VERGOGNA ASL. A un mese dall’interdittiva antimafia, Capriglione e la sua coop “Nestore” hanno ancora tra le mani la RSA di CASERTA
24 Giugno 2022 - 16:11
Un’indagine emersa nello scorso dicembre, l’interdittiva antimafia del 26 giugno, la risoluzione del contratto 24 ore dopo e per ultima l’istanza cautelare presentata dal consorzio e rigettata dal Tar Campania. Dopo tutto ciò, il centro di via De Falco continua ad essere gestito dsotto l’effige della coop di Capriglione, di fatto aggirando il provvedimento della prefettura. Andando a sintetizzare in maniera drastica e facendoci aiutare dalla lingua vernacolare: all’Asl di Caserta “si è addurmut o’ creatur“.
CASERTA (l.v.r.) – Torniamo a parlare della gestione della Residenza sanitaria assistita, la RSA che si trova a Caserta, in via De Falco.
La struttura è gestita dall’Asl di Caserta che nel marzo 2020 ha aggiudicato in via definitiva le attività assistenziali al consorzio di cooperative sociali Nestore con un contratto dal valore di oltre 3 milioni di euro.
Riassumiamo: questa cooperativa è guidata da Pasquale Capriglione, imprenditore che secondo la Direzione distrettuale antimafia avrebbe gestito il business dei servizi sociale con il beneplacito del boss Nicola Schiavone junior. I magistrati dell’antimafia, quindi, avrebbero segnalato la presenza di una evidente infiltrazione camorristica nel consorzio, oltre ad altri reati compiuti da Capriglione come corruzione e turbativa d’asta.
L’indagine esplode nel dicembre scorso e solo il 26 maggio la prefettura di Caserta
Tra le conseguenze che il provvedimento emesso dal ufficio territoriale del governo provoca, il più importante è sicuramente la risoluzione dei rapporti contrattuali tra enti pubblici e la società colpitea da interdittiva. Ed è quello che è avvenuto 24 ore dopo l’emissione del provvedimento.
L’Asl Caserta ha infatti revocato il contratto per le attività di Global service presso la residenza sanitaria assistita il centro diurni per disabili di Caserta che da oltre 2 anni nelle mani del consorzio Nestore.
Nonostante ciò, però, non è cambiato l’operatore che si occupa delle strutture di via De Falco poiché, scrivono dall’Asl, i servizi essenziali operati nella struttura “non consentono l’interruzione dell’erogazione“. Decisione giusta e sacrosanta, perché non si può fermare l’assistenza dei pazienti disabili, fragili che ogni giorno hanno bisogno del supporto di questi centri. Detto questo, ad un mese dal provvedimento, ancora l’ASL di Caserta non ha emesso un documento che sia uno attraverso il quale si possa iniziare a trovare il sostituto del consorzio Nestore, bloccato dall’interdittiva antimafia della prefettura. Un comportamento gravissimo tenuto dall’ azienda sanitaria locale guidata da Ferdinando Russo e, ufficialmente da qualche ora, ma in realtà già da diverso tempo, da Amedeo Blasotti.
Perché se sono passati 27 giorni dal documento ufficiale con cui il contratto tra Capriglione e l’ASL viene revocato, l’azienda sanitaria casertana avrebbe dovuto muoversi rapidamente per bandire una procedura di gara che potesse trovare un soggetto economico a cui affidare la gestione della RSA e del centro disabili diurno. Anche per tre mesi, anche per 6 mesi, ma è sinceramente scandaloso che siamo arrivati alla quarta settimana in cui un’azienda sotto interdittiva antimafia continua a lavorare con dei pazienti disabili e ricevendo denaro pubblico emesso dalla ASL di Caserta.
L’Azienda della salute di Terra di Lavoro potrebbe mettere in piedi una cosiddetta gara ponte, cioè un’aggiudicazione di breve periodo, nel limite dell’anno, attuando una scrematura stringente per affidare il servizio a società di tutto rispetto che, nel mondo dei servizi sociali esistono, in modo tale da iniziare a lavorare su una procedura di appalto ad ampio raggio per il centro del capoluogo. Ma dall’Asl tutto tace. Perseverando su questa strada, la direzione di via Unità Italiana, dopo la revoca e quindi l’atto dovuto rispetto al provvedimento della prefettura, di fatto sta aggirando il provvedimento di interdittiva antimafia emesso dalla prefettura di Caserta. Perché, seppur sia stato risolto il contratto, sostanzialmente il consorzio Nestore è ancora al lavoro nella Rsa di Caserta, ricevendo, quindi, il pagamento per le prestazioni erogate.
L’interdittiva antimafia sono dei provvedimenti di cui la prefettura di Caserta, giustamente, pesa con grande attenzione la sua emissione. C’è chi, come noi di CasertaCE, ritiene che l’ufficio territoriale del governo operi con fin troppa cautela, in considerazione del fatto che l’indagine è stata resa nota nel mese di dicembre e l’interdittiva è scattata solo alla fine di maggio. Ma nel momento in cui questo provvedimento viene diventa ufficiale, l’azienda sanitaria locale Caserta avrebbe dovuto operare con la massima celerità per sanare questa situazione gravissima, cioè, ripetiamo, per evitare, cioè, che una società sotto interdittiva antimafia continui ad rapporto economico con un ente pubblico centrale come è l’ASL.
Niente. 27 giorni di silenzio assoluto. 27 giorni in cui si è perpetrata una situazione disdicevole, vissuta con totale disinteresse dalla ASL di Caserta e dai direttori generali Ferdinando Russo prima e ufficialmente Amedeo Blasotti poi.
Doveva essere una delle priorità della direzione strategica dell’ASL manda un mese di distanza neanche il più minimo provvedimento è stato preso.
Nel frattempo, è intervenuto anche il TAR della Campania sulla vicenda, a seguito del ricorso presentato dal consorzio Nestore. La società di Capriglione aveva presentato un ricorso proprio contro di informativa antimafia interdittiva della prefettura che provocato la revoca dei contratti.
Un’istanza cautelare che vede dall’altra parte il ministero dell’Interno, proprio perché nucleo centrale rispetto alla prefettura, e anche l’ASL di Caserta, che questi contratti annullato a seguito della nota antimafia.
Il tribunale amministrativo regionale ha rigettato l’istanza cautelare presentato dal consorzio Nestore, rafforzando, quindi , la ragionevolezza dell’interdizione antimafia mista dalla prefettura di Caserta.
Un piccolo indizio che ci dimostra come l’ASL di Caserta continui a disinteressarsi dell’argomento c’è lo regala proprio il documento emesso dal tribunale amministrativo regionale. L’ASL di Caserta non si è costituita in giudizio, continuando a dare l’impressione che questa brutta storia del consorzio Nestore non sia affatto roba che riguardi l’azienda sanitaria. Cosa che è molto lontana dalla realtà.