PARCHEGGIO POLLIO. A CASERTA COMANDANO I DRESIA. Incassano quasi il triplo rispetto all’anno scorso, ma i dipendenti restano ancora a casa

16 Giugno 2021 - 18:56

Nel mentre, Carlo Marino non vede, non sente e non parla. La Sea Service, società della famiglia casertana e “grande elettore” del sindaco, da aprile ha messo in cassa integrazione tutti i 17 lavoratori del parcheggio. Eppure il lavoro c’è, ma con le macchinette elettroniche stanno risparmiando migliaia di euro di forza lavoro

CASERTA – Torniamo a parlare del parcheggio che si trova all’interno dell’ex Caserma Pollio, cioè di quello a pochi passi dalla Reggia di Caserta e gestito dalla Sea Service, società appartenente alla famiglia Dresia, politicamente legata al sindaco della città Carlo Marino

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È stato pubblicato in questi giorni il rendiconto relativo all’incasso che la Sea ha messo nero su bianco relativamente al mese di maggio 2021 per gli stalli all’interno della fu caserma Pollio. In questo mese il totale entrato nelle casse è pari a 43 mila e 779 euro, a cui andranno sottratti i 17 mila che la società – in linea teorica – deve versare al comune, iva inclusa. Va detto che secondo quanto scrive il dirigente comunale Franco Biondi la cifra è stata introitata dal comune, che ha consegnato la parte relativa alla quota di gestione dei Dresia, il 73% dei 43 mila totali ( 31.958,69 euro). E quindi, a questo punto, dalla linea teorica di pagamento del privato al pubblico passiamo a quella pratica.

Quello che ci sorprende e ci preoccupa riguarda la questione dei lavoratori della Sea Service. La società dei Dresia ha messo a riposo forzato dal 1 aprile di quest’anno fino al 13 ottobre 17 dipendenti, con una sospensione a zero ore dal lavoro. In pratica, stanno a casa pagati dall’INPS. E se l’anno scorso era qualcosa di compatibile e comprensibile, visto che la situazione epidemiologica aveva spezzato le gambe ad ogni attività, compresa quella del parking, questa cassa integrazione ora non ha più un senso logico chiaro. E lo dicono i numeri. Nel 2021, rispetto al 2020, il parcheggio Pollio ha incassato più del doppio di quanto fatto 12 mesi prima: da 16 mila euro ai 43 mila di cui vi scriviamo oggi. Non siamo vicini ai 68 mila euro del 2019, ma il lavoro c’è. Eppure, da tre mesi i Dresia continuano a lasciare a casa i loro dipendenti, facendo andare avanti il loro parcheggio solo tramite le macchinette elettroniche.

Nella lettera con cui la Sea Service avvisa i suoi dipendenti della sospensione del lavoro, la società specifica come “non è prevedibile che le condizioni del mercato possano migliorare in modo tale da consentire il pieno e proficuo impiego della forza lavoro attuale“. Certo, la pandemia ha colpito duramente tutti gli ambiti economici, ma i Dresia hanno messo in piedi questa cassa integrazione proprio nel periodo in cui, comprensibilmente, gli incassi saranno più alti: i mesi estivi, quelli dei turisti in città, quelli in cui il contagio da coronavirus crolla inesorabilmente, come anche nel terribile 2020.

E il comune che fa? Carlo Marino che dice? E’ terrificante il silenzio dietro cui il primo cittadino si sta trincerando da anni ormai sulla questione Parcheggio Pollio, gestito da un amministratore – Gennaro Scarpato, congiunto dei Dresia – che è stato anche candidato nel 2016 nelle liste dell’attuale primo cittadino. L’impressione che si ha è che con la campagna elettorale alle porte il sindaco non abbia alcuna intenzione di mettersi tra le scatole ad un’importante famiglia “portatrice” di voti, indispensabili per vestire di nuovo la fascia tricolore

Ricordiamo, inoltre, che parliamo di un contratto in proroga, quindi scaduto, con una continuazione utile per non togliere a 17 famiglie il sostentamento economico derivante dal lavoro. Le proroghe contrattuale sono figlie dell’emergenza e servono unicamente per assicurare un servizio pubblico e non lasciare a piedi i dipendenti, eppure a Caserta avviene l’esatto opposto.

In ultima istanza, siamo costretti all’autocitazione, perché a quasi un mese dal nostro ultimo articolo la musica è sempre la stessa. “E quindi, a questo punto, la cassa integrazione Covid a chi serve?

QUI SOTTO LE RENDICONTAZIONI RELATIVE AL 2019, 2020 E 2021