Il dinosauro Ciro “spedito” a Tokyo, lo strano caso della restauratrice della Reggia in missione in Giappone

2 Aprile 2023 - 17:26

Richiesta di accesso agli atti relativi alla trasferta formulata dall’archeologo Margherita Corrado.

CASERTA (pasman) Grazie all’ex senatrice nonché archeologa Margherita Corrado, che i nostri lettori conoscono bene per i tanti e fattivi interventi a tutela del patrimonio culturale casertano di cui abbiamo riferito nel tempo e che anche fuori del Parlamento prosegue nel suo competente e determinato contrasto alla dir poco scanzonata gestione del Ministero della Cultura con le sue articolazioni territoriali, ne scopriamo un’altra sulla Reggia di Caserta.

Quella, sapete, dove da poco hanno rubato una mattonella dagli appartamenti storici e di cui non si sa nulla e non se ne parla, quasi a farci venire il dubbio che il fatto ce lo siamo forse sognato.

Il piccolo di dinosauro Ciro

Accade che lo scorso 23 marzo è partito per il Giappone il cucciolo di dinosauro chiamato Ciro, dato in concessione temporanea al Museo Nazionale della Natura e della Scienza di Tokyo fino al 18 giugno, per la mostra “The Dinosaur expo 2023”. Che c’entra, questo, con Caserta?

E qui è indispensabile un breve inquadramento della vicenda. Bisogna sapere che l’importante reperto archeologico è nella custodia della Soprintendenza ABAP di Benevento, che ordinariamente lo espone nell’ex

convento di San Felice su Viale Atlantici, ospite d’onore di un coinvolgente percorso multimediale sulla paleontologia. Il fossile del cucciolo di Scipionyx samniticus, trovato per caso nel 1981 a Pietraroja nel beneventano, deve la sua rilevanza al fatto che non solo è l’unico dinosauro italiano, ma che è uno dei meglio conservati al mondo, specialmente per quanto concerne gli organi interni, e solo qualche giorno fa al Museo di Storia Naturale di Milano sono state presentate le scansioni del corpo, con le relative ricostruzioni in 3 D.

La delegazione a Tokyo…e l’esultanza della componente della Reggia

Ora, la missione estera, per accompagnare ed assicurare la tutela della preziosa lastra di calcare con l’impronta preistorica, è stata costituita dallo stesso Soprintendente per Caserta e Benevento architetto Gennaro Leva, da un suo funzionario archeologo, e fin qui ci siamo, e da una funzionaria restauratrice, ma in servizio alla Reggia di Caserta, istituto in tutto e per tutto autonomo e che con la Soprintendenza promotrice del prestito internazionale non ha nulla a che vedere. Anzi, proprio il funzionario di tale ufficio che ha istruito la concessione del reperto archeologico è stato escluso – incomprensibilmente, perché chi meglio di tale funzionario può districarsi in tutte le questioni che si presentano in simili circostanze – dalla delegazione per il Giappone.

Che ci sia qualcosa che non torna in questa scelta di privilegiare inattesamente un dipendente della Reggia di Caserta è testimoniato, secondo noi,  oltre che dalla richiesta di accesso agli atti relativi alla trasferta formulata dall’archeologo Margherita Corrado agli uffici, anche da una nota risentita delle organizzazioni sindacali del museo vanvitelliano con la quale chiedono specifici chiarimenti (i due documenti sono consultabili in basso). A cui noi aggiungiamo la domanda che in realtà si pongono tutti coloro che seguono le vicende e le peripezie della Reggia. Ma il direttore Maffei non lamenta di continuo che l’organico dei suoi uffici è gravemente carente?

La richiesta di accesso agli atti formulata dall’ex-senatrice Corrado, ritratta nel riquadro 

La nota sindacale di cui riferiamo nell’articolo