S. MARIA C.V. I due milioni di euro per Campo Sorbo, piaccia o non piaccia, sono merito dell’amministrazione Di Muro e sapete perché? Semplicemente perché è vero, è inconfutabile, è incontestabile

26 Luglio 2022 - 16:06

Chi scrive, già 23 anni fa, quando il simpatico Enzo Iodice, oltre a ricoprire la carica di sindaco della città del Foro, concorreva anche alle elezioni europee nella lista dei Ds, si occupava (erano i tempi della Gazzetta di Caserta targata Roma), di questo incredibile caso di inadempienza politico-istituzionale. Da allora al 2019 abbiamo scritto non meno di 100 articoli, pubblicando anche tantissime fotografie e anche un paio di video-interviste raccolte sul posto nell’anno 2018 e che magari potete anche trovare nei nostri archivi. Per cui, noi c’eravamo sempre e, dunque, riteniamo di essere affidabili nel momento in cui ricostruiamo, con l’approccio e l’atteggiamento degli storici, una serie di fatti che certe dichiarazioni non precise, rilasciate in questi giorni anche al cospetto dei residenti di Campo Sorbo dal primo cittadino, hanno chiaramente distorto, deviandoli da una realtà che è un bel po’ diversa da quella descritta da Mirra.

 

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE (g.g.) Parlare male dei politici, farlo sempre e comunque, non dovrebbe essere la linea di azione e di esposizione di chi svolge il mestiere di giornalista, partendo da una sufficiente base culturale e soprattutto di carattere storico, che gli permetta di discernere il comfort passivo e parassita della demagogia dalle espressioni critiche frutto di un’analisi, del racconto di un fatto accaduto. Insomma, che non sia la solita solfa degli italiani i quali, per autoassolvere la loro inconsistenza nell’esercizio della funzione di cittadini, se ne escono, come sta succedendo in questi giorni e come si è visto da alcuni servizi televisivi, con l’ormai mitico “è tutto un magna magna”, come se loro, quelli della spiaggia, avendo legato il più delle volte la loro esistenza al percorso di scorciatoie, ai sotterfugi, alla spasmodica richiesta di raccomandazione, non fossero pure loro dei magna magna, perfetti produttori della classe politica da cui si dichiarano distinti, distanti e soprattutto non votanti.

A Casertace non abita, dunque, il pensiero debole della demagogia o di un populismo deteriore, distorto dal significato originario e originale di questa parola che viene utilizzata moltissimo, anzi, troppo, ma proprio troppo come strumento di lotta politica, come se poi i cosiddetti europeisti e i riformisti collegassero le loro parole d’ordine ad una conoscenza reale di quello che c’è da fare per rendere quelle parole d’ordine un credibile programma politico che, per esempio, consenta ad un Pd la possibilità di esprimere una propria classe di governo appena credibile, senza ogni volta votarsi all’uomo della provvidenza che, facendo un altro mestiere, è il caso di Draghi, diventa solo un anestetico medicinale per coprire l’incapacità di coloro i quali partecipano alle elezioni. Però, quando ci troviamo di fronte a certi fatti, a certi casi locali, veramente si fa fatica a non usare lo strumento altamente demagogico dello sfanculamento.

Chi conosce anche un poco il sottoscritto, sa che la triste vicenda dei residenti del quartiere dimenticato di Campo Sorbo ha rappresentato un argomento di racconto e di analisi in tutte le fasi della mia esperienza professionale in provincia di Caserta. Già dal 1999, amministrazione Enzo Iodice, i residenti di questa contrada, ultima propaggine di Santa Maria Capua Vetere, prima di fare ingresso nel comune di San Tammaro, soffrivano una condizione incredibile di abbandono e di inagibilità reale, palmare delle strade d’ingresso alle proprie abitazioni, con buche profonde anche mezzo metro. Da allora, fino al 2019, ho sempre raccontato i fatti di Campo Sorbo, perché li ritenevo altamente emblematici della evidente impreparazione, della dabbenaggine e della civica insensibilità dei politici di Santa Maria C.V.

Ora, lungi da noi l’idea di armare un processo morale nei confronti dell’attuale sindaco Antonio Mirra. Però, non si può tacere davanti a certe dichiarazioni, rilasciate nei giorni scorsi in coincidenza con il via libera al finanziamento del Governo, grazie al quale si potrà riparare in parte all’umiliazione subita da quelle famiglie, da un comitato che ha lottato invano, per decenni, con le quali l’attuale sindaco rivendica il merito di aver chiuso positivamente questa vicenda.

Ora, è vero che qui a Caserta i giornali escono o producono digitalmente per arrotondamento, a spanne, a chili di comunicati stampa; è vero che i giornali di Caserta riescono nell’impresa di far passare una notizia, frutto di un problema che dura da 25 anni, come un fatto cotto e mangiato e rimuovendo anche quel barlume, seppur disordinato, seppur remoto, di conoscenza che le persone impegnate in questi giornali dovrebbero pure avere, dato che nell’anno 2000, nel 2005, nel 2010, nel 2015 qua stavano e qua scrivevano negli organi di informazione casertani. E’ vero tutto questo e, dunque, esiste una comodità, da parte dei politici casertani in generale, di utilizzare lo strumento dell’impossibilità nostra, cioè di Casertace, di occuparsi di tutto, per passarla liscia e per far passare soprattutto parole, dichiarazioni che non hanno alcun fondamento storico.

E mo’ ve la ricordiamo noi, per l’ennesima volta, la storia di questo finanziamento. Ovviamente ci limitiamo al racconto degli ultimi anni. E d’altronde, un fatto concreto, reale per la vita e la vivibilità delle famiglie di Campo Sorbo accade solo nel 2015. L’allora sindaco Biagio Di Muro veniva da anni di solidarietà, di disponibilità nei confronti di quella gente che aveva anche assistito giuridicamente quando si trovava all’opposizione. Gli sembrò, dunque, onorevole e dignitoso prendere subito la palla al balzo offertagli dalla Legge di stabilità del 2015 che istituì il Fondo per la riqualificazione delle aree urbane degradate, con una dotazione iniziale di 200 milioni di euro.

Soldi da utilizzare allo scopo di evitare fenomeni di violenza e devianza sociale. Questo, secondo le intenzioni del governo, al tempo presieduto da Matteo Renzi e secondo le intenzioni dei parlamentari che avevano inserito questo finanziamento nella Finanziaria o Legge di stabilità, che dir si voglia. Come capita spesso in Italia, nei vari passaggi c’è sempre uno strappo, una crepa, una scucitura nella borsa dei soldi. Per cui, nel passaggio tra l’approvazione e la pubblicazione del bando, pubblicato ad ottobre 2015, la cifra scese a 194.138.500 euro. Insomma, per la strada, si persero i primi 6 milioni o quasi. Un segno premonitore di quello che sarebbe successo dopo, quando questo fondo evidentemente non più cruciale, fu stornato altrove, al punto che, rispetto ai 200 milioni di euro iniziali, solo 78 rimasero a disposizione per la distribuzione ai Comuni i quali, entusiasticamente, avevano inviato 870 progetti di riqualificazione, di cui 451 la commissione ministeriale valutò come finanziabili. Ovviamente con i soldi a disposizione, con quei miserabili 78 milioni che erano largamente meno della metà del finanziamento previsto all’inizio, la maggior parte di questi Comuni rimasero a bocca asciutta.

E arriviamo al giugno 2017, caro sindaco Antonio Mirra, giusto per rammentarle solo ed esclusivamente per amor di verità e per la necessità insopprimibile che abbiamo di tentare almeno di essere intellettualmente onesti quando facciamo il nostro lavoro. Poco più di 5 anni fa, dunque, viene pubblicata la graduatoria: i miserabili e del tutto insufficienti 78 milioni di euro bastano per finanziare 46 progetti, cioè il 10% di quelli promossi dalla commissione ministeriale nel 2015 e meno del 5% di quelli presentati dai Comuni.

Il progetto presentato dal Comune di Santa Maria Capua Vetere si va a  posizionare al 174° posto. In poche parole, tolti i 46 finanziati, ce ne sono altri 127 davanti. Dunque, il finanziamento associato a questo progetto, pari a 1.974.000 euro, rimane ancora al palo.

Il G, sempre nel 2017, si passa, come si suol dire, una mano sulla coscienza. Per ,cui al fine di finanziare i progetti dal numero 47 in avanti, fino alla copertura di tutti quelli presentati dai Comuni del Mezzogiorno, succede nel mese di agosto di quell’anno, che nelle pieghe del Bilancio, vengono rastrellati altri 90 milioni di euro che portano il finanziamento erogabile complessivo ad una somma di 168 milioni di euro.

Intanto, è trascorso un anno e la legge di Bilancio 2018 incrementa la dotazione per il Piano, aggiungendo un’altra sommetta, cioè 5 milioni e 4oomila euro per il 2018 e una cifra molto più interessante, pari a 97 milioni e 300mila euro, per il 2019.

Insomma, piano piano si arriva ad un importo anche superiore a quello appostato in sede di approvazione della legge di Bilancio dell’anno 2015, visto che ad oggi, alla luce di ciò che fu stabilito dalla legge di Bilancio 2018, il Piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate è arrivato a una quota di circa 270 milioni di euro, dunque una settantina in più rispetto ai 200 previsti inizialmente.

Santa Maria Capua Vetere, con il suo 174esimo posto è pronta per acquisire, finalmente, il finanziamento e a dare un senso al progetto da 1.974,300 euro presentato nel novembre del 2015 dall’amministrazione Di Muro.

Ora è chiaro che un progetto, redatto con i parametri dell’anno 2015, viene finanziato 6 o 7 anni dopo, comunque, in una proiezione che con la legge di Bilancio 2018 guardava all’anno successivo ai 97 milioni di euro e passa stanziati per il 2019, abbia bisogno di essere aggiornato nel suo quadro economico. C’è l’inflazione, ci sono i prezzi dei materiali che si modificano. Per cui, l’amministrazione di Antonio Mirra ha dato una riverniciatina e nulla più.

Ripetiamo, per amor di verità e per un giusto riconoscimento, patrimonio dei veri leader che non hanno bisogno di nascondere i meriti altrui (e purtroppo questo è un difetto che abbiamo sempre contestato al buon Antonio Mirra), dobbiamo ribadire, anche nel rispetto del lavoro e dei tanti articoli pubblicati nei diversi giornali nel corso di 23 anni in cui ho lavorato, a partire dalla Gazzetta di Caserta, proseguendo per il Giornale di Caserta, passando per il Corriere di Caserta, Forum e altri periodici, prima di partire con l’esperienza di Casertace, che i quasi 2 milioni di euro che consentiranno a Campo Sorbo di entrare a far parte del mondo civile, dotandosi del minimo sindacale dell’infrastrutturazione primaria, sono scaturiti solo e solamente dal progetto presentato dall’amministrazione comunale di Biagio Di Muro, in riscontro al bando dell’anno 2015.

Poi, per carità, noi crediamo di conoscere dettagliatamente l’intera storia di Campo Sorbo.  Però, può darsi anche che 23 anni non siano stati sufficienti a noi e alla nostra testa per capire come siano andate le cose prima e dopo il 2015. Se il sindaco Antonio Mirra dovesse ritenere ciò, noi siamo a sua completa disposizione, in modo per confrontare serenamente e costruttivamente le reciproche opinioni.

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Convenzioni-sottoscritte-al-31-dicembre-2021 (2)

 

QUI SOTTO IL TESTO DI UN ATTO AMMINISTRATIVO IN CUI IL SINDACO ANTONIO MIRRA SCRIVE CHE IL PROGETTO IN GRADUATORIA E’ QUELLO AVVIATO ED APPROVATO IL 27 NOVEMBRE 2015, CON DELIBERA DI GIUNTA COMUNALE N. 216