Guardate, stavolta non ci fermeremo se non ci sarà una modifica dello statuto sull’importo dei compensi
9 Aprile 2018 - 00:00
CASERTA – Evitiamo di utilizzare espressioni troppo impegnative, che ci portano a pensatori troppo grandi per la miserabile realtà che andiamo a raccontare.
Come ritenete la politica abbia reagito di fronte all’inchiesta giornalistica di Casertace sulle malefatte del Consorzio Idrico? Per caso, aprendo una riflessione che parta dal presupposto che così non si può più andare avanti, che i soldi pubblici non si possono gestire come se fossero propri averi? Tagliando corto e ridimensionando pesantemente, di fronte a un paese che soffre, ai tanti giovani disoccupati, i compensi principeschi dei dirigenti, tutti nominati dalla politica, i quali drenano dalle casse consortili mezzo milione di euro all’anno, pur avendo contribuito a determinare un debito mastodontico, frutto anche della impossibilità o cattiva volontà dei Comuni aderenti ad adempiere alle loro obbligazioni di socio?
No. I politici di Caserta hanno preso al volo l’occasione. La maggior parte di loro odia questo giornale, ma qualcuno di essi, stavolta, l’ha benedetto, dato che con il primo articolo pubblicato su Palmieri abbiamo fatto saltare, oltre al suddetto, anche la convocazione dell’assemblea prevista per l’inizio della prossima settimana.
Allora giochi e giochini aperti con il solito Stefano Graziano a porsi, in maniera sempre più preoccupata, il problema del suo “figlioccio”, da lui clonato ad Aversa, Marco Villano.
Insomma, una partita che sembrava chiusa e che Casertace ha riaperto, ma con l’intenzione di denunciare, non certo di promuovere nuovi inciuci, offre il solito spettacolo.
C’è un solo punto di dialogo tra chi la pensa come noi e chi si comporta come si comportano i politici di questo territorio: una immediata pressione affinchè, statutariamente, modificando ciò che scelleratamente è stato sancito, vengano ridotte del 70% le indennità del presidente e dei consiglieri di amministrazione e quelle ancor più ridicole attribuite al presidente e al vicepresidente dell’assemblea.