VIDEOREPORTAGE MONDRAGONE. E’ ancora bufera sulla Polizia Municipale! Bonuglia si arreda un appartamento in caserma non autorizzato

8 Giugno 2021 - 20:09

 

MONDRAGONE (Maria Assunta Cavallo) – Ennesimo vento di bufera sul corpo della Polizia Municipale messa sotto accusa dal consigliere di minoranza Giovanni Schiappa nell’ultimo consiglio comunale tenutosi il 31 maggio scorso. Durante uno dei suoi interventi in merito all’approvazione del bilancio, l’ex sindaco ha chiesto al primo cittadino Pacifico di verificare la veridicità di alcuni fatti, ritenuti gravi e accaduti all’interno del Comando, come l’alterco tra il luogotenente ed il comandante o come il diverso uso ed utilizzo di alcuni locali all’interno dello stabile del nuovo presidio della Municipale, non previsto da nessun progetto.

A seguito della tempesta scatenata dal consigliere Schiappa, sono spuntate delle immagini che stanno alzando un gran polverone e che riguardano un appartamento in uso al Comandante Bonuglia, completamente arredato, sito all’interno della caserma. Per capire come stanno davvero le cose, nella giornata odierna ci siamo recati all’ufficio tecnico per sapere della esistenza o meno di questo appartamento. Ovviamente nulla ci è stato mostrato e nulla ci è stato detto dal responsabile dell’ufficio, che ci ha dirottato sul primo cittadino Pacifico con cui abbiamo avuto una lunga chiacchierata, come mostra il video pubblicato all’interno dell’articolo.

Il sindaco ha apertamente dichiarato di non essere a conoscenza di nessun appartamento in uso al comandante, il quale avrebbe a disposizione solo una brandina posta all’interno di un locale adiacente l’armeria, ed un piccolo fornellino per il caffè. Il tutto ovviamente da dimostrare visto che Pacifico dopo l’attacco sferrato dalla minoranza consiliare, non ha ancora personalmente effettuato un sopralluogo nella caserma delegando la verifica all’ufficio tecnico. E per non farci mancare proprio nulla, ci siamo recati presso la caserma dei vigili chiedendo di poter avere accesso ai locali “messi sotto accusa” confinando il tutto o in una bolla di sapone o in una verità assoluta. Ovviamente l’accesso ci è stato negato ottenendo un appuntamento per venerdì mattina alle 9.30. Chiaro che il ferro va battuto finché è caldo e nella immediatezza dei fatti, per confutare ogni dubbio e non dare il tempo a nessuno di cambiare le carte in tavola.