2020, versando gli utili a Simmaco Maio, vero proprietario occulto. Quest’ultimo, già condannato in appello (sentenza non definitiva) per concorso in associazione mafiosa, avrebbe usato la Maisto come intestataria fittizia per eludere eventuali misure di prevenzione patrimoniale.
Il secondo esercizio coinvolto è il tabacchi di via Galatina a Santa Maria Capua Vetere, intestato formalmente a Pasquale Maisto tra il 2017 e il 2020. Anche in questo caso, secondo la DDA, l’attività era gestita per conto di Maio, con il supporto operativo di Giuseppe Papale. In seguito, la gestione sarebbe passata a Giovanna Enza Fiano, cognata di Maio.
La terza attività posta sotto osservazione è il tabacchi di via del Lavoro, sempre a Santa Maria Capua Vetere. Qui, la società sarebbe stata costituita da Luigi Papale, con il coinvolgimento diretto del padre Giuseppe, e gli incassi sarebbero stati anch’essi destinati a Maio.
A confermare l’esistenza di questo sistema sarebbero anche le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia:
Nicola Schiavone, figlio del noto capoclan Francesco “Sandokan” e Ferdinando Del Gaudio, ex esponente del gruppo criminale dei Bellagiò. Ora la parola passa al gup e anche agli avvocati difensori di ognuno degli imputati qualora decidano di presentare istanza al giudice per l’accesso al rito abbreviato