CASERTA. APPALTO AL COMUNE DA 1 MILIONE E MEZZO DI EURO. Ecco chi è e chi c’è dietro alla ditta di Valle Di Maddaloni del genero di Giovanni Pascarella. C’entrano Marzo e il Patto per Caserta? Chissà…
30 Novembre 2020 - 18:50
Si chiama 3D Service e in pochi mesi ha intascato quasi 2 milioni di euro di appalti. E’ una Srl. con 10 mila euro di capitale sociale, formata da un papà, una mamma e un figliolo. Per cui, diteci voi, cari lettori, se è plausibile che tutto ciò sia solo farina del loro sacco
CASERTA (g.g.) – Chi è la nuova impresa d’oro della città di Caserta? Da chi è costituita questa 3D Service che, dopo essersi aggiudicata l’appalto per la posa della discutibile pista ciclabile su corso Giannone e via Tescione, ha sbancato letteralmente aggiudicandosi quello ben più remunerativo, partito da una base d’asta di circa un milione e mezzo di euro, per la segnaletica orizzontale delle strade del capoluogo? Ricordate il marchio 3C che poi diventò 2C, che stavano per Catone e Caputo, cioè Castrese Catone, figlio del patriarca ed ex cognato di Paolo Romano, e Rosario Caputo, attivo nel settore della finanza e anche (non sappiamo se ancora oggi) punto di riferimento per molto tempo della distribuzione della Pepsi nell’Italia meridionale? Beh, si può dire che un nuovo marchio, quello che vi andremo ad illustrare, sia una sua elaborazione che parte dalla scelta di utilizzare lo stesso metodo onomastico. Un progetto anche più ambizioso, perché si progredisce dalla lettera C alla lettera D. C’era una volta la 3C, ora c’è la 3D.
E non c’è niente di tridimensionale in questa società, visto che è un qualcosa a conduzione familiare. I documenti parlano chiaro. Il 60% delle quote è nelle mani del 29 Agostino D’Addio, il 20% nelle mani del 56enne Giuseppe D’Addio e l’altro 20% è ad appannaggio della 55enne Anna Maria Di Caprio. Tutti e tre hanno lo stesso indirizzo di domicilio a Valle di Maddaloni. Dunque, si tratta di congiunti, probabilmente di due genitori e del loro figliolo. Capitale sociale da 10 mila euro che si aggiudica una gara da un milione e 600 mila euro. Beninteso, ciò non è una grande novità per Caserta, per un posto in cui la dimensione di una società non è nitidamente esplicitata dalla sottoscrizione di un capitale commisurato al fatturato e al volume degli affari, come dovrebbe essere serio e giusto, ma è solo uno strumento, il più delle volte neppure diretto e tutt’altro che autonomo da altre identità che si muovono nell’ombra, per catturare lucrosissimi appalti come questo.
Insomma, niente di nuovo sotto il cielo. Carlo Marino fa il Carlo Marino. Ovviamente, Franco Biondi fa il Franco Biondi, manovrando un volume di denaro ormai sempre più vasto e ormai sempre meno commensurabile. Ma chi sono questi D’Addio di Valle di Maddaloni? Com’è possibile che questa azienda pressoché sconosciuta in pochi mesi conquisti appalti con base d’asta da quasi 2 milioni di euro. Noi, a Valle di Maddaloni conosciamo il nome di un solo imprenditore importante: Giovanni Pascarella, ex gloria del calcio semi-professionistico, portiere di livello fino alla Serie C degli 80’/90′. Poi imprenditore edile molto attivo nelle pubbliche relazioni che gli hanno consentito di crescere nel settore degli appalti dei comuni e da qualche tempo defilato, a seguito di qualche vicissitudine giudiziaria che molto saggiamente ha fatto decantare, sparendo un po’ dai radar e abbandonando anche la politica attiva che gli ha consentito per diversi anni di sedere sulla poltrona di sindaco a Valle di Maddaloni.
Se, come ci dicono, l’ottimo Agostino D’Addio è il genero di Pascarella, allora possiamo parlare di un’espressione imprenditoriale in continuità. Peraltro, già in grado di superare chi di queste esperienze economiche è stato l’iniziatore, visto che non ricordiamo (a nostra memoria) che Pascarella sia riuscito ad aggiudicarsi una gara tanto importante come quella vinta dal proprio genero, a cui sicuramente non avrà fatto mancare i propri consigli e a cui ha sicuramente associato le sue storiche relazioni che l’hanno visto, ad esempio, attivo sulla piazza di Caserta in partnership di imprenditori prestati alla politica (o politici prestati all’imprenditoria), cioè con la famiglia Marzo, con Paolo e Massimiliano a presidiare i punti cruciali della politica e con il terzo fratello a portare avanti l’impresa edilizia di famiglia.
Noi non sappiamo se esiste una relazione tra la nuova posizione di Paolo Marzo, il quale ha creato un alleanza con l’attuale assessore Emiliano Casale, con Biagio Esposito e dunque con la figlia di questi, ugualmente componente della giunta Marino, in quello che è stato denominato Patto per Caserta (LEGGI QUI L’ARTICOLO), ma è arci-sicuro che questa ditta D’Addio non ha il peso specifico per bastare a se stessa, per essere autonomamente in grado di aggiudicarsi quello che si è aggiudicato. E vi diciamo anche di più, dall’alto della nostra esperienza su uomini e fatti: nemmeno Giovanni Pascarella è in grado da solo di relazionarsi al comune di Caserta per un’operazione di queste dimensioni. Poi, magari Marzo non c’entra niente o non c’entra niente il Patto per Caserta, ma qualcuno di importante che poi dovrà portare grano (e perché no, grana) al mulino elettorale di Marino sicuramente c’è. E noi, statene certi, ne scopriremo molto presto l’identità.