La Domenica di don Galeone: “Ognuno di noi riveste molti ruoli, ma l’impegno è uno: essere messaggeri di Gesù”

5 Giugno 2022 - 10:07

5 giugno 2022 ✤ Domenica di Pentecoste (C)

LO SPIRITO VI INSEGNERÀ OGNI COSA

Prima lettura: Furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare (At 2, 1). Seconda lettura: Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito, costoro sono figli di Dio (Rm 8, 8). Terza lettura: Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa (Gv 14, 15).

I fenomeni naturali che più impressionano la fantasia dell’uomo – il fuoco, la folgore, l’uragano, il terremoto, i tuoni (Es 19,16) – sono impiegati nella Bibbia per raccontare le manifestazioni di Dio (teofania). Anche per presentare l’azione dello Spirito del Signore gli autori sacri sono ricorsi a immagini. Hanno detto che lo Spirito è soffio di vita (Gn 2,7), pioggia che irrora la terra e trasforma il deserto in un giardino (Is 32,15; 44,3), forza che ridona vita (Ez 37,1), rombo dal cielo, vento che si abbatte gagliardo, fragore, lingue come di fuoco (At 2,1). Tutte immagini vigorose che suggeriscono l’idea di un’incontenibile esplosione di forza.

Dove giunge lo Spirito avvengono sempre sconvolgimenti e trasformazioni radicali: cadono barriere, si spalancano porte, tremano tutte le torri costruite dalle mani dell’uomo e progettate dalla “sapienza di questo mondo”, scompaiono la paura, la passività, il quietismo, si sviluppano iniziative e si fanno scelte coraggiose. Chi aspira al rinnovamento del mondo e dell’uomo può contare sullo Spirito: nulla resiste alla sua forza. Un giorno il profeta Geremia si è chiesto sfiduciato: “Cambia forse un etiope la sua pelle o un leopardo la sua picchiettatura? Allo stesso modo, potrete fare il bene voi abituati a fare il male?” (Ger 13,23). Sì – gli possiamo rispondere – ogni prodigio è possibile là dove irrompe lo Spirito di Dio.

Vangelo   Pentecoste: 50 giorni dalla Pasqua (in greco antico: πεντηκοστή). Festeggiamo la discesa dello Spirito sugli apostoli nel cenacolo e il compleanno della chiesa, come ci ricorda anche un bell’inno del poeta Manzoni, forse il suo più bello. Se ci è facile parlare di Dio-Figlio, ci è difficile parlare di Dio-Padre, e ci è difficilissimo parlare di Dio-Spirito, perché lui è spirito, santità, amore, e noi siamo materia, peccato, egoismo. Anche per noi valgono queste domande: “Avete sentito parlare dello Spirito? Quale battesimo avete ricevuto, quello di acqua o di Spirito?”. Per molti cristiani, lo Spirito è quel “Dio ignoto”, la cui statua Paolo trovò nell’Areopago di Atene. Proviamo a parlarne, con molto pudore. Non si parla “dello” Spirito come di un’inutile chiacchiera; si parla “allo” Spirito come ad una persona viva. Soprattutto si prega, si adora, si tace!

Alcuni di noi hanno dimenticato il messaggio ricevuto, e si aggirano a mani vuote, e poche parole morte sulle labbra. Eppure, il mondo è là, ci aspetta. Così, senza uno speciale bagaglio, senza neppure un segno che ci distingua, perché il messaggio è stato consegnato a tutti, senza distinzione, il giorno del nostro battesimo. La giornata è lunga, le occupazioni numerose, complesse le relazioni: padre o madre, marito o sposa, figlio, amico, compagno, anonimo passante. Ognuno di noi riveste molti ruoli, ma l’impegno è uno: essere messaggeri di Gesù. Sembra difficile, perciò lo abbiamo affidato ad altri, ai preti e alle suore, riservando a noi il povero ruolo di annoiati spettatori della domenica, quando il celebrante ci annuncia il Vangelo. Abbiamo dimenticato che il sale della terra e la luce del mondo dobbiamo essere noi, altrimenti corriamo il rischio di essere padri senza una vera paternità, figli senza speranza, compagni muti, amici senza doni.

✶  Impariamo, oggi, a conoscere questo Spirito creatore, che volteggiava sul caos primordiale. La terra era senza forme e senza vita: lo Spirito ha fatto sorgere mille immagini, mille somiglianze con Dio. Dio era sconosciuto: lo Spirito lo ha manifestato nella creazione, plasmando tutti quegli esseri pieni di significato. Lo Spirito, soffiando sull’argilla, ha ricamato l’uomo e ha popolato questa nostra terra di persone care, di volti amici. Veramente “Magnum miraculum est homo!”. È ancora lo Spirito che ha parlato per mezzo dei profeti, poveri uomini presi tra gli uomini, labbra impure come Isaia, lingue balbettanti come Geremia, cuori pessimisti e cocciuti nel sottrarsi a Dio come Giona. Ma basta che lo Spirito li commuova, li invada, perché testimonino la Verità davanti agli imperatori fino al martirio.

Nessuno sfugge al suo influsso. Lo Spirito illumina ogni uomo che viene in questo mondo: in quel ragazzo cresimato ieri e che già si propone di diventare sacerdote; in quel povero peccatore che si getta vinto in un confessionale, e a cui lo Spirito non dà pace finché non avrà cacciato fuori tutto il suo male. Lo Spirito viene! Comincia l’impegno!

   Spirito viene, stana i cristiani, li butta nella grande avventura, nel cantiere del mondo. Per comprendere quanto lo Spirito sia necessario, basterà riflettere su questi pensieri di Atenagora: “Senza lo Spirito, Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo una lettera morta, la chiesa una semplice organizzazione, l’autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un arcaismo, l’agire morale un agire da schiavi”. Buona vita!