L’indagine prosegue e se quei registri…
9 Aprile 2018 - 00:00
CASERTA (g.g.) – Mai, fino ad ora, la Procura della Repubblica e i carabinieri s’erano applicati così tanto sulla Ecocar, la società che da anni gestisce la raccolta dei rifiuti nella città capoluogo.
C’è voluto l’arresto di Antonio Deodati avvenuto a Catania e tutto sommato è anche comprensibile (oddio, fino ad un certo punto) che un fatto del genere possa valere più di 6 anni di inchieste giornalistiche incessanti di Casertace.
I carabinieri sono andati giovedì negli uffici dell’autoparco. E di questo avevamo già dato notizia ai nostri lettori, poi sono andati anche venerdì e infine sono andati anche stamattina, sabato. Poco si sa sui documenti acquisiti. Si parla del registro delle presenze. Peccato, perché se lo avessero fatto cinque anni fa durante il periodo delle memorabili 13 puntate dell’inchiesta giornalistica che dedicammo alle malefatte dei rifiuti nella città di Caserta, in quei registri avrebbero trovato come ancora assunti e in servizio, un noto malavitoso e anche la moglie di un altro malavitoso, entrambi in carcere e contemporaneamente in servizio. Quella nostra rivelazione determinò subito il licenziamento dei due.
Comunque inutile parlare del passato visto che il futuro offre scenari ancora non legibbilissimi. In questi giorni, infatti, sono stati consegnati diversi inviti a comparire ad altrettanti dipendenti di Ecocar. Per il momento senza avvocato, semplicemente come persone informate dei fatti. Ciò fa capire che l’indagine è solida e prosegue con forti motivazioni, magari grazie all’acquisizione di qualche elemento proveniente dalla Sicilia.