VOTO DI SCAMBIO A CASERTA. Ci risiamo: 80 euro per una preferenza. I PRIMI NOMI di chi sta “camminando” nei Rioni

19 Settembre 2021 - 13:15

CASERTA (g.g.) – Voto di scambio? E qual è la novità. A Caserta è uno strumento consolidatissimo, che si sviluppa da sempre indisturbato, per catturare il consenso, parola vuota dalle nostre parti, dato che pagare 80 o 100 euro per ottenere una preferenza, significa comprare quel voto, non certo renderlo conseguenza di un libero consenso, nell’accezione del termine, così come viene definito dai dizionari della lingua italiana. Dunque, ci risiamo.

Dov’eravamo rimasti? Stessa spiaggia, stesso mare rispetto alla ragion d’essere probabilissima dell’ennesimo episodio oscuro, sinistro, inquietante, denunciato al tempo, naturalmente, solo da CasertaCe, dell’ incendio doloso dell’auto di uno dei candidati delle liste che si associarono a Carlo Marino in occasione delle elezioni comunali del 2016. Imparentato con la nota famiglia Dresia, cioè con quelli che, grazie (ma non solo grazie a lui) alla protezione di Marino, un loro storico amico, hanno fatto e, sostanzialmente, continuano a fare letteralmente il bello e il cattivo tempo nel mega parcheggio della caserma Pollio, di fatto divenuto una loro proprietà. Il rogo incenerì quell’auto due giorni dopo l’epilogo del ballottaggio che sancì la netta vittoria di Carlo Marino su Riccardo Ventre nel turno elettorale che fece segnare la percentuale di votanti più bassa nella storia delle elezioni a Caserta: un incredibilmente misero 31 per cento, con Marino sindaco grazie al voto del solo 21 per cento degli elettori della città capoluogo.

La circostanza che i fatti coinvolgessero un candidato, per di più espresso della famiglia Dresia, non rappresentarono argomenti sufficienti per andare fino in fondo nelle indagini e la vicenda, come quasi sempre è capitato a Caserta, se si è eccettua qualche ingenuo che ha pagato molto al di là delle sue responsabilità, finì a tarallucci e vino, alla stregua di tutte le indagini partite e mai arrivate sulle trame interne e laterali del Comune di Caserta.

Non abbiamo ancora guardato con l’attenzione dovuta le liste. Abbiamo letto cognomi “eccellenti” come quello di un Rondinone ma anche molti altri. Non c’è quello del parente dei Dresia, anche se, passando per piazza Vanvitelli di mattina, la “panza” simpatica e “importante” di Pasquale Dresia, sempre felice per il profluvio di danari che Marino oggi, ma un passato anche altri, gli hanno consentito di far affluire nelle sue tasche e in quelle di altri suoi familiari, è diventata un complemento monumentale.

Tra le new entry più significative in questa campagna elettorale, va sicuramente menzionata quella dei fratelli Amato, di Mario ma soprattutto di Francesco, nome eccellentissimo nella sempre remunerativa attività dello spaccio di stupefacenti e largamente pregiudicato. Meglio così: un bravo all’autorevole esponente dell’Amministrazione di Carlo Marino che l’ha tolto dalla strada e lo ha rieducato all’impegno civico.

Francesco Amato, da parte sua, ce la mette tutta per riabilitarsi: solca i rioni in lungo e in largo in auto e anche a piedi e finalmente può godersi anche un po’ di benessere conquistato onestamente, non mancando di condividerlo generosamente con persone più sfortunate di lui, con le quali si mostra in questi giorni disponibile e munifico nel sostegno economico. Applausi a scena aperta, dunque, a lui, ma soprattutto all’autorevole politico – imprenditore che lo ha aiutato a cambiare vita.

Comunque, siamo entrati nella fase più delicata della campagna elettorale. I soldi in mano ce li hanno soprattutto quelli che hanno gestito il potere negli ultimi anni, anche se qualche presenza improvvida va segnalata anche nelle liste di Zinzi. Il discrimine, per noi di CasertaCe, è sempre lo stesso: un politico di professione, che riesce ad esserlo solo facendo l’assessore o il consigliere comunale in una città di meno di 80mila abitanti non può non destare sospetti. E sono proprio questi soggetti ad alimentare, il più delle volte, il voto di scambio, utilizzando denari che non si sa bene da dove arrivino. Da questo momento, CasertaCe alza le antenne ed è pronta, già nei prossimi giorni, a pubblicare nomi e cognomi. Sperare, invece in altre forme di controllo e soprattutto nell’elaborazione solida di una motivazione a riprendere il filo disperso del rispetto della Costituzione nella sua parte in cui sancisce l’obbligatorietà dell’azione penale, è semplicemente velleitario, come insegna la storia recente e anche meno recente della massima istituzione della città di Caserta.