Da stamattina tutti a interpretare l’ultimo scritto che lascerebbe pensare al fatto che non ritirerà le dimissioni, ma…
30 Marzo 2018 - 00:00
MARCIANISE – (g.g.) Questa è diventata una città di auguri, con accento non sulla seconda “u”, ma sulla prima. Erano quelli che attraverso il volo degli uccelli prevedevano il futuro. Una delle forme oracolari del passato remotissimo. Stamattina, per esempio tutti si sono messi a leggere il post del sindaco dimissionario Antonello Velardi, il quale, da quando ha annunciato che non avrebbe pubblicato più il diario, ha cominciato a sventagliare in rete post come se piovesse, collezionandone almeno una ventina, a dimostrazione di una incontinenza, che sa tanto di dipendenza, piuttosto difficile da curare.
Da questo scritto, si capirebbe che le dimissioni di Velardi sarebbero irreversibili. Giusto una parentesi: se Velardi si dimette, non è certo perchè il pd gli chiede un assessore in più. Sono facezie risolvibili. Si dimette per altri motivi che al momento non sono ancora noti. Questo è il nostro punto di vista. Magari ci sbaglieremo. Ma è il nostro punto di vista.
Stamattina si è svolto il consiglio comunale in cui l’assise marcianisana ha dato una buona prova di se, presentandosi al gran completo con la speranza di portare nel luogo deputato, nel luogo del popolo sovrano, la questione delle dimissioni del sindaco, magari ascoltando un suo intervento.
Cosa c’è di cattivo, di maldestro, di paramalavitoso nella scelta dei consiglieri comunali di rendere nitido questo passaggio e nitide le ragioni che lo hanno determinato? Di quegli stessi consiglieri comunali che prendendo tantissimi voti determinarono la vittoria di Velardi, appoggiandolo totalmente anche nel turno di ballottaggio.
Ma Velardi naturalmente non si è presentato. I suoi, soprattutto Domenico Laurenza e Giovanni Valentino, lo hanno difeso con buon cipiglio; il pd ha ribadito la propria posizione politica espressa nei due documenti resi pubblici nei giorni scorsi; la minoranza è andata all’attacco.
Non si trattava di rispettare i consiglieri comunali, si trattava di rispettare la città, presentandosi e spiegando le proprie ragioni. Il sindaco dimissionario non l’ha fatto e certamente per noi non è sorprendente che Velardi non sia sensibile al tema del rispetto delle istituzioni, soprattutto di quelle pubbliche, ufficiali.
Ritornando alle forme oracolari, qui si dimenticano tutti, tranne noi, che il popolo sovrano si è espresso anche direttamente nei confronti dell’amministrazione Velardi, bocciando, senza remissioni il suo vicesindaco Angela Letizia, che il primo cittadino ha accompagnato, facendola girare, come la Madonna pellegrina, in ogni dove. Ecco, non abbiamo ascoltato una parola di Velardi attraverso cui, con umiltà, riconoscendo gli errori e i fallimenti dei primi due anni del suo governo, accettasse le regole della democrazia dando valore massimo alla facoltà dei suoi concittadini di potersi esprimere in quel modo, dando, nel contempo a se stesso la possibilità di cogliere quel messaggio di democrazia, interpretarlo, cambiando radicalmente registro.
Velardi preferisce i social e non la legalità istituzionale di un consiglio. Ma questa è storia vecchia e dovremmo ripetervi, cari marcianisani, mille volte, che noi di CasertaCe, 6 mesi prima delle elezioni comunali, quando questo nome cominciò a circolare, già ve l’avevamo raccontato e descritto in maniera chirurgica, anticipandovi a proposito di auguri, in che guaio vi andavate a cacciare.
Vero, Fecondo? Vero, Pino Riccio?