Il vero mistero dell’Asl di CASERTA. Bruno Puzone, fratello di mister 118, non ce la faceva a letto o ne doveva fare troppe? Dall’ordinanza emergono due tesi

17 Giugno 2021 - 13:47

Battute a parte, un altro spaccato a dir poco vergognoso in cui i due personaggi, dopo aver parlato di un omicidio di camorra, si mettono d’accordo per la consegna di medicinali che il giudice definisce come dedicati alla “disfunzione erettile” facendo anche venir fuori un’idea della donna veramente trogloditica. Una per tutti: “Ma tu la pillola la prendi davanti a lei?”. Risposta: “E che tengo da vedere!”

 

AVERSA – Ormai siamo abituati a tutta una serie di episodi che la dicono lunga sullo spessore degli indagati dell’ormai celebre ordinanza Asl chiesta ed ottenuta al tribunale di Aversa-Napoli nord, dalla procura della repubblica a questo annessa. Se, dunque, abbiamo deciso di pubblicare l’intercettazione tra Francesco Della Ventura, una sorta di super faccendiere, un prezzemolino che in una giornata, invece di stare in ufficio, percorreva le strade della Campania in lungo e in  largo per centinaia e centina di chilometri, e Bruno Puzone, fratello di quel Cuono Puzone che, a nostro avviso, dopo Luigi Carizzone, dirigente del dipartimento salute mentale e insieme a Michele Schiavone, patron e re delle Rsa in provincia di Caserta, è il personaggio tra i più importanti dell’ordinanza in quanto è l’uomo che ha ereditato l’architettura, secondo noi, indecente, lo scriviamo da anni, della presunta associazione no profit La Misericordia di Caivano, ormai titolare di tantissimi appalti per il servizio di emergenza sanitario tra cui quello datatissimo dell’Asl di Caserta che è stato rinnovato da poco in una gara truccata secondo quelle che sono le accuse, formulate in quest’atto giudiziario dalla Procura.

Di cosa parlano Francesco Della Ventura e Bruno Puzone? Dopo aver scambiato qualche parola su un omicidio avvenuto in quei giorni – era il giugno 2019 – del capozona della camorra di Acerra, affrontano la questione che potremmo definire “il problema dello sciupafemmine”. Secondo quello che Bruno Puzone raccontava a Della Ventura, la sua sedicente virilità sessuale era infatti messa a dura prova dalle tante incombenze a cui doveva assolvere (“mi aspetta una lunga serata“). Per cui, c’era bisogno di un sostegno. Nell’ordinanza non viene specificato se si tratti di viagra o altri prodotti simili, dato che la definizione è la seguente: “farmaci per la disfunzione erettile.”

Il che dissocia, in qualche modo, la procura della repubblica dall’esuberanza dialettica di Bruno Puzone, promuovendo un’altra tesi e cioè che Puzone avesse delle disfunzioni erettili e dunque fosse necessitano di ricevere degli aiutini, a prescindere dalla frequenza delle sue performances.

Comunque, al di là di questo, lo stralcio dell’ordinanza contenente questa intercettazione, dà corpo alla valutazione che il gip Maria Gabriella Iagulli compie sul capo di imputazione provvisorio numero 25. Il giudice non accoglie la richiesta per quel che riguarda il reato di esercizio abusivo della professione che avrebbe compiuto un tal Alfonso Salerno, residente a Caserta in piazza Mercato. Sempre restando al capo 25, l’intercettazione che rappresenta l’unico elemento presentato dalla procura al tribunale, al punto da non poter dar forma, secondo il gip Iagulli, a quei gravi indizi di colpevolezza, senza i quali nessuna misura cautelare può essere emessa, diventa invece strumento utilizzabile per validare, in sede cautelare, l’altra accusa sempre formulata nel capo 25, precisamente nel 25.1.

In questo caso, gli indagati sono Bruno Puzone e Francesco Della Ventura e il reato ad esso contestato è quello di ricettazione in concorso: “In questo caso – scrive il gip – le intercettazioni sono pienamente utilizzabili. E’ dimostrato che il Della Ventura acquistasse beni di provenienza illecita, perchè provento del reato di cui all’art. 348 c.p. per un profitto sia economico che di natura personale.

Amen.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA