CASERTANA, cronaca di una morte annunciata. Dove stanno quelli che ci insultavano quando dicevamo che D’Agostino era persona volenterosa, ma non in grado di portare avanti da solo una società di serie C
16 Luglio 2021 - 13:13
L’ultimo patetico tentativo. Ha spedito alla federazione degli assegni circolari, ritenendo che in via Allegri a Roma abitassero degli sprovveduti. La fidejussione deve essere graniticamente vincolata e dunque assolutamente intoccabile per un anno. In seconda ragioneria già si conosce la definizione di un assegno circolare. E’ mancata l’umiltà giusta per chiamare in causa altri imprenditori che avrebbero dato sicuramente una mano per evitare questo ennesimo disastro non solo sportivo, che si aggiunge ad altri disastri del quinquennio di Carlo Marino, in cui è scomparsa la gloriosissima e scudettata Juvecaserta
CASERTA – (g.g.) Abbiamo seguito le ultime, tristi vicende della Casertana per il minimo indispensabile. E il sottoscritto non ha speso una parola, delegando la trattazione ad uno dei nostri bravi collaboratori. E neppure negli ultimi anni quando la società sembrava ancora viva e vegeta, ci siamo applicati più di tanto, limitandoci a scrivere e a ribadire un fatto concettuale che risultava evidente, non a noi, ma al buonsenso, alla logica e alla realtà delle cose: l’imprenditore e titolare di una attività di produzione e vendita di mozzarella di bufala e di prodotti lattiero-caseari in quel di Caianello, il grazzanisano Giuseppe D’Agostino mostrava la buona volontà di fare, di portare avanti il discorso del calcio nella città capoluogo, ma emergevano continuamente le sue carenze di tipo cognitivo, perché il calcio non è una cosa che si può improvvisare. Se non lo conosci, devi avere l’umiltà di stare lì e di dedicare tantissimo tempo solo per capire, per imparare. Se non lo conosci, tu uccide. Poi ti devi anche augurare che ti venga la passione, che la “partita di pallone” così rudimentalmente definita, ti piaccia, ti avvinca, ti faccia trascorrere il tempo senza accorgertene. A quel punto e a queste condizioni, dopo sette-otto anni, uno può dire di essere un presidente in grado di padroneggiare le cose riuscendo anche a tenere sotto controllo l’attività dei propri collaboratori.
Abbiamo citato tantissimi esempi in cui questa passione di D’Agostino è stata vanificata dalla sua oggettiva incompetenza, a partire da quella vagonata di giocatori pensionandi, a fine carriera. Figurine che incendiarono la piazza ma che, sin dall’inizio, crearono, in termini di insostenibile peso economico dei loro costi, tutte le condizioni perché si verificasse l’epilogo, definitivamente sancito ieri mattina, quando la Covisoc, cioè l’organismo di revisione tecnico-contabile della Fgci, ha respinto l’ultimo appello, inducendo automaticamente la Federazione ad escludere la Casertana dal campionato di serie C, con la conseguenza che, al momento, questa società è inibita dal poter partecipare finanche ad un campionato di Terza Categoria. L’ipotesi di serie D, infatti, è possibile solo a condizione che ci siano garanzie finanziarie solo leggermente inferiori a quelle riguardanti l’iscrizione al campionato di serie C.
Quante volte avevamo previsto questo epilogo? E quante volte i soliti quattro coglioncelli che prendono qualcosa di soldi per fare i ventriloqui al presidente di turno o al sindaco di turno, ci hanno e mi hanno insultato, incrociando ovviamente la nostra e la mia indifferenza? Perchè, con tutto il rispetto, non possiamo rispondere a chi biascica parole con alfabeti incomprensibili. Tutti i nodi vengono al pettine, dunque. Ed oggi, il calcio ad un certo livello è finito a Caserta. Questo non vuol dire che di D’Agostino si possa solo parlare male. Se un rimprovero serio si può formulare nei suoi confronti, questo riguarda l’irragionevole, insulsa, ma soprattutto sterile incapacità da lui mostrata di costruire relazioni autentiche con il territorio. Si è limitato a seguire il sindaco Carlo Marino e figuriamoci che altra fine poteva fare! Le intenzioni di D’Agostino erano e forse restano ancora oggi una risorsa, ma la sua missione doveva essere e potrebbe ancora essere quella di allargare la platea societaria, coinvolgendo altri imprenditori che avrebbero potuto dargli una mano. La vanità è un difetto fatuo, nel senso che ti gratifica in maniera effimera e poi produce solamente fumo, vapore destinati a volatilizzarsi, soprattutto quando è integrata dal veleno di una ignoranza sulla materia che si affronta che uno non percepisce o si ostina a non riconoscere.
L’ultimo atto compiuto da D’Agostino la dice lunga sulla sua difficoltà economica, certe volte veramente si rimane sconcertati e ci si chiede se questo qua ci è o ci fa. Scusi, ma lei. D’Agostino, che cosa intende per fideiussione? Non serve andare a consultare il Codice civile, basta consultare un semplice vocabolario. Il fondamento di una fideiussione è rappresentato da un vincolo, per l’appunto di fede e dunque di tipo morale, che dà corpo ad un vincolo materiale. Tu metti una somma di danaro, a cui corrisponde un’unica destinazione d’uso, di garanzia, in un conto corrente vincolato, che non potrà, fino al 30 giugno dell’anno successivo, essere toccato. Solo con le quietanze in mano relative agli stipendi e ai contributi dei calciatori e dei dipendenti, erogati e versati, ad esercizio sportivo esaurito al 30 giugno, la fideiussione può essere ritirata. Già in seconda ragioneria sanno, invece, quale sia la differenza tra un assegno bancario e un assegno circolare. D’Agostino ha spedito alla Federazione garanzie in assegni circolari che, naturalmente, restano giuridicamente nella disponibilità di chi li emette e dunque non soddisfano la condizione del vincolo annuale che consente alla Federazione di attingere a quei soldi qualora la società non adempia ai suoi obblighi, sia per quanto riguarda il pagamento degli emolumenti, sia per quanto riguarda il versamento dei contributi previdenziali.
Speriamo di non ascoltare, nei giorni prossimi, la solita litania dei debiti ereditati, D’Agostino è in ballo dal 2016. Ammesso e non concesso che quei debiti ci fossero, sono andati in prescrizione, dato che al momento lo stesso D’Agostino non ha esibito un solo decreto ingiuntivo, una sola cartella esattoriale relativa ad obbligazioni maturate ed appesantitesi, negli anni dopo essere sorte al tempo in cui al timone della Casertana c’erano altri dirigenti. In poche parole, non ha mai esibito un documento che dimostri l’esistenza e la vita attiva di un debito rimasto sul groppone della Casertana srl e risalente alle gestioni precedenti. Glielo chiediamo da anni di esibire questi documenti. Ma lui non lo ha mai fatto perché evidentemente non lo può fare. Invece esistono i decreti ingiuntivi ed anche le istanze di fallimento degli anni della sua gestione.
Al contrario, esistono tracce ufficiali, formali, giudiziarie nelle procedure civili attivate negli ultimi due o tre anni, cioè esclusivamente durante la sua gestione, da una vera e propria colonna numerosissima e partecipatissima di creditori. Alcuni di loro hanno già attivato da tempo le procedure esecutive di recupero che preludono ad istanze di fallimento; altri non lo hanno fatto ancora, ma si sono ugualmente manifestati con solleciti che presto diventeranno altro. Giusto per dimostrare che noi abbiamo le carte a disposizione e dunque le chiacchiere stanno a zero, vi facciamo anche qualche nome: V.S. che sono le iniziali del titolare del distributore di carburanti Agip oggi Eni che si trova in via Marchesiello. E ancora, Powergas, che evidentemente eroga prodotti utili per attivare dispositivi di riscaldamento. Proseguiamo? Ok: park hotel San Severino di Mercato San Severino dove riteniamo la Casertana sia stata in ritiro e che aspetta di essere pagato; Ntv spa, in pratica la società privata che gestisce i treni ad alta velocità di Italo; ortopedia Meridionale srl, dove evidentemente sono stati erogati servizi relativi agli esami radiografici o magari relativi a programmi di recupero dei calciatori infortunati; Pagedil, impresa edile di San Nicola La Strada; Potenza Calcio, Bari Calcio, Rende Calcio, Open Office, Pieffe industria grafica, e via dicendo in un elenco che comprende i nomi di ben 20 imprese.
A questa lista andrebbero aggiunti tanti altri creditori non ancora manifestatisi formalmente al punto da entrare nella partita del tribunale. Giusto per fare un esempio, non si è ancora manifestato quel “povero disgraziato” che ha impiantato l’erba sintetica nel campo di gioco dello stadio Pinto e che ad oggi vanterebbe un credito di circa 250mila euro che probabilmente dovrà salutare con un bel fazzoletto in mano da riempire di lacrime amare. Poi ci sono anche quelli con l’Agenzia delle Entrate e con l’Inps, relativi ad inadempienze manifestatesi negli ultimi due o tre anni e non certo prima.
Poi siamo pronti a pubblicarli tutti i nomi delle aziende creditrici con associata la somma vantata, se qualcuno tenterà ancora di raccontare balle, com’è successo in passato, se D’Agostino riproverà a pubblicare certe repliche che in passato abbiamo letto ma a cui non abbiamo mai risposto, perchè, ripetiamo, con tutto il rispetto di D’Agostino, dei “Fedajn”, e degli altri tifosi, noi abbiamo fatto le “scuole alte” e se torniamo su questa cosa della Casertana, non è certo per battibeccare con un congiuntivo che ha disertato, ma è solo perchè questo è un marchio d’identità che muore per l’ennesima volta e che umilia, per l’ennesima volta, una storia. Vi renderete conto, qualora saremo costretti a pubblicare gli elenchi di chi già si è costituito e anche di chi si avvia a farlo, che i debiti accumulati negli ultimi due o tre anni, sono stati una montagna.
Per il momento ci fermiamo qui, poi ci regoleremo, come detto, di conseguenza.
Un ultimo passaggio lo dedichiamo al sindaco Carlo Marino: è arrivato in comune con la Casertana in serie Ce con la Juvecaserta in A2, finisce la consiliatura con la Juvecaserta morta e sepolta e con la Casertana che tira le cuoia. E non crediamo che il fatto sia casuale.