Vi ricordate la Borgonzoni? La sotseg alla cultura che non leggeva un libro da 3 anni? Ovvio, vuole che il suo concittadino Felicori rimanga

13 Settembre 2018 - 17:04

CASERTA (g.g.) Felicori non se ne vuole andare. Il renziano più renziano di tutti ora cerca sponde nel centrodestra e nel governo. Ricorre ad una sua concittadina, la leghista Lucia Borgonzoni, la quale arriva una mattina qui, e senza sapere leggere e scrivere, come d’altronde lei stessa ha in parte ammesso quando, nel giorno in cui ha assunto la carica di sottosegretaria alla cultura con delega al cinema che le ha consentito di fare la bella vita per una settimana al lido di Venezia, ha confessato candidamente e impunemente di non aver letto un libro negli ultimi 3 anni, c’è venuta a raccontare che il direttore della Reggia è il miglior manager del mondo, e che se Caserta se lo lascia sfuggire, saranno altri a goderne.

Un pietosissimo silenzio cali su queste stupidaggini superficiali, ispirate dalla non conoscenza e dall’incoscienza di chi non sa dei crolli avvenuti all’interno della Reggia, delle barriere architettoniche che non permettono a un solo disabile di andare in bagno o di usufruire di un bar.

Bagni che, d’altronde, il più delle volte, sono proibiti ai turisti. Per non parlare della manutenzione dei giardini. Dei matrimoni privati voluti e ottenuti dal governatore della Campania Vincenzo De Luca per amici suoi salernitani e dell’elicottero che portava in visita Renzi

e sua moglie, fatto atterrare in una zona dove non poteva atterrare perchè creava pericolo alla integrità del patrimonio artistico.

E’ chiaro che Felicori vuole rimanere. A tutti i costi e lotterà fino all’ultimo secondo per farlo. L’ordine di servizio con cui assegna alla solita corte che per decenni ha dettato legge o ha tentato di farlo nel palazzo reale, formata dai vari Patanè, Mario Tartaglione e compagnia, la dice lunga sulla necessità e sulla volontà di gestire tutto quello che Renzi, attraverso Invitalia (una 40ina di milioni di euro circa), fece arrivare, preceduti, esclusivamente per quella mission, da un guardiano fedelissimo che li avrebbe dovuti gestire: cioè Mauro Felicori, che fino a un mese prima aveva fatto il guardiano del cimitero della città filsinea che è anche la città, ripetiamo, della imprudenza ed impudente sottosegretaria leghista.

Ora se 5 Stelle e la Lega si mettono a difendere, questi metodi, allora hanno preso in giro tutti gli italiani e tutti i casertani che li hanno votati.

Qui sotto i comunicati di agenzia, con le stronzate della Borgonzoni.

 

QUI SOTTO I COMUNICATI DI AGENZIA

 “Qui a Caserta ho incontrato tante persone che mi hanno chiesto di fare in modo che Mauro Felicori resti al suo posto di direttore della Reggia di Caserta. Al Ministro diro’ proprio questo: che il territorio vuole Felicori perche’ riconosce che ha ben operato, dando nuova luce alla Reggia“.

Lo ha dichiarato il sottosegretario al Mibac Lucia Borgonzoni, a margine della conferenza stampa tenuta al Teatro di Corte della Reggia di Caserta, alla presenza dello stesso Felicori, e organizzata per il lancio del “World Heritage Jouneys”, piattaforma voluta dalla Commissione Europea per incanalare i flussi turistici di Nord America e Cina verso i siti europei dell’Unesco, tra cui appunto la Reggia Vanvitelliana.

Felicori andra’ in pensione il primo novembre di quest’anno, poco meno di dodici mesi prima della scadenza del mandato (ottobre 2019), ma da piu’ parti stanno arrivando appelli al Governo perche’ proroghi l’incarico almeno fino a quando non verra’ ultimata la procedura pubblica per la selezione di un nuovo direttore.

Proprio qualche giorno fa e’ stato presentato dal deputato napoletano di Forza Italia Paolo Russo un emendamento al Decreto Milleproroghe che potrebbe “salvare” Felicori; la norma prevede infatti che i dirigenti pubblici del Mibac che abbiano raggiunto l’eta’ pensionabile, ma hanno il contratto ancora in vigore, potranno chiedere di rimanere in servizio, e il ministero avra’ facolta’ di acconsentire che restino fino alla scadenza del contratto e comunque non oltre i 70 anni. La Borgonzoni afferma che “se il direttore dovesse andar via da qui, farebbe felice altri territori. Molti lo vogliono dopo averlo visto all’opera alla Reggia di Caserta“.