VIOLENZE NEL CARCERE e più di 100 imputati. Un detenuto pestato va in difficoltà per le domande degli avvocati difensori. Lui è stato picchiato, ma sul riconoscimento dei suoi aguzzini molta confusione

12 Luglio 2023 - 19:11

Il controesame degli avvocati Carlo De Stavola e Mariano Gaudio: emerse anche alcune patologie di tipo nervoso che minerebbero la credibilità di un recluso che, comunque, come hanno dimostrato le indagini, è stato sottoposto ad un duro e vergognoso pestaggio.

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Quella di stamattina è stata un’udienza ricca di patos. Nel processo che vede imputate più di 100 persone, che si sta celebrando all’interno dell’aula bunker del carcere di Santa Maria Capua Vetere, ha deposto uno dei detenuti che ha denunciato di aver subito violenti pestaggi da alcuni agenti di polizia penitenziaria, durante la famosa serata del terrore, nell’aprile del 2020.

Siccome si trattava del cosiddetto controesame, cioè delle domande poste dagli avvocati difensori degli imputati e, nel caso in questione, dagli avvocati degli imputati accusati dal detenuto, il contraddittorio è stato piuttosto complicato ed effettivamente le domande poste dagli avvocati Carlo De Stavola e Mariano Gaudio hanno dato non poche difficoltà a quello che viene considerato un importante testimone dell’accusa. Fermo restando che i filmanti mostrano effettivamente che questo detenuto sia stato sottoposto ad un duro pestaggio, la sensazione tratta dalle sue risposte di oggi, è quella di una persona che ha difficoltà a strutturare una modalità di riconoscimento certo di chi è stato autore delle violenze ai suoi danni. Rispetto a quello che ha dichiarato in sede di esame e in sede di indagine, sono emerse alcune oggettive contraddizioni: dalle sue parole non emerge, infatti, una identificazione chiara. E il racconto è diventato ancora più confuso nel momento in cui gli avvocati difensori lo hanno ulteriormente incalzato.

Il detenuto ha raccontato di avere impedito, insieme ad altri reclusi, l’accesso degli agenti di polizia penitenziaria alla sua sezione nel giorno precedente i pestaggi. Una situazione che, va detto, è molto grave di per sé. Pur considerando che si trattava delle giornate ad altissima tensione del lockdown assoluto determinato dalla pandemia del Covid.

Ovviamente, se da un lato questo è un comportamento di rivolta carceraria, è anche vero che lo Stato non può rispondere pestando a sangue gli autori, altrimenti lo Stato diventa più delinquete dei delinquenti. Il clima si è surriscaldato e il presidente di sezione del tribunale di S. Maria C.V., Roberto Donatiello ha anche sospeso temporaneamente l’udienza per valutare l’eventualità di avvisare il teste sui pericoli che deriverebbero da dichiarazioni mendaci che possoni determinare a carico di un testimone, visto che i testimoni giurano di dire tutta la verità, a differenza degli imputati che possono anche consentirsi di raccontare bugie al tribunale

L’udienza è poi proseguita sulla stessa falsariga. Si è chiesto al detenuto delle sue condizioni di salute. E’ emersp che questo è sotto cura di psicofarmaci da diversi anni e sofrirebbe di una sorta di sdoppiamento della personalità oltre ad altre problematiche di tipo nervoso. E’ chiaro che questo serve alla difesa di determinati imputati chiamati in causa dal recluso, per rafforzare il dubbio sulla credibilità dell’accusatore. Questa era l’ultima udienza del processo prima dxella sospensione feriale. L’appuntamento per la ripresa del dibattimento è fissata per il prossimo 10 settembre.