OMICIDIO CATERINO-DE FALCO. Parla il killer pentito: “Per aver ucciso il nemico di Cicciariello premiati con la pungitura”
27 Marzo 2023 - 14:54
SANTA MARIA CAPUA VETERE – È stata la volta di Bruno Lanza, uno dei killer artifici della morte di Sebastiano Caterino e Umberto De Falco, a parlare nel processo in Corte d’Assise proprio sul duplice omicidio avvenuto il 31 ottobre del 2003 in Via Romani, a Santa Maria Capua Vetere.
Si tratta di una nuova tranche di questo procedimento che vede sotto accusa Corrado De Luca e Sandro e Agostino Moronese e Raffelina Nespoli (accusati di supporti logistici).
Lanza, divenuto collaboratore di giustizia e condannato a 12 anni per l’omicidio in rito abbreviato (CLICCA QUI PER L’ARTICOLO DEDICATO), ha spiegato il riconoscimento per aver ucciso il nemico di Francesco Schiavone Cicciariello fu l’affiliazione con il rito della pungitura.
LA STORIA DELL’AGGUATO
L’omicidio maturò nell’ambito della riorganizzazione del clan dei Casalesi all’inizio degli anni duemila, portata avanti da Cicciariello, cugino del capoclan indiscusso Francesco “Sandokan” Schiavone.
La mattina del 31 ottobre 2003 le due vittime si trovavano a bordo di una Volkswagen Golf guidata da Caterino, quando furono raggiunti dai killer che esplosero numerosi colpi di pistola e kalashnikov uccidendoli.,
All’arrivo dei carabinieri Caterino era già morto, mentre De Falco, il nipote, morì poco dopo in ospedale. Le auto usate dai killer vennero ritrovate incendiate nelle campagne di San Tammaro e Grazzanise.